La politica e la sua eterna “attenzione” verso l’informazione… un copione già visto
La particolare “attenzione/preoccupazione” per la libertà di espressione e per la libera stampa non sorprende affatto, è un “refrain” che ciclicamente torna a farsi sentire, un po’ come le maree.
Certo, in modo particolare l’informazione locale, quella che racconta le storie di casa nostra, che scava nelle piccole e grandi dinamiche del territorio, è spesso un nervo scoperto per la politica locale e non solo.
Tocca interessi concreti, smaschera accordi, più o meno sottobanco, magari qualche magagna, fatti e situazione che altrimenti resterebbero sotto il tappeto.
E si sa, il potere e anche molti altri, amano mettere la polvere sotto i tappeti, preferendo racconti più edulcorati che al contrario, evidenziano solo le cose positive o parlano di altro, giusto per distrarre l’attenzione dai più gravi problemi del territorio in cui viviamo.
Però, cari amici, la storia ci insegna che cercare di nascondere la polvere sotto il tappeto e cercare di mettere il bavaglio all’informazione, anche semplicemente attaccandola per denigrarla, alla lunga, non porta buoni frutti e chi li aiuta, ovviamente per proprio tornaconto, ne è complice.
Per far bene le pulizie, come già detto altre volte, c’è un prezzo da pagare e qualche rischio da correre, soliti consigli, solite minacce, più o meno velate, ma chi non ha “cambiali da onorare”, va avanti sapendo anche che non c’è cosa più bella della libertà di potersi esprimere liberamente, sempre dimostrando quello che si scrive, non temendo di essere richiamati o scrivere per ingraziarsi qualcuno, per rifarsi una nuova verginità, cercando di rientrare in ambienti che in passato li avevano esclusi.
Certi “lavori”, qualcuno purtroppo li deve pur fare, a costo anche di essere accusato, come spesso accade di leggere, di apparire di parte, di scrivere cose non vere, dimostrassero il contrario, ma leggendo bene, sena paraocchi e pregiudizi, si dovrebbe capire che non si fanno sconti a nessuno, cambiano i colori delle amministrazioni, ma quel che va detto lo si è detto, lo si dice e lo si dirà sempre e lo dimostra il fatto che coloro che apprezzano certi commenti oggi non erano gli stessi di ieri.
Si chiama onestà intellettuale e dovrebbe valere per tutti, non solo per i giornalisti.
Quest’occhio di riguardo, spesso sortisce però l’effetto contrario: la verità, purtroppo per loro, tende a farsi strada e troverà sempre qualcuno disposto a raccontarla, anzi certe reazioni danno maggior forza e nuova linfa per andare avanti.
Spiace anche leggere che alcuni “opinionisti” non abbiano il coraggio di dire in faccia quel che pensano di questa testata e di chi scrive, ma per farlo si premurano a scrivere su altre testate locali o gruppi, che probabilmente non vedono l’ora di farlo, per attaccare e criticare, nonostante le porte di questa testata siano aperte a tutti, ma poi, probabilmente richiamati, non lo fanno più.
Spiace leggere anche “la lettera di una (presunta) cittadina”, la cittadina, esiste realmente, se non abbiamo scritto il nome è per tutelare la persona da questi prevedibili attacchi e da altri che devono ancora decidere da che parte stare, essendo probabilmente ultimamente un po’ confusi, politicamente parlando. Si avesse il coraggio di controbattere direttamente con chi scrive e non usare il “dico a te figlia per farlo sentire alla nuora”.
Perchè questi “opinionisti” nulla scrivono sulle condizioni della città, sul fatto che da un anno manca il presidente del consorzio, che la piscina è ancora chiusa e di tutte le altre problematiche, mentre sprecano energie e tempo per attaccare una testata libera, che probabilmente da fastidio anche a loro?
Parlino di cose serie, se ne hanno il coraggio e non si prestino a giochini per piacere ad altri.
Il sottoscritto non ha di certo bisogno di usare “mezzucci”, lettere non firmate, per dire le cose che pensa.
E poi, diciamocelo chiaramente, un’informazione locale vivace e indipendente è un presidio di democrazia, ovviamente per chi la ama e per chi non ha polvere da nascondere.
È quella che permette ai cittadini di farsi un’opinione informata e fuori dal coro degli adulatori su ciò che accade sotto le loro case e dentro i palazzi, di farli partecipare alla vita pubblica, di farsi da tramite e chiedere conto agli amministratori, anche se spesso, quanto lo scritto corrisponde al vero, rimangono in silenzio, fanno finta di non leggere o se ne escono con il dire “non ti rispondo per non darti confidenza”, però fanno sapere che “sta esagerando”.
Quindi, se la politica e non solo, “tende” a mettere il bavaglio, la risposta non può che essere un’informazione ancora più libera, ancora più tenace, ancora più radicata nel tessuto sociale e che va più a fondo.
Un’informazione che non si lascia intimidire o scoraggiare, che non abbassa la guardia, che continua a raccontare la realtà, scomoda o piacevole che sia.
Proprio così, mai abbassare la guardia, costi quel che costi e chi ha qualcosa da ridire….prego si accomodi pure, le porte sono aperte a tutti come anche la possibilità di contraddire e contestare quanto scritto e sostenuto.
Quel che fa più male alla città sono i silenzi, non il raccontare certe verità scomode.
Ad Maiora
