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La lotta tra le piante e la peggiore catastrofe climatica del mondo

Last updated: 10/03/2025 11:30
By Redazione 112 Views 3 Min Read
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Uno studio rivela il lungo e laborioso processo di recupero dell’ecosistema dopo uno dei periodi di riscaldamento più estremi nella storia della Terra

AGI – Le piante avrebbero lottato per milioni di anni per la loro sopravvivenza dopo la peggiore catastrofe climatica del mondo, occorsa 250 milioni di anni fa. È quanto suggerisce uno studio dell’University College Cork (UCC), dell’Università del Connecticut e del Natural History Museum di Vienna pubblicato sul Geological Society of America Bulletin, che rivela il lungo e laborioso processo di recupero dell’ecosistema messo in atto dalle piante dopo uno dei periodi di riscaldamento più estremi nella storia della Terra: il Permiano finale Con oltre l’80% delle specie oceaniche spazzate via dalla faccia della terra, l’evento di fine Permiano ha segnato la peggiore estinzione di massa di tutti i tempi, di cui le manifestazioni per la vita sulla terraferma non sono ancora del tutto note.

Esaminando le piante e le rocce fossili del bacino di Sydney nell’Australia orientale, i ricercatori hanno ricostruito una storia di milioni di anni di resilienza, recupero ed effetti a lungo termine del cambiamento climatico in cui si evidenzia ad esempio che le conifere, come i pini moderni, sono state tra le prime a colonizzare la terra subito dopo la catastrofe del Permiano finale. Si è inoltre scoperto che temperature ancora più elevate durante il massimo termico tardo smithiano hanno fatto scomparire anche le conifere sopravvissute che a loro volta sono state sostituite da piante resistenti e arbustive molto simili ai moderni licopodi.

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Questo periodo torrido durò circa 700.000 anni e rese la vita difficile per alberi e altre grandi piante. Solo dopo un importante evento di raffreddamento, l’evento smithiano-spathiano, alcune particolari piante, le felci con seme, hanno iniziato a prosperare e a creare foreste più stabili che hanno finito per dominare i paesaggi della Terra per milioni di anni, aprendo la strada alle rigogliose foreste durante l’era dei dinosauri del Mesozoico.

Quindi, dopo milioni di anni, gli ecosistemi forestali del Mesozoico hanno iniziato ad assomigliare a quelli precedenti al crollo del Permiano finale, sebbene le specie vegetali che componevano queste nuove foreste erano completamente diverse. Studiando come gli antichi ecosistemi vegetali hanno resistito alle oscillazioni climatiche estreme, i ricercatori sperano di comprendere come le piante e gli ecosistemi moderni possano far fronte alla crisi climatica odierna.

Gli ecosistemi dipendono da un fragile equilibrio nei quali le piante sono la spina dorsale delle reti alimentari terrestri e preziosi pozzi di carbonio naturali che stabilizzano il clima terrestre. “L’interruzione di questi sistemi può avere impatti che durano centinaia di migliaia di anni, quindi proteggere gli ecosistemi odierni è più importante che mai” conclude Marcos Amores, ricercatore dell’UCC e autore principale dello studio.

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