È stato il giorno dello sciopero generale in Israele: manifestanti bloccano strade in tutto il paese, decine gli arresti. La condanna di Netanyahu: “Così non si sconfigge Hamas”
Sono scesi per strada mai così numerosi: sono centinaia di migliaia in tutto Israele, hanno bloccato le strade e le autostrade. Inoltre sono centinaia le autorità locali, aziende, università, aziende tecnologiche e altre organizzazioni che hanno aderito all’iniziativa, lasciando le ‘serrande abbassate’. Per tutto il paese dunque negozi chiusi e cortei. Secondo “Times of Israel” solo a Tel Aviv si sono radunate 300 mila persone per partecipare alla manifestazione principale che si tiene oggi, nella giornata in cui è stato indetto lo ‘sciopero nazionale’ per chiedere la fine della guerra a Gaza e un accordo per il rilascio degli ostaggi.
“UNA DELLE PROTESTE PIÙ IMPONENTI”
Per il giornale israeliano si tratta di “una delle proteste più imponenti degli ultimi mesi”. Lo sciopero generale è stato organizzato dal “Consiglio di Ottobre” che rappresenta alcuni familiari degli ostaggi e i parenti delle vittime dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, e dal Forum delle famiglie degli ostaggi.
Gli organizzatori hanno dichiarato di essersi preparati a far transitare quasi un milione di persone in piazza degli Ostaggi a Tel Aviv per tutta la giornata e a far partecipare decine di migliaia di persone ad attività in centinaia di altri luoghi in tutto Israele.
ANCORA 50 OSTAGGI NELLE MANI DI HAMAS, 20 FORSE VIVI
Lo sciopero generale è stato battezzato “Una giornata per salvare vite” con lo scopo di fare pressione sul governo per giungere a un accordo che porti alla fine della guerra a Gaza e alla liberazione degli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023: si stima che siano una cinquantina, di cui 20 ancora vivi, detenuti da Hamas.
L’annuncio di una nuova durissima offensiva militare a Gaza da parte dell’esercito israeliano, che porterà all’occupazione di Gaza City, ha alzato le tensioni e le preoccupazioni per i familiari degli ostaggi che temono questa ultima iniziativa si trasformi di fatto nella condanna a morte dei prigionieri di Hamas. Le proteste coinvolgono non solo i familiari, ma i numerosi movimenti pacifisti che da Israele chiedono la fine della guerra. “Non vinciamo una guerra per i corpi degli ostaggi”, hanno scandito i manifestanti.
LA REAZIONE DELLA POLIZIA ISRAELIANA: CANNONI AD ACQUA E DECINE DI ARRESTI
La protesta e di fatto avrebbe bloccato il paese: a Gerusalemme, centinaia di aderenti hanno fermato il traffico lungo la Begin Highway e, secondo quanto riporta il quotidiano “Times of Israel», la polizia ha utilizzato un cannone ad acqua per disperderli. Ma le strade bloccate sarebbero numerose. La polizia israeliana è intervenuta con oltre 30 arresti effettuati durante le proteste.
LA SOLIDARIETÀ DI HERZOG E DEL SINDACALISTA
L’Histadrut, il sindacato centrale, ha dichiarato che non avrebbe aderito allo sciopero, ma il suo leader, Arnon Bar-David, ha visitato domenica Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv con un messaggio di solidarietà. Anche il presidente Isaac Herzog si è recato in piazza, dicendo alla folla che tutti nel Paese erano uniti nel volere che tutti gli ostaggi tornassero a casa il prima possibile. Lo riportano i media israeliani.
NETANYAHU CONDANNA LA PROTESTA: “COSÌ AVREMO ALTRI ‘7 OTTOBRE’”
“Coloro che oggi chiedono la fine della guerra senza sconfiggere Hamas non solo stanno irrigidendo la posizione di Hamas e prendendo le distanze dal rilascio dei nostri ostaggi, ma stanno anche garantendo che le atrocità del 7 ottobre si ripeteranno ancora e ancora, e che i nostri figli e figlie dovranno combattere ancora e ancora in una guerra senza fine”, ha dichiarato Netanyahu all’inizio della riunione settimanale del Consiglio dei Ministri.
“Per fare progressi nel rilascio dei nostri ostaggi e per garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele, dobbiamo completare la missione e sconfiggere Hamas”, ha continuato, in dichiarazioni rilasciate dall’Ufficio del Primo Ministro.
Fonte AgenziaDire www.dire.it
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