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Coop. soc. ConSenso, Terlizzi: “Il 2 aprile la Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, poi? Poi cala il sipario”

Last updated: 02/04/2025 9:01
By Redazione 330 Views 3 Min Read
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Riceviamo e pubblichiamo

In occasione della giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, il direttore della coop. soc. ConSenso di Caltanissetta, Gaetano Terlizzi, interviene con una sua riflessione e un’analisi attenta sulla realtà che vivono le persone con autismo e le loro famiglie.

“Ogni anno, il 2 aprile, si celebra la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo. Una giornata internazionale, piena di buone intenzioni, luci blu, frasi fatte e fotografie da postare. Un tempo simbolico di 12, massimo 24 ore, in cui ‘tutti’ parlano di inclusione, diritti e consapevolezza.

Poi? Poi cala il silenzio.

Le luci si spengono. I post scompaiono dai feed. Le famiglie restano sole. I ragazzi tornano invisibili.

Ecco la verità scomoda: l’autismo non ha bisogno di una giornata di sensibilizzazione. Ha bisogno di 365 giorni di responsabilità.

Responsabilità concreta, reale, continua.

Siamo stanchi delle commemorazioni a scadenza. Siamo stanchi dei convegni vuoti, delle promesse che restano sulla carta, delle parole che si dissolvono nell’aria il 3 aprile.

Le famiglie che convivono con l’autismo non chiedono pietà, ma diritti garantiti. Chiedono che le linee guida regionali non restino chiuse nei cassetti. Chiedono che le risorse destinate all’autismo vengano realmente impiegate per costruire risposte. Chiedono che le scuole siano formate, che i servizi funzionino, che i territori non restino abbandonati alla buona volontà di pochi. Ma soprattutto, chiedono che la sensibilità non sia un evento, ma un atteggiamento quotidiano.

La nostra realtà, nel frattempo, non sta ferma.

Gli sforzi che stiamo mettendo in campo sono tanti e costanti.

Non siamo più in quel tempo buio in cui la parola “autismo” faceva persino fatica a essere pronunciata. Quando qualcuno la confondeva con “autisti”, quando l’ignoranza era talmente diffusa da generare solo esclusione.

Oggi, fortunatamente, abbiamo molti più strumenti per intervenire, comprendere, sostenere.

Ma non bastano gli strumenti, servono risorse.

E soprattutto servono programmi di intervento strutturati, che non si limitino al breve periodo, ma costruiscano nel tempo percorsi di supporto reali e opportunità concrete per i ragazzi e le loro famiglie.

Perché diciamolo chiaramente: non investire oggi significa compromettere il percorso di ciascuno di loro. Significa aggravare le difficoltà, far regredire abilità acquisite con fatica, e aumentare domani i costi economici e sociali per supportare situazioni che potevano essere prevenute, sostenute, valorizzate.

Smettiamola con le celebrazioni e cominciamo a costruire realtà.

Perché l’autismo non è una parentesi nella nostra coscienza. È parte viva della nostra comunità.

E finché ci limiteremo a riflettere per 12 ore l’anno, senza agire negli altri 364 giorni, resteremo sempre indietro.

E a pagarne il prezzo saranno sempre loro: i ragazzi e le famiglie che, nonostante tutto, continuano a resistere”.

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