Le parti offese sono 33. Per i Pm ci sono state “ripetute violenze e umiliazioni”. Tra i nuovi indagati nell’inchiesta , figurano anche le ex direttrici Cosima Buccoliero e Maria Vittoria Menenti
Raddoppiano gli indagati nell’inchiesta della Procura di Milano sui presunti pestaggi, torture e maltrattamenti nei confronti dei giovani detenuti del carcere minorile Beccaria: salgono a 42, rispetto ai 21 finora coinvolti. È quanto emerge dalla richiesta di incidente probatorio per sentire 33 ragazzi come parti offese, firmata ieri dalle Pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena insieme all’aggiunta Letizia Mannella, notificata alle parti. Tra i nuovi indagati nell’inchiesta che l’anno scorso aveva portato all’arresto di 13 agenti e alla sospensione di altri 8, figurano anche le ex direttrici Cosima Buccoliero e Maria Vittoria Menenti, che devono rispondere in particolare di non aver impedito “le condotte reiterate violenti e umilianti” commesse dagli agenti della polizia penitenziaria ai danni di “numerosi detenuti”.
Un altro ex direttore, Fabrizio Rinaldi, seppur non presente nella richiesta di incidente probatorio, è a sua volta coinvolto nell’indagine. Le accuse, a vario titolo, vanno dalla tortura ai maltrattamenti aggravati, dalle lesioni al falso. Un solo indagato risponde anche di violenza sessuale. Agli agenti vengono contestate “ripetute violenze psicologiche e fisiche e umiliazioni”, determinando nei ragazzini “uno stato di vessazione, disagio fisico e psicologico, alterazione emotiva e paura”. Come scrivono le Pm, li “insultavano e minacciavano”, colpendoli “ripetutamente con schiaffi, calci e pugni”. Tra gli episodi più violenti riportati nella richiesta di incidente probatorio, il pestaggio di un detenuto nel dicembre 2022. “Ti sparo, ti ammazzo” , gli diceva un agente. E ancora: “mo’ ti strappo sto coso”, mentre tentava di strappargli il piercing sulla guancia sinistra. Nell’aprile del 2021, quando un ragazzo ha tentato di suicidarsi in cella, è stato colpito “con schiaffi al volto e nel resto del corpo e con numerosi calci nella pancia”, per poi essere portato nella cella di isolamento dove veniva minacciato: “Compare io ti mangio il cuore”.
Tra gli indagati compaiono anche tre operatori sanitari: il coordinatore sanitario del carcere, il medico e il coordinatore infermieristico. Secondo l’accusa, avrebbero redatto “referti falsi o concordati con gli agenti della polizia penitenziaria” per occultare le lesioni riportate dai detenuti, e avrebbero assistito a “plurime aggressioni” senza mai attivare alcun tipo di “segnalazione o intervento”. Le parti offese sono 33: si tratta di ex detenuti, di cui alcuni minorenni, che la procura vuole ascoltare con la formula dell’incidente probatorio, così da cristallizzare le loro testimonianze in vista di un eventuale processo.
Fonte RaiNews.it
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