Visto quanto sta succedendo, meglio fare un “ripassino”
Correva il 22 luglio del 2024 quando con alcuni cittadini, pochi, cominciarono a protestare per quella che è sicuramente stata la più grave crisi idrica che si ricordi, organizzarono il primo sit in “Vogliamo l’acqua”, per manifestare sulla mancanza di acqua, una raccolta firme, parteciparono a riunioni varie e consigli comunali aperti, ma a luglio si era ancora solo all’inzio.
Quel giorno parteciparono circa duecento cittadini che già non ricevevano l’acqua dal 10 di giugno, 42 giorni, ed altri, che pur ricevendola ancora a giorni alterni, avevano compreso la gravità della situazione che si prospettava e parteciparono anche per dare sostegno e solidarietà..
Erano già state presentate alcune denunce, la prima. giorno 1 luglio 2024, proprio dall’organizzatore del sit in, che aveva raccolto una ventina di adesione tra i residenti di Poggio Fiorito, ma alla maggioranza dei cittadini e parte della politica, ovviamente quella di maggioranza, sembrava che il problema non interessasse e che mai li avrebbe riguardati.
Successivamente, esattamente dal 16 di agosto, per una settimana, gli stessi cittadini raccolsero oltre 2.000 firme, affiancati da pochi consiglieri comunali, neanche a dirlo di opposizione e nessun consigliere di maggioranza firmò, firme che furono consegnate poi al sindaco nel consiglio comunale aperto tenutosi del 13 settembre a cui partecipammo insieme ad altri cittadini che nel frattempo venivano travolti dalla crisi idrica.


Nel frattempo furono coinvolti e ne parlarono tutti i media italiani ed anche stranieri, con articoli di stampa, servizi, dirette tv e vennero pure Le Iene.
A settembre poi, quando la situazione raggiunse il massimo della crisi, con turnazioni di 6 giorni e più, si formarono anche diversi comitati, uno su tutti quello delle Mamme, sicuramente il più attivo, che protestò per oltre 10 giorni in centro storico anche con blocchi stradali, beccandosi una querela di gruppo presentata dall’assessore Aiello, querela ovviamente archiviata.
La città era invasa da autobotti private e della Protezione Civile, con piani straordinari di rifornimento e numerosissini pick up, per portare l’acqua nelle stradine più strette.
Forono posizionati anche dei silos in vari punti della città, ma spesso non venivano riforniti, lasciando a secco anche coloro che lo erano già nelle proprie abitazioni.
Una situazione mai vista prima, una realtà da film di fantascienza o dell’orrore.
Giusto ricordare che anche in altre zone della città si tennero ad ottobre vari sit in di protesta, anche questi poco partecipati, ma a Caltanissetta protesate per i propri diritti “pari mali”.
Alcune zone, Viale Stefano Candura, Poggio Fiorito, Niscima Alta, via Dei Gelsi e Via Paradiso raggiunsero il non lusinghiero record di non ricevere acqua corrente per ben 186 giorni , e “sopravvissero” grazie alle autobotti, alcune fornite gratuitamente da Caltaqua, altre, la maggiorparte a pagamento con i prezzi schizzati alle stelle.
Fortunatamente a fine ottobre la situazione andò pian panino migliorando.
Si trovarono dei pozzi, ma che ad onor del vero a poco servirono, la dimostrazionesi ebbe non appena l’Ancipa chiuse i rubinetti e la città restò a secco, nonostante si era assicurato che avrebbero sopperito alla chiusura della diga ennese.
Ma mentre in citta la situazione andava via via sistemandosi, le zone più disatrate videro tornare l’acqua corrente soltanto il 14 dicembre, dopo ben 186 giorni, grazie al fatto che furono finalmente posizionate le pompe di sollevamento, richieste, con una direttiva del consiglio comunale, giorno 1 agosto, e che consentirono di far arrivare l’acqua anche in quelle zone che non la ricevevano dal 10 di giugno.

Situazione che, nonostante sia passato un anno, ancora non fa dormire sereni chi ha vissuto quei gironi e teme che il tutto possa ripetersi.
Giusto fare i dovuti scongiuri, ma non bisogna dimenticare per non rivivere quanto verificatosi nel 2024.
Ecco perche è necessario che si tenga alta l’attenzionesul problema idrici e sul fatto che i lavori di rifacimento della rete idrica extraurbana e urbana, i famosi 4,2 milioni di euro, vengano fatti al più presto e bene. Ad Maiora
