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Gli spettatori silenziosi dei gruppi Social: Un’analisi del fenomeno a livello locale

Last updated: 29/07/2025 7:37
By Sergio Cirlinci 116 Views 7 Min Read
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I gruppi di discussione sui social media, specialmente quelli a livello locale, sono diventati un punto di riferimento cruciale per la condivisione di informazioni, la socializzazione e il dibattito su questioni di interesse comune.

Dell’importanza dei social, usati sempre più dai politici, come anche dei pericoli e degli aspetti negativi, se ne parlò nella trasmissione “La Verità”, condotta da Alessandro Silvierio su Tfn Canale, 84 alcune settimane fa.

Tuttavia, chiunque gestisca o partecipi attivamente a questi spazi avrà notato un fenomeno ricorrente: la stragrande maggioranza degli iscritti preferisce leggere in silenzio, intervenendo raramente con un semplice mi piace o un commento.

Questo comportamento, di per sé, è assolutamente lecito e comprensibile, ma merita un’analisi più approfondita per distinguerne le sfumature e le implicazioni.

Possiamo identificare diverse categorie di utenti che popolano i gruppi social senza un’interazione costante:

  • Gli informati silenziosi: Molti utenti si iscrivono ai gruppi locali con l’obiettivo primario di informarsi. Possono essere nuovi residenti che cercano consigli, persone interessate a conoscere eventi o notizie del territorio, nisseni che vivono fuori, o semplicemente individui che preferiscono un aggiornamento su ciò che accade nella loro comunità. Per loro, il gruppo è una fonte di conoscenza, un modo per rimanere connessi senza la necessità di intervenire attivamente. Il loro silenzio è dettato principalmente dal desiderio di
  • I “Guardoni” o “Sentinelle”: Questa categoria è più complessa e solleva questioni etiche. Si tratta di utenti che, pur non avendo un reale interesse a partecipare costruttivamente al dibattito, rimangono nel gruppo quasi come osservatori. Spesso hanno un giudizio negativo sul gruppo stesso o sui suoi partecipanti, talvolta manifestato pesantemente anche al di fuori di esso. Il loro scopo non è l’informazione, che magari ottengono da altre fonti, ritenute più affidabili o più serie, ma piuttosto la “sorveglianza”. Agiscono come “sentinelle”, pronte a riferire ad amici o a criticare altrove ciò che viene detto nel gruppo, trasformando uno spazio di discussione in un campo di battaglia personale. Questo comportamento è scorretto e va contro lo spirito collaborativo che dovrebbe animare una comunità online.
  • I profili falsi: Il peggio del peggio sono i profili falsi. Si tratta di persone che non hanno il coraggio di mostrarsi con la propria identità e che spesso si intrufolano nei gruppi eludendo i controlli. La loro presenza è quasi sempre tossica: raramente intervengono per contribuire, ma piuttosto per offendere altri iscritti, fomentare liti o diffondere disinformazione. Appena “sgamati”, vengono giustamente eliminati, così come coloro che, pur con un profilo autentico, intervengono solo ed esclusivamente per insultare o denigrare.

La vera bontà di un gruppo di conversazione dovrebbe risiedere nella sua capacità di essere una risorsa per la collettività. Un luogo dove le idee possono circolare liberamente, dove si possono affrontare temi importanti per il territorio e dove il confronto, anche acceso, avviene nel rispetto reciproco. È utopistico pensare che tutti la possano pensare allo stesso modo, essendo la diversità di opinioni è un valore aggiunto.

Tuttavia, c’è una netta differenza tra una civile conversazione e un’arena di scontro. La prima ha l’intento di esprimere, educatamente, il proprio pensiero, senza la pretesa di convincere a tutti i costi o imporre la propria idea. Si ascolta, si argomenta e si accetta il dissenso. La seconda, invece, è alimentata da chi si limita a fare il “guardone” o la “sentinella”, per poi agire da “ruffiano” altrove o sfogare le proprie frustrazioni sotto anonimato.

Per costruire comunità online sane e produttive, è fondamentale che gli amministratori e gli utenti stessi promuovano attivamente un ambiente di rispetto e partecipazione costruttiva.

Ciò significa incoraggiare gli “informati silenziosi” a intervenire quando si sentono a loro agio, e al contempo scoraggiare e sanzionare chi trasforma il gruppo in un luogo di guerra personale o chi si nasconde dietro l’anonimato per offendere con l’intendo magari di far chiudere quel determinato gruppo perché fastidioso a loro che sono magari invidiosi e per far anche un favore ai loro “amici”

I gruppi social locali possono e devono essere un prezioso strumento di crescita e coesione per le nostre comunità, un’agorà moderna, anche se virtuale, ma patto che tutti, nel loro piccolo, si impegnino a renderli spazi di dialogo aperto, onesto e rispettoso non delle arene.

Questo articolo, sulle diverse modalità di partecipazione ai gruppi social locali, non vuole assolutamente essere un rimprovero, come qualcuno invece potrebbe definirlo, ma uno stimolo a far meglio per la collettività.

Lungi da noi l’intenzione di puntare il dito o giudicare chi preferisce rimanere in silenzio, comprendiamo che ognuno ha le proprie ragioni, le proprie esigenze e il proprio modo di vivere gli spazi online.

Piuttosto, il nostro è un invito a una costante riflessione sul modo in cui tutti noi possiamo contribuire a rendere questi luoghi virtuali sempre più utili, costruttivi e, in definitiva, migliori per la comunità, che poi sia attraverso un mi piace, un commento ponderato o semplicemente una lettura attenta e rispettosa, ogni piccolo gesto contribuisce a definire la qualità del nostro stare insieme online e a chi non piace nessuno obbliga a rimanervici. Ad Maiora

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Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.

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