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Decreto accise in Parlamento, ipotesi aumento prezzo del diesel fino al 2030. Cosa prevede

Last updated: 08/01/2025 16:21
By Redazione 146 Views 5 Min Read
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Dopo l’approvazione lo scorso 15 ottobre, il decreto legislativo sulle accise approda in Commissione Bilancio di Camera e Senato prima del via libera definitivo del Consiglio dei Ministri. Nel frattempo, il governo ragiona sull’allineamento tra il prezzo del gasolio e quello della benzina, misura che potrebbe vedere la luce tramite un decreto ad hoc intorno al 20 gennaio, oppure come emendamento al Dl Milleproroghe.

La necessità di pareggiare le voci di prezzo arriva dalla Commissione Europea che nel 2022 aveva chiesto ai Paesi membri di svincolare la fiscalità sui carburanti dalle quantità vendute nel quadro degli impegni assunti su Pnrr e transizione ecologica. Con l’approvazione del Piano Strutturale di Bilancio, il governo Meloni aveva annunciato l’intenzione di procedere all’allineamento senza però indicare una data precisa per l’introduzione della norma.

La richiesta di Bruxelles punta a riequilibrare il sistema fiscale italiano e dare nuova linfa alla strategia di transizione ambientale. In un primo momento, il governo aveva spiegato che si tratta di un bilanciamento con un effetto nullo sulle entrate. Secondo un’analisi del Sole 24 Ore, i volumi di gasolio venduti doppiano quelli di carburanti e un eventuale allineamento secco genererebbe circa 1 miliardo di maggiori entrate per le casse dello Stato.

In caso di via libera, l’imposta sul gasolio aumenterà ogni anno di un centesimo al litro (oggi 62 centesimi) e sarà accompagnata da una speculare riduzione della benzina (oggi 73 centesimi) fino al raggiungimento di un valore omogeneo, previsto nel 2030.

Di fatto, la misura mira a smontare il vantaggio fiscale implicito per il gasolio attualmente pari a circa 3,5 miliardi di euro. Del resto, sulla benzina la somma tra le imposte (accise e Iva) pesa intorno al 60% sul prezzo finale al distributore, 4 punti in più rispetto al gasolio. Al netto delle tasse, il prezzo del carburante in Italia risulta meno caro rispetto alla media europea ma l’onere fiscale fa lievitare il prezzo finale al consumatore.

Dall’ipotesi di aumento dell’accisa sul diesel verrebbe escluso il trasporto “pesante”, a partire dagli autocarri con peso minimo di 7,5 tonnellate e motore classe Euro 5 o superiore che continuerebbero a beneficiare del rimborso sull’imposta. Mentre i più penalizzati sarebbero i mezzi “leggeri” che non rientrano nei limiti di classe e tonnellaggio previsti.

Sull’ipotesi di aumento dell’accisa sul gasolio, una levata di scudi arriva dagli autotrasportatori, allarmati in particolare per i mezzi esclusi dal rimborso legato ai consumi di gasolio per autotrazione. “L’aumento delle accise sul gasolio andrà a gravare pesantemente sulle aziende del settore dato che il costo del gasolio incide per il 30% sulle spese complessive”, sottolinea il segretario di Assotir, Claudio Donati.

Secondo alcune stime, l’allineamento dovrebbe portare a regime quasi 600 milioni all’anno di entrate supplementari, risorse che il governo potrebbe impiegare per il rinnovo del contratto dei lavoratori del trasporto pubblico locale (Tpl).

Ad aprire la strada all’utilizzo delle accise per il Tpl è stata anche la Conferenza unificata che nelle scorse settimane ha dato disco verde allo schema di decreto legislativo che riordina la fiscalità sui carburanti. Come si legge nel documento, “nel caso di maggior gettito questo dovrà essere destinato al Trasporto pubblico locale”.

Sul fronte del rinnovo del contratto 2024-26 che interessa oltre 110mila autoferrotranvieri, al centro nei mesi scorsi di scioperi a raffica, il 15 gennaio è atteso un nuovo incontro al Ministero dei Trasporto tra i sindacati di categoria e il viceministro Edoardo Rixi. Le parti torneranno a vedersi partendo dall’ipotesi d’accordo raggiunta prima di Natale per riconoscere a regime un incremento medio economico di 200 euro.

Per chiudere la vertenza, la scadenza è fissata per il 24 gennaio mentre a copertura del periodo di vacanza contrattuale, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, gli autoferrotranvieri riceveranno a febbraio un contributo di 500 euro che verrà rapportata ai mesi di effettiva prestazione svolta nell’anno appena concluso.

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