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Matteo Salvini e la sua Lega: una storia di dichiarazioni controverse e di avvicinamento al Sud, tra accoglienza e adesioni

Last updated: 18/07/2025 13:54
By Sergio Cirlinci 183 Views 4 Min Read
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Nel corso degli anni, le dichiarazioni di Matteo Salvini e di altri esponenti della Lega hanno suscitato polemiche per i toni spesso offensivi nei confronti del Sud e dei suoi abitanti.

Nonostante il partito abbia successivamente spostato il proprio focus verso una dimensione più nazionale, il passato, caratterizzato da slogan e affermazioni pesanti e divisive, continua a emergere.

Una delle frasi più controverse, spesso attribuita a Salvini, è il tifo affinché i vulcani, come l’Etna e il Vesuvio, eruttassero per “ripulire il Sud”.

Frasi come “Forza Etna, Forza Vesuvio” sono state poi attribuite ad altri esponenti della Lega Nord e Salvini ha sempre negato di averle pronunciate in prima persona, un video ad esempio, lo mostra mentre smentisce di aver mai usato o scritto tali slogan.

Tuttavia, le dichiarazioni personali di Salvini contro i meridionali non sono mancate. Tra le più note figurano:

  • Gli “scrocconi” e i “fannulloni”: In diverse occasioni, Salvini ha descritto i giovani meridionali come “fannulloni” che non fanno “un cazzo dalla mattina alla sera”, criticando gli aiuti finanziari destinati al Mezzogiorno, come lo stesso Reddito di Cittadinanza.
  • La canzone razzista: In un video diventato virale, l’allora leader della Lega intona il coro “Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani”.
  • La “cultura del lavoro”: Salvini ha anche sostenuto che il Sud manchi di “cultura del lavoro”, accusando i meridionali di essere, come gli immigrati africani, persone che non meritano di stare al Nord o di far parte dell’Italia.
  • Prima il Nord

Nonostante queste affermazioni, con il passare del tempo Salvini ha cercato di cambiare rotta, arrivando a chiedere scusa per i “toni sbagliati” del passato.

La strategia della Lega, con la rimozione della parola “Nord” dal nome del partito, punta sempre più a ottenere consensi anche nelle regioni meridionali.

Questo cambio di rotta non ha però cancellato la memoria delle dichiarazioni passate, che continuano a essere un argomento di dibattito.

Eppure, vedere oggi tanti siciliani e concittadini “scodinzolargli dietro” e affidarsi alla Lega lascia perplessi e senza parole.

Il paradosso di un leader che si presenta come paladino dell’intera nazione, dopo aver demonizzato per anni la sua metà meridionale, pone una domanda che rimane spesso senza risposta.

Perché un meridionale decide di sostenere un partito che lo ha umiliato e offeso?

Una domanda questa che, più di ogni altra, evidenzia come spesso un incarico o un “rifugio”, probabilmente siano le vere motivazioni, non comprendendo tutto il resto.

In questo contesto, la politica siciliana, per rispetto verso sé stessa e verso i cittadini che rappresenta, offesi per anni e anni, dovrebbe prendere le distanze da lui e dal suo partito, invece di accoglierlo come un salvatore o, peggio, un eroe.

Un vero siciliano, pur con l’innato senso di ospitalità, non accoglie, non si accoda o elogia colui e coloro che per anni lo hano offeso e umiliato.

Chissà magari, non comprendendolo, sarebbe il caso che rispondessero loro a questa domanda.

Ad Maiora

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