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Il Papa ricoverato, il cappellano del Gemelli: “È l’ora della speranza contro ogni speranza”

Last updated: 24/02/2025 18:03
By Redazione 142 Views 16 Min Read
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Il Pontefice “non ha dolori, mangia regolarmente e sta proseguendo le terapie”. La prognosi resta riservata. I messaggi da tutto il mondo, rosari a San Pietro

Contents
Come sta il PapaIl Papa nomina 4 vescoviDa oggi l’iniziativa del rosario tutte le sere a San PietroL’omelia, l’Angelus, il post sui socialLa cugina piemontese: “Sono molto agitata”I disegni dei bambini per Papa FrancescoIncontri di preghiera in tutta Italia. Zuppi: “Il Papa possa ristabilirsi al più presto”Tutto il mondo prega per Papa FrancescoAuguri anche dalla Mecca


“In questo momento vorrei che chiedessimo la stessa fede di Abramo, la spes contra spem, la speranza contro ogni speranza”, ha detto il cappellano del Gemelli, don Nunzio Corrao, commentando il Vangelo del giorno nel corso della speciale adorazione eucaristica per papa Francesco.

Una riflessione, spiega Corrao all’Adnkronos, che è “venuta dal cuore”. “In questo momento – ha osservato – ci troviamo in una fase in cui crediamo o non crediamo che il Papa possa riprendersi? Vorrei che facessimo come Abramo. Dobbiamo avere fede nel percorso che il Papa sta facendo”.

La nota odierna della sala stampa vaticana sulle condizioni del pontefice dice che la notte ”è trascorsa bene, il Papa ha dormito e sta riposando”. La crisi del fine settimana sembra rientrata, anche se le condizioni permangono severe. Secondi fonti vaticane, “il Pontefice è di buon umore, non ha dolori, mangia regolarmente e sta proseguendo le terapie”.

Ieri il Pontefice aveva ricevuto “due unità di emazie concentrate con beneficio e con risalita del valore di emoglobina”. Stabile era rimasta la piastrinopenia, ma alcuni esami sanguigni avevano evidenziato una iniziale, lieve, insufficienza renale, allo stato sotto controllo.

Dal bollettino medico diramato nella serata di ieri è emerso che Bergoglio prosegue l’ossigenoterapia ad alti flussi attraverso le cannule nasali, e che è sempre vigile e ben orientato. Ieri ha inoltre partecipato alla Santa Messa presso l’appartamento allestito al 10° piano dell’Ospedale.

Intanto, continua incessante il pellegrinaggio di fedeli, da soli o in gruppo, in preghiera sotto le finestre del decimo piano del policlinico Gemelli di Roma. “Guarisci presto”, “Siamo tutti con te”, “Ti vogliamo bene”, si  legge nei messaggi lasciati sotto la statua di Giovanni Paolo II,  antistante l’ospedale. Tanti fiori, foto di Francesco e molti  “biglietti” tra i quali spiccano i disegni colorati dei bambini.

Come sta il Papa

È un quadro clinico complesso, quello del Papa, nel quale la polmonite bilaterale rende ancora necessaria l’ossigenoterapia in attesa che si cominci a vedere l’effetto dei farmaci e nel quale la comparsa dell’insufficienza renale e la carenza di piastrine potrebbero essere la spia della coesistenza di più malattie. Il fatto che non siano avvenute nuove crisi respiratorie si deve molto probabilmente al fatto che ‘la terapia specifica per il broncospasmo permette una reversibilità’, osserva lo pneumologo Lorenzo Corbetta, professore associato di Malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Firenze. 

Il broncospasmo aveva probabilmente scatenato la crisi respiratoria ora risolta ed è una condizione che “si tratta in tempi rapidi e che può migliorare anche nel giro di ore”. 

