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La Sicilia ha paura, i No Muos: “E a noi chi ci difende?”

Last updated: 24/06/2025 6:18
By Redazione 167 Views 5 Min Read
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E ora la Sicilia ha paura. La guerra in Iran sembra lontana ma la decisione degli Stati Uniti di attaccare Teheran e il conflitto in Medio Oriente ha messo in grande allarme l’Isola che – considerata la presenza della base militare di Sigonella sul territorio e di altri obiettivi potenzialmente sensibili – risulta sicuramente tra le aree sotto massima osservazione.

Contents
I No Muos: “E a noi chi ci difende?”Guerra Iran – Stati Uniti, rischi per la Sicilia e la posizione di SigonellaGli scenari

I No Muos: “E a noi chi ci difende?”

Esempio è la lettera aperta del Comitato No Muos di Niscemi (CL), che ha protocollato in Comune una missiva indirizzata al Sindaco e, per conoscenza, al Consiglio Comunale, per esprimere forte preoccupazione rispetto al crescente rischio di coinvolgimento diretto della città negli scenari di guerra in corso.

Il testo della lettera denuncia “ancora una volta il ruolo attivo della base americana Muos di Niscemi all’interno del sistema militare statunitense, attualmente coinvolto nei conflitti in Medio Oriente al fianco di Israele. Il Muos, parte integrante delle operazioni di guida e coordinamento militare, rappresenta un’infrastruttura strategica che, proprio per questo, rischia di diventare obiettivo prioritario di attacchi da parte delle forze nemiche degli Stati Uniti”

Il Comitato No Muos sottolinea “come la presenza delle basi statunitensi di Sigonella e Niscemi trasformi, di fatto, il territorio siciliano in un fronte attivo, coinvolgendo la popolazione in guerre mai dichiarate ufficialmente dal governo italiano, ma combattute nei fatti”.

Guerra Iran – Stati Uniti, rischi per la Sicilia e la posizione di Sigonella

Subito dopo l’attacco statunitense agli obiettivi nucleari iraniani di Fordow, Natanz ed Esfahan, si è rafforzata l’allerta per i potenziali obiettivi sensibili in Italia. Si parla del Vaticano, delle sedi diplomatiche, ma soprattutto delle basi statunitensi in Italia (compresa Sigonella, in Sicilia, e il Muos di Niscemi, infrastruttura militare di telecomunicazioni di grande rilevanza).

Dopo l’operazione Martello degli Stati Uniti in Iran, l’attenzione ai siti sensibili in Medio Oriente, in Sicilia e in tutto il mondo è destinato a crescere.

Secondo le ultime informazioni in possesso del Qds, a Sigonella lo stato d’allerta – al momento – rimane esattamente quello di una settimana fa, quando la situazione era già in procinto di degenerare. Gli sviluppi delle prossime ore, però, saranno decisivi per comprendere cosa accadrà. Se attualmente il rischio per la Sicilia appare limitato, è chiaro che la posizione strategica dell’Isola e la presenza di obiettivi sensibili sul territorio richiedono di mantenere gli occhi ben aperti sull’evoluzione della situazione.

Gli scenari

La guerra tra Iran e Stati Uniti, un nuovo fronte del conflitto che vede protagonista Israele da diversi mesi, è iniziata e la situazione potrebbe essere arrivata a un punto di non ritorno. Lo conferma il post su X del ministro degli Esteri di Teheran Abbas Araghchi, che – promettendo di rispondere senza riserve agli attacchi subìti (“Non scenderemo mai a compromessi sulla sovranità e l’indipendenza delle nostre terre e del nostro popolo”) – parla di “conseguenze eterne“. Un’espressione che mette in chiaro che l’ingresso in guerra degli Stati Uniti e l’ulteriore allargamento del conflitto in Medio Oriente cambierà la storia.

Una delle incognite più grandi è la reazione di alcuni Stati che potrebbero cambiare le sorti del conflitto. Si pensi, per esempio, al Qatar, tra quei pochi territori ancora in grado di ricercare una strada diplomatica ma anche tra gli Stati più a rischio in caso di ulteriore escalation. O alla Cina e alla Russia, che hanno già condannato apertamente gli attacchi degli USA e che nello scacchiere diplomatico e geopolitico internazionale potrebbero avere qualcosa da guadagnare (o da perdere). O, ancora, al ruolo decisivo dell’Arabia Saudita, che nella sua presa di posizione dovrà tenere conto di fattori come la storica rivalità geopolitica con l’Iran – ora a una fase di svolta -, la necessità di tenere in piedi i difficili equilibri con Israele e un piano di diversificazione economica che potrebbe subire i duri colpi della guerra in corso.

Fonte Qds

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