Riceviamo e pubblichiamo
Come è ormai noto con il D.D.G. n. 2574 del 28 maggio 2025, è stato revocato il decreto n. 1326 del 13 aprile 2022 con cui l’Antenna RAI di Caltanissetta e le relative strutture erano state dichiarate bene di interesse etnoantropologico particolarmente importante, e quindi con quel provvedimento, era stato sottoposto a tutte le prescrizioni di tutela previste dalla normativa italiana per i beni culturali. La revoca, giunta giorni fa, appare del tutto inattesa e lascia spazio a molteplici interrogativi, aggravati da apparenti incongruenze cronologiche e dalla mancanza di motivazioni tecniche puntuali.
Date in contrasto: errore materiale o anomalia sostanziale?
Il decreto 2574/2025 richiama una nota della Soprintendenza di Caltanissetta, datata 12 maggio 2024 (prot. 2896), che sarebbe stata acquisita dal Dipartimento al protocollo generale già il 13 aprile 2024, ovvero un mese prima. Una discrepanza temporale che potrebbe essere frutto di un errore materiale, ma che in assenza di chiarimenti ufficiali alimenta dubbi sulla regolarità dell’iter amministrativo. Non meno rilevante è il fatto che la richiesta di revoca risale a un anno fa, ma il relativo provvedimento è stato adottato solo ora.
Sorge spontanea la domanda:
Perché attendere un anno prima di adottare la revoca?
Si è trattato di un ritardo legato alla campagna elettorale per il sindaco?
Un altro dubbio che sorge spontaneo è legato alla presenza di un eventuale refuso, e pertanto la data non sia quella del 2024, bensì quella del 2025. Anche in questo caso, le tempistiche coinciderebbero con quelle di pubblicazione del video, pubblicato sulla testata online Caltanissetta401.it, del ragazzo che, arrampicatosi sull’antenna, ne rivela i problemi alla struttura.
E quindi, ci si è resi conto della gravità dal video o da ispezioni e relazioni tecniche dettagliate?
Il decreto 1326/2022 che imponeva il vincolo era supportato da una dettagliata relazione tecnica. Al contrario, il decreto di revoca si limita a richiamare “le motivazioni indicate dalla Soprintendenza”, senza allegare o citare una relazione tecnica specifica a supporto.
Se tale relazione esiste, è doveroso renderla pubblica.
In caso contrario, chi ha richiesto e firmato la revoca dovrebbe chiarire su quali basi oggettive è stata fondata la decisione.
Un altro punto critico riguarda le mancate azioni di conservazione del bene. Il D.Lgs. 42/2004 (articoli 29-35) prevede chiaramente obblighi di tutela, e consente anche l’intervento pubblico in sostituzione del privato nei casi di inadempienza (art. 30, comma 3).
Quindi ci si chiede:
Dal 2022, era possibile imporre interventi di manutenzione per conservare l’Antenna?
Perché non è stato fatto nulla, lasciando che le condizioni peggiorassero fino a giustificare – secondo la Soprintendenza – la revoca del vincolo?
La revoca del vincolo sull’Antenna RAI rappresenta una perdita per il patrimonio culturale della città. È legittimo quindi alla luce della revoca, che potrebbe portare all’abbattimento, scongiurato solo grazie all’imposizione del vincolo, chiedere chiarezza e trasparenza sia sulla procedura adottata che sulle motivazioni reali che hanno portato alla decisione.
Apprendiamo che verrà chiesto un consiglio monotematico e, si spera, aperto, in modo che la Dott.ssa Vullo, Soprintendente, possa venire a rispondere a questi e ad altri interrogativi, sperando tuttavia non sia assente come è avvenuto per il consiglio comunale monotematico su beni culturali.
Ricordo che La Soprintendenza, come ente pubblico, è tenuta a collaborare con altri enti, tra cui il Comune, per il perseguimento di obiettivi comuni, come la tutela dei beni culturali e di conseguenza non dovrebbe rifiutarsi di partecipare o di rispondere in consiglio comunale riguardo al suo operato.
Se la Soprintendenza si rifiuta di partecipare ad un consiglio comunale per rispondere del suo operato, il comune a mio avviso dovrebbe inviare una diffida ufficiale richiedendo la presenza di un rappresentante e la risposta alle questioni sollevate. Nella peggiore delle ipotesi il Comune dovrebbe segnalare il rifiuto della Soprintendenza all’Assessorato dei beni culturali (la Sicilia ha legislazione esclusiva sul tema a differenza delle altre ragioni a statuto ordinario dove le soprintendenze dipendono dal Ministero), chiedendo un intervento per assicurare la partecipazione della stessa al consiglio comunale.
Ovviamente ci si augura di non dover arrivare a tutto questo e che, se si dovesse tenere il consiglio, la Soprintendenza sarà presente nella persona della Dott.ssa Vullo o di un suo delegato per rispondere e chiarire.
Armando Turturici – Consigliere Comunale
Il decreto
