Esito, la premier si è piegata all’Iran, dopo aver avuto il via libera da Trump
Carlo Nordio ha liberato Abedini: l’iraniano arrestato senza avere commesso alcun reato è a
Teheran.
La facilità con cui l’Italia ha arrestato un innocente di passaggio a Malpensa desta impressione come la totale mancanza di solidarietà per quest’uomo precipitato in un incubo nello Stato di
diritto.
Giorgia Meloni è stata subissata di lodi che le hanno procurato una crescita nei sondaggi elettorali.
La conclusione della vicenda consente di porre una domanda: Meloni merita davvero questi
encomi? Per valutare Meloni, occorre capire ciò che è accaduto realmente scomponendo
la crisi in tre fasi.
Nella prima fase, l’Iran ha arrestato un’italiana innocente come ritorsione per l’arresto di un iraniano innocente.
Così facendo, ha messo Meloni sotto scacco impedendole di accontentare la richiesta di estradizione degli americani.
Nella seconda fase, Meloni ha chiesto agli iraniani che cosa avrebbe dovuto fare per uscire
dai guai.
Gli iraniani le hanno indicato le decisioni da prendere. Nella terza fase, Meloni ha chiesto a Trump il permesso di accontentare gli iraniani.
Per affermare che un leader politico ha risolto una crisi diplomatica con la propria intelligenza, è necessario che questi abbia creato una soluzione che nessuno intravvedeva.
Ma non è il nostro caso.
L’Iran ha chiesto a Meloni di fare alcune cose e Meloni le ha fatte.
Il contributo creativo di Meloni nella soluzione della crisi è stato inesistente.
Meloni si è semplicemente piegata alla ritorsione dell’Iran, di cui ha accettato le richieste
integralmente.
I rapporti di forza la ponevano in un angolo.
Mentre l’Iran può colpire l’Italia dando agli Houthi i missili da lanciare contro le navi italiane nel
Mar Rosso, l’Italia non può colpire l’Iran in alcun modo.
In secondo luogo, Meloni ha mostrato, ancora una volta, che il suo sovranismo è un gesto retorico.
Il codice di procedura penale dell’Italia ha reso evidente la subordinazione di Meloni alla Casa
Bianca.
Sebbene il ministro Nordio avesse il potere di liberare l’ingegnere iraniano in un minuto, Meloni ha autosospeso i propri poteri in attesa del consenso di Trump per chiudere la crisi.
Nella stessa situazione, Macron non avrebbe chiesto il permesso di usare i propri poteri
a Trump correndo a Mar-a-Lago. Analogamente, l’Iran non ha chiesto a nessun protettore esterno come agire verso l’Italia. La Francia e l’Iran sono Stati sovrani e indipendenti;
l’Italia di Meloni non esattamente.
In terzo 20 dicembre, quando ha chiesto la conferma dell’ordine di carcerazione che egli stesso, ieri, ha fatto revocare.
Così, secondo diversi giuristi, sconfina nel campo della Corte d’appello alla quale spetterebbe valutare la sussistenza della doppia incriminazione (reati punibili in astratto in entrambi i Paesi) e perfino nel merito degli elementi di prova, il cui esame toccherebbe ai giudici Usa e non
all’Italia. Insomma, dicono, il ministro avrebbe potuto invocare esigenze umanitarie o l’interesse nazionale, come pure è previsto dal codice in materia di estradizione.
Ma forse gli accordi con l’Iran erano altri.
Da ilFattoQuotidiano
