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Ars, primo sì alla manovra. Ma i soldi già non bastano per le “mance” ai deputati

Last updated: 15/05/2025 12:55
By Redazione 129 Views 4 Min Read
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Altri 25 milioni per le “esigenze territoriali” dei parlamentari. Lunedì vertice con Schifani e il centrodestra

La manovrina da 50 milioni passa l’esame in Commissione bilancio. Ma è solo il primo tempo di una partita che ha ancora molto da dire. Con molte probabilità, infatti, il testo che diventerà legge sarà diverso da quello che ieri ha ricevuto il primo via libera. E un passaggio chiave è già stato fissato per lunedì prossimo alle 16, quando il presidente della Regione Renato Schifani incontrerà segretari e capigruppo dei partiti della coalizione. Sul piatto, probabilmente, finiranno anche 25 milioni di euro da destinare alle “esigenze
territoriali” dei deputati.
Il ddl approvato in commissione era stato blindato dal governo che aveva chiesto ai parlamentari di
non intervenire con proposte di modifica. Ma nei giorni scorsi al presidente Schifani sono arrivati segnali non incoraggianti, in vista dell’esame a Sala d’Ercole. Martedì, ad esempio, la mancanza del numero legale in Commissione, dove i deputati si apprestavano a discutere gli ultimi tre articoli della manovra, è stato letto come un segnale di insofferenza dei deputati.
Costretti, appunto, a riporre nel cassetto gli interventi mirati al proprio collegio elettorale o, in qualche caso, a registrarne la bocciatura.
È il caso della proposta del capogruppo di Fdi Giorgio Assenza che puntava ad aumentare il budget
per i privati della Sanità, o quello dell’altro meloniano, Pino Galluzzo, che proponeva un contributo
per la riapertura del pronto soccorso di Barcellona Pozzo di Gotto, oltre a quelli, molto più numerosi,
presentati dall’opposizione.
Ma il segnale è arrivato a Palazzo d’Orleans. E non a caso, il presidente della Regione ha usato parole che suonano come un’apertura alle esigenze del parlamento: «Questo clima di confronto sereno e costruttivo — ha detto il governatore
— rappresenta un elemento prezioso che potrà permetterci, già nelle prossime fasi, di ampliare
il disegno di legge originario con ulteriori misure, volte a favorire la crescita economica del nostro territorio, l’incremento dei livelli occupazionali e una visione strategica di lungo periodo. Nei prossimi giorni — annuncia poi Schifani — mi riservo di incontrare tutti i partiti della maggioranza, con l’obiettivo di condividere un percorso comune in vista dei lavori d’Aula».
Schifani parla quindi chiaramente della possibilità di «ampliare il ddl». Per farlo, però, servirà la
copertura finanziaria. Che potrebbe essere stata trovata, trasformando un pasticcio in una nuova opportunità per l’Ars. La mancata attivazione della legge che prevedeva 50 milioni l’anno per nuove assunzioni delle imprese, potrebbe aver fatto “risparmiare” al governo, per il 2025, la metà dei soldi previsti: 25 milioni, quindi, da mettere a disposizione, tutti o in parte, dell’Ars per i desiderata dei deputati.
E favorire, così, un’approvazione della manovra senza ansie da voto segreto. A patto che a Sala
d’Ercole non piovano emendamenti-mancia, già pesantemente bocciati dal Mef, e sfuggiti all’impugnativa proprio grazie all’impegno assunto da Schifani di non replicare quello schema. Non a caso, la riunione di maggioranza di lunedì precede di 24 ore il termine per gli emendamenti alla manovrina.
Intanto, però, si partirà dal testo-base, approvato quindi senza modifiche. Il ddl destina 5 milioni per il rifinanziamento della legge sulla povertà, circa 11 milioni per interventi sugli impianti per i rifiuti a Palermo e nel Messinese, altri 5 milioni per il contrasto alla crisi
idrica, due milioni per quest’anno e 6 per l’anno prossimo serviranno invece per calmierare gli effetti dei dazi.
Confermati poi i 15 milioni per i convenzionati, per compensare gli aumenti del nuovo tariffario e i
6,6 milioni per abbattere l’addizionale comunale sui voli da e per gli aeroporti di Comiso, Birgi, Lampedusa e Pantelleria.

Da laRepubblicaPalermo di Accursio Sabella

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