Emendamenti di DdI e FI
Nella notte tra martedì e mercoledì la maggioranza ha concluso le votazioni sulla riforma che stravolge e limita i poteri della Corte dei Conti.
Con un emendamento finale che rende retroattivo lo sconto fino al 70% per gli amministratori e i funzionari condannati per danno erariale e il salvacondotto per i politici che saranno salvati
presumendo il principio della loro “buona fede”.
Norme approvate nelle ultime due settimane con altrettanti emendamenti dei relatori e a cui si è
aggiunto il tocco finale: avranno carattere retroattivo, cioè si applicheranno anche ai giudizi in corso e che non sono arrivati a sentenza definitiva.
E anche a quei casi definitivi ma in cui il soccombente non ha ancora pagato la somma dovuta.
Gli emendamenti sono stati approvati nella notte tra martedì e mercoledì dalle commissioni
Affari costituzionali e Giustizia della Camera e sono firmati dal forzista Tommaso Calderone e dai meloniani Augusta Montaruli e Luca Sbardella.
Prevedono, appunto, la retroattività delle norme relative all’articolo 1 del provvedimento.
Il danno erariale viene reso sempre più difficile da contestare grazie a un salvacondotto per gli amministratori, per cui si presumerà sempre la “buona fede” e “fino a prova contraria ”: la norma,
fatta approvare da Montaruli e Sbardella, prevede uno “scudo” per tutti gli atti perché qualsiasi
delibera viene sempre almeno “vistata” da un dirigente amministrativo; dalle delibere comunali
e regionali fino ai rimborsi spese.
Il danno erariale, dunque, verrebbe di fatto cancellato per politici e amministratori perché – presumendo la buona fede – non si potrà contestare la cosiddetta “colpa grave”, unico paletto rimasto per processare gli amministratori per danno erariale. Inoltre sarà retroattivo anche lo sconto fino al 70% (il limite è di due annualità) per amministratori e funzionari già condannati per danno erariale.
È probabile, dunque, che molti procedimenti in corso salteranno.
La riforma arriverà in aula lunedì. L’obiettivo è arrivare a un primo via libera entro Pasqua anche per
un altro motivo: lo scudo erariale per gli amministratori – giustificato con le opere del Pnrr –scade il 30 aprile e il governo intende prorogarlo almeno fino a fine anno.
La reazione dell ’Associazione dei magistrati della Corte dei Conti è durissima: “Caos organizzativo,
impoverimento e svuotamento delle funzioni saranno le prime conseguenze di una riforma con gravi ricadute sui cittadini, che hanno il diritto di avere un giudice indipendente, autonomo e garante del corretto utilizzo dei loro soldi”, spiegano nel comunicato.
Le nuove norme producono “gerarchizzazione delle procure, forme di controllo a richiesta del controllato, segretazione di alcune delibere, pareri della Corte che scudano la responsabilità
di amministratori pubblici, presunzione di buona fede dei politici.
Si lascia il Paese orfano di un effettivo controllo delle finanze pubbliche”.