Al contrario, “le polmoniti richiedono tempi lunghi, specialmente in persone anziane e fragili”. Per questo motivo al Papa continua a essere somministrata l’ossigenoterapia ad alti flussi, una tecnica non invasiva che attraverso cannule nasali ad alto flusso o Hfnc (High-Flow Nasal Cannula) permette di erogare un flusso di aria riscaldata con una concentrazione di ossigeno. 

Se nel caso dei problemi respiratori è possibile una ricostruzione, per l‘insufficienza renale si entra nel campo delle ipotesi in quanto questa condizione potrebbe essere innescata da fattori molto diversi fra loro, come la presenza di un’infezione, una condizione di ipertensione o potrebbe essere dovuta ai farmaci.

Poco chiara al momento è anche la situazione relativa alle trasfusioni: secondo l’ultimo bollettino medico, per due volte sono stati somministrati solo globuli rossi per far risalire i valori dell’emoglobina. La carenza di piastrine, rimasta stabile, potrebbe essere dovuta a una ridotta produzione dal midollo rosso, potrebbe dipendere dai farmaci o ancora a una malattia. “Alla luce di tutti questi fattori – conclude Corbetta – si potrebbe pensare alla coesistenza di più malattie diverse tra loro”.

Il Papa nomina 4 vescovi

Anche stamani il Papa dal Gemelli ha provveduto a nominare alcuni vescovi. Tra questi si segnalano due nomine in diocesi italiane: il vescovo di Vittorio Veneto e del Triveneto. Bergoglio informa il Vaticano ha nominato don Riccardo Battocchio, del clero della Diocesi di Padova, finora Rettore dell’Almo Collegio Capranica in Roma. Il Pontefice ha poi provveduto a nominare il vescovo di Trivento mons. Camillo Cibotti, vescovo della Diocesi di Isernia-Venafro, unendo le due sedi in persona Episcopi.

Tra le nomine, anche il vescovo di San Cristóbal de la Laguna, Tenerife (Spagna), padre Eloy Alberto Santiago Santiago, finora Cancelliere-Segretario Generale della Diocesi di Islas Canarias. Nominato poi il vescovo coadiutore di Santos (Brasile): mons. Joaquim Giovani Mol Guimarães, trasferendolo dalla Sede titolare di Galtellì e dall’Ufficio di Ausiliare di Belo Horizonte.

Da oggi l’iniziativa del rosario tutte le sere a San Pietro

Da questa sera, i Cardinali residenti a Roma, con tutti i collaboratori della Curia Romana e la Diocesi di Roma, raccogliendo i sentimenti del popolo di Dio, si raccoglieranno in piazza San Pietro, alle ore 21, per la recita del Santo Rosario per la salute del Santo Padre. La preghiera, oggi, sarà presieduta da Sua Eminenza il Card. Segretario di Stato, Pietro Parolin. Lo riferisce un comunicato della Santa Sede.

L’iniziativa del rosario a Piazza San Pietro questa sera non è solo per oggi ma da stasera ci sarà tutti i giorni, come una vera e propria maratona di preghiera. “Un modo per manifestare la vicinanza della Chiesa al Papa e ai malati”, ha sottolineato il direttore della sala stampa Matteo Bruni.

L’omelia, l’Angelus, il post sui social

Ieri, nella domenica che ha segnato il Giubileo dei Diaconi, Francesco, ha fatto arrivare la sua voce tramite tre scritti. Il primo l’omelia indirizzata ai Diaconi per l’evento Giubilare loro dedicato in cui ha rimarcato l’essenzialità del perdono perché un “mondo dove per gli avversari c’è solo odio è un mondo senza speranza, senza futuro, destinato ad essere dilaniato da guerre”.

