La famiglia del presidente del Senato in Riviera ha comprato case, gestisce bar ed è interessata a concessioni balneari
Stavano lavorando alla costruzione dell’ascensore di una villa privata, quando la struttura sospesa
che li reggeva si è spezzata e loro sono finiti di sotto. Un incidente sul lavoro che per fortuna non si è concluso con esiti mortali: le condizioni dei due
lavoratori, segnalati inizialmente come un codice rosso al pronto soccorso, quindi in condizioni
molto gravi, sono andate migliorando con il passare dei giorni. Nel frattempo però la Procura di Genova ha aperto un’indagine sull’episodio, avvenuto qualche giorno fa in una villa di Zoagli, località esclusiva della riviera ligure. Una notizia apparsa su alcuni quotidiani locali, senza però il dato più sensibile, il committente dei lavori: l’immobile in cui era in corso l’intervento, in via Venti Settembre, è la villa della famiglia
del presidente del Senato Ignazio La Russa. L’indagine è in mano al pm Giuseppe Longo, che coordina i carabinieri della compagnia di Chiavari e il nucleo di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro della Asl 4. Si tratta di un fascicolo per ora a carico di ignoti che ipotizza il reato di lesioni colpose, aggravate dalla violazione di norme antinfortunistiche.
Dalle prime ricostruzioni i due operai, entrambi italiani, di 41 e 54 anni, sono caduti per via del cedimento di un’asse di legno, troppo vecchia o forse inadatta a reggere quel peso. Per questo gli inquirenti stanno stanno cercando di accertare quali fossero le condizioni del cantiere,
attraverso l’acquisizione dei contratti di appalto e dei documenti dell’azienda incaricata. I fatti risalgono alla tarda mattinata del 26 maggio. In un primo momento la caduta era stata presa molto seriamente dai soccorritori, convinti di trovarsi di fronte a un incidente molto più serio. Le condizioni dei feriti erano state però giudicate meno gravi già nel corso dei primi soccorsi, che avevano portato a ridimensionare il caso da codice rosso a giallo, cioè media gravità, senza rischio di vita.
Questo angolo di Liguria, a due passi da Santa Margherita e Portofino, è il rifugio dei La Russa da
sessant ’anni. Ci hanno passato le vacanze tre generazioni della dinastia: il presidente del Senato ci
veniva con il padre in albergo. Oggi qui i La Russa hanno casa, anzi case. L’acquisto più recente, un attico da 100 metri quadri vista mare, è stato preso all ’asta dal primogenito Antonino Geronimo. Una compravendita di cui si sono occupate le cronache, perché si trattava di un pezzo dell’ambitissimo lascito “Vicini”, abbiente avvocato che lasciò tutto al Comune.
La precedente amministrazione di centrodestra ne aveva messo in vendita una parte, fra cui quella acquistata da La Russa junior a 330 mila euro, la successiva ha annunciato che non sarebbe più accaduto. A Repubblica, quotidiano che si occupò del caso, il vicesindaco Cesare Macciò aveva definito
quello strappato da La Russa junior “quantomeno un ottimo prezzo la zona”. All’articolo era seguita la precisazione del diretto interessato: “Non c’è stata nessuna condizione di favore”. Chi bazzica questi luoghi sa che questo per i La Russa è un buen retiro ma anche un quartier generale, dove all’occorrenza si radunano fedelissimi e si decidono destini politici. Negli ultimi tempi è anche diventato territorio d’investimento per la famiglia. Nel 2023 l’altro figlio del presidente del Senato Lorenzo Cochis, secondo della tribù e capogruppo di Fratelli d’Italia al Municipio 1 di Milano, ha rilevato con due amici un locale di Santa Margherita. Si
chiama Parea Mare ed è il gemello di un locale milanese aperto l’anno prima e chiuso di recente.
I condomini si lamentavano del rumore e degli schiamazzi, è finita con una causa in tribunale,
dove La Russa e soci chiedono danni quasi per mezzo milione di euro ai residenti per i mancati guadagni.
Zoagli è un paese di poco più di 2mila abitanti, dove si sa un po’ tutto di tutti, e corre voce
che Lorenzo abbia manifestato interesse, insieme ad alcuni soci, anche per una concessione
balneare a Santa Margherita. Un ombrellone e una sdraio da queste parti può costare anche 100-150 euro, e non è difficile
immaginare che le gare interessino parecchi imprenditori.
Il progetto sembrerebbe essere stato archiviato, per ora. Ma i La Russa da queste parti sembrano avere intenzioni serie.
Da ilFattoQuotidiano di Marco Grasso
