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“Giornalismo indipendente, per Meloni resta un problema”: parla la presidente della Vigilanza Rai, Floridia

Last updated: 04/05/2025 6:08
By Redazione 121 Views 5 Min Read
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Per la presidente della Vigilanza Rai, Floridia, “attaccare la libertà di stampa indebolisce la nostra democrazia e la rende una farsa”

“L’Italia scivola ancora” e perde posizioni nel nuovo rapporto di Reporter senza frontiere (Rsf), “un degrado costante, ignorato e alimentato dal governo”. Non usa mezzi termini la presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, del Movimento 5 Stelle, per commentare l’ennesimo – triste – exploit del nostro Paese. “La commissione di Vigilanza Rai resta bloccata – prosegue – la riforma del servizio pubblico congelata, volano querele temerarie da parte dei politici e c’è il caso enorme dei giornalisti di Fanpage spiati. Meloni dice che la libertà di stampa è cosa troppo importante per essere sminuita con la propaganda, ma intanto sta rendendo l’Italia fanalino di coda”.

Presidente, l’Italia scivola ancora nella classifica di Rsf sulla libertà di stampa: perse altre 3 posizioni, dopo le 6 dell’anno scorso… da cosa dipende tale declino?
“È lo stesso rapporto che ce lo dice: pressioni della politica sulla stampa, querele temerarie e addirittura minacce e aggressioni ai giornalisti. Il problema è tutto in una maggioranza che sembra interessarsene solo quando le fa comodo, senza affrontare la questione in maniera strutturale”.

Legge bavaglio sulle ordinanze, querele temerarie, interi partiti che si accaniscono contro “Report”, sembra proprio che al governo Meloni la libertà di stampa stia stretta.
“Uno dei risultati migliori che abbiamo raggiunto su questo fronte è aver garantito il giornalismo d’inchiesta nel contratto di servizio della Rai. Certo è che se poi chi fa inchieste viene bombardato di querele temerarie dai ministro della Meloni, la situazione non può dirsi positiva. Per la premier la stampa Indipendente è un problema perché smaschera la propaganda che c’è dietro gran parte delle politiche di questo governo”.

Querele temerarie: perché in tanti anni non si è riusciti mai a fare una legge, neanche con i governi di centro-sinistra?
“Purtroppo quando il Movimento 5 Stelle è stato al governo la pandemia ha assorbito ogni sforzo. Però anche dall’opposizione continuiamo a ribadire che questa legge è una priorità democratica”.

Quale è stato secondo lei l’episodio più grave dell’ultimo anno?
“Il caso dei giornalisti di Fanpage spiati è sicuramente gravissimo e il fatto che ancora il governo non si sia degnato di fare chiarezza è francamente allucinante. Anche il caso di Report, citata in giudizio da un intero partito – quello di Giorgia Meloni – è un caso emblematico che credo sia un unicum a livello mondiale”.

Come sempre nell’occhio del ciclone c’è la Rai: nonostante le sollecitazioni della Ue e la direttiva Media freedom act, una vera riforma non sembra all’orizzonte, come finirà? L’Italia entrerà in procedura di infrazione?
“Il governo e la maggioranza sanno benissimo come stanno le cose. Mancano tre mesi alla procedura di infrazione e la riforma è sostanzialmente bloccata in commissione. Nel frattempo la commissione di Vigilanza è ostaggio della maggioranza: una situazione che continuerò a denunciare con forza finché non si arriverà ad una soluzione”.

Il rapporto ricorda i giornalisti minacciati dalla mafia, ma Cosa nostra sembra sparita dai media italiani, una bella contraddizione, non trova?
“Sì. Il tema della lotta alla mafia deve tornare ad essere centrale e il dibattito pubblico. Recentemente ho stigmatizzato la scelta della Rai di non mandare in onda il docu-film su Piersanti Mattarella. Sono segnali che non ci possiamo assolutamente permettere”.

L’ultimo caso, in ordine di tempo, è lo spionaggio al giornalista di Fanpage Ciro Pellegrino, la conferma che l’infiltrazione del trojan Paragon nel telefono del direttore Cancellato non era un “errore”… Sapremo mai la verità?
“Noi continueremo a chiedere con forza che il governo vengono in parlamento e faccia chiarezza su un caso gravissimo di cui si è parlato anche fuori dal nostro paese. Se Meloni non lo farà si assume una responsabilità enorme. Attaccare la libertà di stampa indebolisce la nostra democrazia e la rende una farsa. E l’Italia ci sta scivolando sempre più dentro”.

Fonte LANOTIZIAGIORNALE.IT di Andrea Sparaciari

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