Il ministro dei Trasporti ha firmato il decreto con le regole per il nuovo sistema di controllo
Lo scopo è scoraggiare la guida in stato di ebbrezza, ma il meccanismo rischia di essere limitato sul nascere. Ecco spiegato il perché
Era stata annunciata nei mesi scorsi come una delle nuove norme severe del ministero dei Trasporti in tema di sicurezza stradale e adesso è diventata realtà.
Il ministro Matteo Salvini ha firmato il decreto per l’uso dell’alcolock: il sistema che impedisce l’avvio del veicolo se il guidatore non supera un test dell’alito.
Il provvedimento nasce però già con una serie di problemi.
Vediamo meglio di cosa si tratta e quali sono i limiti evidenziati già sul nascere.
L’alcolock è una delle novità introdotte dal nuovo codice della strda, entrato in vigore dal 14 dicembre scorso. Funziona come un etilometro collegato direttamente all’impianto di avviamento dell’auto: il guidatore, prima di mettersi alla guida, deve soffiare in un apposito bocchino. Se viene rilevata la presenza di alcol nel fiato, il motore non si avvia. Si accenderà solo se il livello di alcol risulterà pari a zero.
Come funziona l’alcolock e per chi è obbligatorio
Chi lo deve usare? Il nuovo Codice (articolo 186) ha reso obbligatoria l’installazione dell’alcolock per i conducenti già sanzionati per aver guidato con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l.
“Aver guidato con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l – spiega una nota del Mit – si configura come una misura chiave per i recidivi, che potranno condurre solo veicoli a bordo dei quali risulti installato tale dispositivo”.
Il decreto di Salvini stabilisce che l’alcolock può essere installato su diverse categorie di veicoli, anche per il trasporto merci e dovrà rispettare gli standard della normativa europea.
Sono previsti obblighi specifici per i produttori, che dovranno fornire istruzioni dettagliate per installazione, uso e manutenzione.
Gli installatori autorizzati hanno un ruolo importante perché devono applicare un sigillo speciale anti manomissione. In caso di controlli su strada, il conducente dovrà esibire l’originale della dichiarazione di installazione e il certificato di taratura valido del dispositivo.
Il ministero dei Trasporti pubblicherà online, sul portale dell’automobilista l‘elenco degli installatori autorizzati e dei modelli di veicoli compatibili con ogni tipo di alcolock.
Chi viola le prescrizioni relative all’uso dell’alcolock rischia:
- sanzioni da 158 a 638 euro;
- sospensione della patente da 1 a 6 mesi;
- raddoppio delle sanzioni in caso di alterazione, manomissione o assenza del dispositivo.
I problemi che rischiano di affossare l’alcolock sul nascere
Fin qui le regole. Ma i problemi iniziano da subito e sono stati in realtà anticipati già nei mesi scorsi anche dagli addetti ai lavori, in particolare periti e carrozzieri.
Iniziamo dal costo. Comprare e installare i dispositivi comporta una spesa di circa duemila euro ad auto. Ci sono poi le spese per i boccagli monouso, richiesti per ogni utilizzo del sistema, e i costi legati alla taratura e alla manutenzione periodica obbligatoria.
A questo si aggiunge un altro problema: non tutte le auto sono abbastanza moderne. Federcarrozzieri ricorda che il parco auto italiano è vecchio, “con quasi il 22% delle auto circolanti che ha un’età superiore ai 19 anni. C’è quindi il rischio concreto che su molte autovetture particolarmente anziane sia tecnicamente impossibile installare l’alcolock”.
Anche l’Aiped, l’Associazione italiana periti estimatori, ha sollevato dei dubbi. Stavolta su revisioni e controlli. L’associazione parla di “criticità in grado di dare vita a contenziosi legali e ricorsi da parte degli automobilisti”. Per esempio “l’installazione e lo smontaggio del dispositivo alcolock non rientrano tra le operazioni tecniche soggette a visita e prova da parte degli uffici della motorizzazione civile”.
C’è poi un problema di fondo. Il principio base è che l’automobilista che ha l’obbligo dell’alcolock si sottoponga diligentemente al controllo prima di mettersi al volante.
Non si può escludere però in linea di principio che qualcuno cercherà di aggirare l’ostacolo chiedendo, magari al passeggero, di soffiare nel boccaglio al suo posto. È un caso limite, che se accertato comporta sanzioni sia per l’automobilista sia per il “complice”, ma di fatto è un altro dei problemi della nuova norma.

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