“San Lorenzo, vostro patrono, quando gli fu chiesto dai suoi accusatori di consegnare i tesori della Chiesa, mostrò loro i poveri e disse: ‘Ecco i nostri tesori!’. È così – ha osservato il Papa nel  testo letto da Fisichella – che si costruisce la comunione: dicendo al fratello e alla sorella, con le parole, ma soprattutto coi fatti,  personalmente e come comunità: ‘per noi tu sei importante’, ‘ti vogliamo bene’, ‘ti vogliamo partecipe del nostro cammino e della  nostra vita’. Questo fate voi: mariti, padri e nonni pronti, nel  servizio, ad allargare le vostre famiglie a chi è nel bisogno, là dove vivete. Così la vostra missione, che vi prende dalla società per  immettervi nuovamente in essa e renderla sempre più un luogo  accogliente e aperto a tutti, è una delle espressioni più belle di una Chiesa sinodale e ‘in uscita’”.

Il secondo intervento di giornata del Papa è stato all’Angelus. Qui il Santo Padre si è detto “fiducioso” per il percorso di recupero. Poi ha indirizzato il pensiero alla guerra in Ucraina in occasione del terzo anniversario della guerra e agli altri conflitti di questa ‘Terza Guerra Mondiale a pezzi’: “Mentre rinnovo la mia vicinanza al martoriato popolo ucraino, vi invito a ricordare le vittime di tutti i conflitti armati e a pregare per il dono della pace in Palestina, in Israele e in tutto il Medioriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan”. 

Infine il pensiero alle tante lettere e ai tanti disegni dei bambini che hanno “colpito” il Papa. Un pensiero di ringraziamento che Francesco ha espresso anche a mezzo social tornando a postare su X dopo una settimana. Insomma, c’è da aspettare per comprendere l’evoluzione dello stato delle cose.

La cugina piemontese: “Sono molto agitata”

“Siamo tutti preoccupatissimi. Speriamo si riprenda in fretta e superi questo momento brutto, io sono molto agitata” confida Carla Rabezzana, 93 anni, la cugina di papa Francesco che abita in provincia di Asti, a Portacomaro, il paese d’origine della famiglia di Jorge Mario Bergoglio. Poco più di 1.900 abitanti che, come milioni di fedeli in tutto il mondo, stanno vivendo momenti di inquietudine per la sua salute. “Preghiamo tutti perché esca in salute dall’ospedale. Provi a mettere il naso in chiesa, è tutto pieno…” racconta un uomo uscendo dalla parrocchia. Tre anni fa, Francesco fece visita a questi territori, ricevendo la cittadinanza onoraria ad Asti. “I nonni erano di qua, siamo molto legati al Pontefice”, spiega una donna. “In paese hanno tutti paura che stia male” aggiunge un barista. Unanime l’augurio di una pronta guarigione e di “rivederlo qua a Portacomaro” dove lo attende anche la “Vigna del papa”, di proprietà del Comune e dedicata a Bergoglio.

I disegni dei bambini per Papa Francesco

“Caro Papa Francesco speriamo che guarisci presto così ti posso abbracciare”, “ti voglio bene Papa Francesco”, “voglio che guarisci presto ed esci dall’ospedale”: sono alcune delle dediche che i bambini delle scuole elementari di diversi comuni italiani hanno inviato al Pontefice ricoverato al Gemelli. Decine di disegni colorati che raffigurano Bergoglio sorridente con il pollice alzato, o mentre apre la Porta Santa. E anche disegni raffiguranti Carlo Acutis, che sarà canonizzato il 27 aprile: il primo Santo dei millenials.

Incontri di preghiera in tutta Italia. Zuppi: “Il Papa possa ristabilirsi al più presto”

È partita da Bologna la catena di preghiera promossa dalla Conferenza episcopale italiana per la salute di papa Francesco. L’iniziativa è cominciata con un rosario, guidato dal vescovo di Bologna e presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, nella basilica di San Domenico, al quale si sono uniti numerosi fedeli. L’invito dei vescovi è quello di organizzare, da lunedì, tante iniziative analoghe nelle chiese italiane. “Ci riuniamo in preghiera – ha detto Zuppi – per affidare alla Vergine madre Papa Francesco e lo facciamo con tanto affetto e riconoscenza, in questo momento di prova e di sofferenza. Nei prossimi giorni le chiese in Italia si ritroveranno in tanti modi, per intercedere con Maria per la guarigione del papa. Certamente farà piacere a Papa Francesco che insieme a lui ricordiamo tutti i malati, soprattutto quelli di cui nessuno si ricorda”.

