“È molto più semplice fare un Papa che un segretario del Pd in Sicilia”.
Non è una battuta, ma è lo slogan scelto dagli oppositori di Anthony Barbagallo, segretario
uscente e ricandidato nell’Isola, nonché protagonista di una tragicommedia in pieno stile dem che va avanti da mesi.
Il riferimento al recente Conclave è del capogruppo Pd in Regione, Michele Catanzaro, in conferenza stampa a Palermo.
A essere sul piede di guerra non sono solo i dem dell’Ars, ma anche l’eurodeputato Giuseppe Lupo, che ha denunciato come a votare il Regolamento del congresso (in un’infuocata Assemblea, lo scorso 27 gennaio) ci siano stati pure almeno “una persona defunta”, oltre a profili online identificati come “il merlo” e “il gatto nero” (parola di un altro deputato dem all’Ars, Fabio Venezia).
Se Barbagallo non pubblica i nomi di tutti quelli che hanno votato online sono pronti a non partecipare.
L’interessato si limita a esprimere su Facebook “dispiacere”. In realtà eri alle 12 scadeva il termine per candidature alternative.
Dunque, la bomba si fa scoppiare quando è chiaro che gli anti-Barbagallo non sono riusciti a trovare un nome alternativo.
Tutto parte dal fatto che Barbagallo, appoggiato da Dario Franceschini, ha voluto chiudere il tesseramento per il congresso il 31 dicembre 2024.
Le altre Regioni (Umbria, Calabria, Emilia-Romagna e Sardegna) lo hanno lasciato aperto per l’anno in corso.
Varie visite in Sicilia del responsabile Organizzazione Pd, Igor Taruffi, non sono bastate.
Allora è stato mandato il Commissario, Nico Stumpo, che ha cercato inutilmente la lista dei votanti di gennaio. E che poi ha provato ad arrivare a una soluzione politica.
Lupo, che è arrivato a Strasburgo in quota Lorenzo Guerini, se l’è legata al dito da quando Franceschini ha scelto come uomo forte dell’isola Barbagallo. Elly Schlein ha chiaro che qualcosa non va (anche perché gente come Piero Bartolo di Barbagallo non vuol sentir parlare), ma non può litigare con l’ex Ministro.
La minoranza è pronta alle barricate, perché “la Sicilia non è la Basilicata”.
All’angolo su tutto, dal jobs act alla politica internazionale, ragiona anche su un proprio candidato da schierare a eventuali primarie per la premiership tra Conte e Schlein (per indebolire lei).
Stumpo, intanto, ieri sera ha convocato la Commissione per il congresso per le candidature.
Poi, si aspettano i ricorsi. Ma i “ribelli” sono pronti a rivolgersi alla magistratura.
