Penalizzata l’area sud (-16 letti a Gela) mentre la Terapia intensiva neonatale sarà divisa tra la citta del Golfo e il capoluogo. Giovedì conferenza dei sindaci alla presenza dell’assessore Faraoni
Dal quotidiano La Sicilia in edicola oggi, si apprende che con la nuova mappa dei presidi ospedalieri della provincia di Caltanissetta, l’area sud verrà maggiormente penalizzata (-16 letti a Gela) mentre la Terapia intensiva neonatale sarà divisa tra la citta del Golfo e il capoluogo.
La comunicazione dell’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, inoltrata al manager dell’Asp di Caltanissetta Lucio Ficarra, e stata trasmessa al sindaco di Caltanissetta che ha convocato l’incontro per giovedì prossimo.
Daniela Faraoni, assessore regionale alla Salute, presenterà ai sindaci il disegno delle unità operative dei sei ospedali della provincia (se si considera anche quello di San Cataldo) e come sono stati suddivisi i posti per la degenza.
Salta subito agli occhi e la riduzione di 36 posti di degenza per gli acuti, mentre ne aumenta uno per i post acuti. E se solo nove posti verranno tagliati complessivamente a Caltanissetta (quattro li “guadagna” con la Terapia intensiva neonatale), sono in totale 16 i posti letto che saranno ridotti a Gela, sei a Mussomeli, quattro a Niscemi e altrettanti a Mazzarino.
L’ultima riorganizzazione dei presidi ospedalieri, si legge nell’articolo, risale a sei anni fa, qualche mese prima che il Covid-19 mettesse in risalto le criticità della sanità pubblica che non era pronta ad affrontare l’emergenza sanitaria.
Da qui la pioggia di soldi per realizzare strutture che oggi sono state trasformate in magazzino. E dopo sei anni dall’ultima “mappa” ospedaliera che lascia un po’ delusi tutti, ma non i nisseni visto che il Sant’Elia potrà avere quattro posti letto di Terapia intensiva neonatale (nonostante il dato delle nascite e in netto ribasso rispetto all’ampio territorio che ricopre), mentre gli altri sei sono previsti a Gela.
I tagli maggiori nella nuova rete ospedaliera sono previsti nei reparti di Chirurgia, Urologia, Ostetricia e Cardiologia (sia a Gela che Caltanissetta).
E nella città del Golfo, dove c’è stato sempre un alto tasso di patologie oncologiche, e prevista la riduzione di due posti letto per l’Oncologia (a Caltanissetta i posti sono complessivamente 14).
Confermata la struttura di Psichiatria (con riduzione dei posti letto) anche se realmente con il Covid e stata chiusa. E sono anche confermati i posti per la Neurologia (reparto che e durato quasi due anni e poi chiuso per carenza di personale medico). A Caltanissetta “saltano” i due posti di semintensiva di Malattie infettive.
Tutto questo avviene mentre si stanno concludendo i concorsi per la copertura dei posti vacanti tra i medici. E anche in questo caso bisogna registrare che dopo l’approvazione della graduatoria per i posti di 41 medici da destinare al pronto soccorso, solo tre contratti a tempo indeterminato verranno firmati. Per altre unità operative si intravede qualche spiraglio, poca cosa rispetto alla carenza di “camici bianchi” tra le corsie ospedaliere. E molti medici preferiscono andare via dopo aver lavorato per diversi mesi nelle aree di emergenza e non aver visto riconosciuto il lavoro svolto a livello economico.
Così si lascia spazio alle cooperative che a fine mese tuttavia rischiano di andare via e negli ospedali più piccoli si rischia realmente il…collasso.
Le reazioni dei sindaci:
Conti: “E un atto penalizzante”
Catania: “Ortopedia e un fiore”
Terenziano: E’ una scelta inaccettabile, offensiva e denigratotia”
La comunicazione dell’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, inoltrata al manager dell’Asp di Caltanissetta Lucio Ficarra, e stata trasmessa al sindaco di Caltanissetta che ha convocato l’incontro per giovedì.
Il documento arrivato ai sindaci ha guastato l’inizio di settimana per molti di loro, i quali già sono al lavoro per la “difesa” da presentare dinanzi all’assessore della Giunta Schifani.
Si punta alla riduzione dei “doppioni” nei comuni vicini e in particolare si punta a centellinare quelle poche risorse presenti nelle corsie, anche se la mobilita interna all’azienda sanitaria e un miraggio.
“La proposta della nuova rete ospedaliera, come sempre sarà stata redatta con criteri ragionieristici, ma la sanita e un’altra cosa – afferma Massimiliano Conti, sindaco di Niscemi – . Il taglio dei posti letto solo al sud, segnatamente a Gela e a Niscemi, e una follia. Qualcuno vuole coprire inefficienze con i numeri… Ma faccia bene il suo lavoro. Basta pensare ai dati della mobilita attiva dei presidi (santa Barbara batte ospedale di Gela 6-1) e poi i dati della mobilità passiva verso altre aziende. Un fallimento totale, invece di potenziare e recuperare la risorse si taglia. All’assessore mi presenterò con dati tecnici alla mano per contrastare questo documento”.
E se Conti non dovesse riuscire nella sua “missione” chiederà ai colleghi di bocciare la proposta “perchè non ha una visione e non risolve le inefficienze, anzi le accentuerà”.
Anche Giuseppe Catania, sindaco di Mussomeli, proverà a far fare un passo indietro all’assessore regionale sull’Ortopedia al “Longo”, “che e diventata un fiore all’occhiello del nostro ospedale – ha detto –eppure qui vogliono ridurre i posti per la degenza. Già abbiamo perso un valido medico a causa delle questioni burocratiche dell’Asp di Caltanissetta. Non possiamo più permetterci errori simili”.
Giovedì, quindi, sono previste scintille. “Mentre altri presidi della provincia registrano modifiche minime, Gela paga, come sempre, il prezzo più alto. E una scelta inaccettabile, offensiva e discriminatoria, frutto di una logica che continua a mortificare il nostro territorio e i suoi cittadini”, affermano il sindaco di Gela Terenziano Di Stefano e l’assessore Filippo Franzone. “E’ inconcepibile che un’area cosi strategica venga privata, ancora una volta, di servizi essenziali per la salute pubblica. Questa manovra che sa di accanimento, non di riorganizzazione. Rigettiamo con forza questo piano scellerato e dichiariamo lo stato di mobilitazione della città. Non permetteremo a nessuno di continuare a smantellare pezzo dopo pezzo la sanita pubblica gelese”.
Da La Sicilia

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