Tutto il mondo prega per Papa Francesco

La Casa Bianca ha fatto sapere che “Trump è stato aggiornato” sul suo stato: “Preghiamo” per lui, ha aggiunto la portavoce del presidente americano. Anche il principe e presidente degli Emirati Arabi, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, ha inviato un messaggio al Pontefice, augurandogli “una pronta guarigione”. 

Nei giorni scorsi, il presidente dell’Iran, Masoud Pezeshkian, ha scritto su X: “Auguro a papa Francesco di stare bene e prego l’Onnipotente per la sua salute e la sua pronta guarigione”. Così come Ahmad Al-Tayyeb, grande imam di al-Azhar, la più importante autorità religiosa dell’islam sunnita, su Facebook: “Prego Dio affinché conceda al mio caro fratello papa Francesco una pronta guarigione e una buona salute per potere continuare il suo cammino al servizio dell’umanità”. 

Simile messaggio anche dalla presidente del Messico: “Auguriamo una pronta guarigione a papa Francesco, grande umanista che ha scelto di stare dal lato dei più poveri e di promuovere la fraternità tra le persone e le nazioni”. Mentre dalla Colombia, qualche giorno fa, è giunta al cardinale Pietro Parolin, la lettera della ministra degli Esteri, Laura Sarabia, in cui si dice che il Paese è preoccupato per Francesco, ricordando “gli sforzi di Bergoglio per la costruzione della pace in Colombia”.   

In Argentina, suo Paese natale, le preghiere per la sua salute riguardano principalmente i quartieri più poveri di Buenos Aires, le cosiddette “villas miserias” dove operano i “curas villeros” (i preti dei poveri) e dove il ricordo del sostegno e delle frequenti visite dell’allora vescovo Jorge Bergoglio è ancora vivo. Tra l’altro, l’immagine del Pontefice è stata proiettata sull’obelisco di Buenos Aires, mentre al confine tra Usa e Messico è stata eretta una statua di Francesco nel luogo dove 9 anni fa celebrò la messa.   

Alle preghiere dei leader, si aggiungono quelle della gente semplice durante la messa domenicale in varie città del mondo: da Nairobi, in Kenya, a Sydney e Melbourne in Australia, fino a Timor Est, che il Papa ha visitato l’anno scorso e dove la maggior parte della popolazione è di fede cattolica, e naturalmente nelle Filippine, dove quasi l’80% della popolazione è cattolica romana. Da giorni, tutti i principali quotidiani internazionali dedicano un articolo sulle prime pagine al Papa, seguito anche sui social dove la notizia del suo ricovero è diventata una delle più cliccate nell’ultima settimana.

Auguri anche dalla Mecca

Auguri di guarigione al Papa arrivano anche dalla Mecca, dove si trova in pellegrinaggio l’Imam Yahya Pallavicini. In uno dei luoghi più sacri per tutti i musulmani, di fronte al tempio della Ka’ba e durante le invocazioni che migliaia di pellegrini compiono in quegli spazi sacri ogni giorno, Pallavicini ha voluto così trasmettere gli auguri e preghiere di buona salute al pontefice: “Penso subito a lui come a un campione di dialogo sulla fratellanza e di amicizia con i musulmani”, ha affermato l’imam Pallavicini. “I migliori auguri allora di Pace e salute a papa Francesco – conclude l’imam – che nell’anno del 60o anniversario della Nostra Aetate continua ancora nel solco del dialogo aperto da San Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986”.

Fonte RaiNews.it

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