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Sicilia nella morsa del caro bollette. Per l’elettricità si registra un +30%, il gas è a +90% in confronto al 2019

Last updated: 16/03/2025 10:34
By Redazione 193 Views 6 Min Read
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A gennaio aumenti record rispetto ad un anno fa per aziende e famiglie: le analisi di Confcommercio e Codacons

Saranno le oscillazioni di borsa dell’energia o le speculazioni di mercato innescate dalle questioni geopolitiche, ma tant’è: “Per le imprese siciliane la spesa media dell’elettricità è aumentata del 30% nel gennaio del 2025 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, e se facciamo poi il raffronto con il 2019, arriviamo addirittura a un rialzo del 55%”.

A rimarcarlo, sulla base degli ultimi dati elaborati dall’Ufficio studi dell’associazione, è il presidente regionale di Confcommercio Gianluca Manenti, rilanciando così un allarme che vale per tutta l’Italia, ma che in Sicilia sembra suonare più forte se si pensa che a livello nazionale, nello stesso arco di tempo considerato, le bollette della luce per le aziende del terziario segnano un incremento medio
del 24%.

Per non parlare del gas, che al di qua dello Stretto lo scorso mese ha registrato un’impennata del 28%
al confronto con gennaio 2024, un punto in più rispetto all’aumento rilevato in tutto il Paese, mentre nel paragone con il 2019 l’asticella sale alle stelle: +90%.

Si tratta di soglie che non si vedevano dall’inizio del conflitto russo-ucraino, quando Mosca cominciò a tagliare i rubinetti del metano diretto in Europa: una batosta, spiega Manenti, che «sta tagliando le gambe alle nostre aziende, soprattutto ai ristoranti e alle strutture ricettive, costrette a fare i conti con stangate che poi si ripercuotono sui prezzi finali e su una spirale inflazionistica che rischia di contrarre i consumi.
Abbiamo anche esempi di operatori del settore, a Palermo come a Catania, che si sono visti aumentare la bolletta, nel giro di quattro mesi, da 5.000 a 7-000 euro, con una penalizzazione che, a cascata, si riversa sull’intera filiera e che, se le cose dovessero andare avanti così, prelude a un 2025 di pesanti difficoltà per tutti. Come Confcommercio abbiamo già chiesto che, a livello europeo, si fissi un tetto massimo al prezzo del gas tra 50 e 60 euro a Megawattora, per ridurre la volatilità e prevenire nuovi aumenti speculativi.
È necessario, poi, riformare il mercato dell’energia, separando i prezzi dell’elettricità da quelli del
gas, e favorire gli acquisti congiunti di energia in scala Ue attraverso contratti a lungo termine con fornitori affidabili.

Indispensabile, altresì, chiedere una progressiva sterilizzazione degli oneri generali di sistema.
È anche un modo per proteggere i consumatori che ridurranno, stando così le cose, la propria propensione all’acquisto”.
Lo sa bene il Codacons, che legge lo stesso problema sul lato famiglie, soprattutto per quanto riguarda il metano, perché a febbraio, “con le nuove tariffe del gas per gli utenti vulnerabili la bolletta media, considerato un consumo pari a 1.100 metri cubi annui a famiglia, si attesta a 1.435 euro, equivalente ad una maggiore spesa annua, nell’ipotesi di prezzi costanti, pari a 42 euro in più a
nucleo rispetto a gennaio. Al confronto con lo stesso periodo del 2021 i prezzi del metano risultano a febbraio più elevati addirittura del 84,6%, pari ad una maggiore spesa di 658 euro a famiglia”, e “se si considera anche l’energia elettrica, la bolletta media di un utente vulnerabile, tra luce (con consumi pari a 2.000 Kilowattora annui) e gas, raggiunge quota 2.061 euro annui”.

Ma al netto del contesto geopolitico e degli esborsi dei privati, che sono uguali in tutta Italia, come si spiega il fatto che le imprese siciliane scontino salassi più alti rispetto alle bollette (già carissime) pagate dalle aziende che insistono al di là dello Stretto?
Per quanto riguarda la luce, Mario Pagliaro, dirigente di ricerca del Cnr di Palermo, punta il dito verso
“il “tappo” che ancora persiste nel trasferimento della corrente elettrica tra la parte orientale e quella occidentale dell’Isola, mentre l’altro nodo, quello che limitava il passaggio dell’energia con la Calabria, è stato finalmente sciolto tanto che il collegamento ha permesso di ridurre il gap tra il prezzo zonale siciliano e quello nazionale. Ma la differenza resta ed è quantificabile in un +8%
per le bollette delle nostre imprese. L’elettrodotto in questione è il Chiaramonte Gulfi-Ciminna” – opera per la quale è in corso la fase di progettazione esecutiva propedeutica all’avvio delle attività di realizzazione da parte di Terna –”e servirebbe a trasferire verso Ovest in alta tensione il surplus di produzione generato dalle centrali elettriche della Sicilia orientale, sfruttando al contempo il
grande potenziale del fotovoltaico che dalle province di Palermo e Trapani non riusciamo a mandare
dall’altra parte regione”.

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