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Reading: Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo. La proposta punirebbe chi critica il governo israeliano. Le opposizioni: “Un bavaglio senza precedenti”
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Caltanissetta 401 > News > Cronaca > Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo. La proposta punirebbe chi critica il governo israeliano. Le opposizioni: “Un bavaglio senza precedenti”
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Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo. La proposta punirebbe chi critica il governo israeliano. Le opposizioni: “Un bavaglio senza precedenti”

Last updated: 22/08/2025 9:15
By Redazione 150 Views 8 Min Read
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Si sta discutendo in Senato un disegno di legge che vorrebbe rafforzare la lotta contro l’antisemitismo.

La proposta è datata 30 gennaio 2024, ma è stata incardinata il 4 agosto in commissione Affari costituzionali del Senato: “Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo”, firmata dal capogruppo della Lega a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo, insieme ai due colleghi Daisy Pirovano e Giorgio Maria Bergesio.

Le opposizioni lamentano che, dietro alla lotta all’antisemitismo, si nascondi in realtà una “legge bavaglio” che finirà per reprimere qualsiasi critica al governo israeliano e alle sue politiche, a Gaza e in Cisgiordania.

Il testo di Romeo e colleghi è molto simile a un altro presentato lo scorso otto luglio da Ivan Scalfarotto di Italia viva (Ddl 1575) e assegnato sempre ieri alla stessa commissione.

Il problema sta nella definizione delle misure.

C’è un rischio, come hanno sollevato in tanti, che questo Ddl possa tramutarsi in uno strumento di censura nei riguardi del dissenso politico e civile in merito al genocidio palestinese.

Molti ci vedono un’appendice al decreto sicurezza.

Con il conflitto in Medio Oriente ancora in corso e con le efferate azioni militari compiute a Gaza dal governo israeliano, si susseguono le manifestazioni di cittadini che chiedono un cessate il fuoco per impedire lo sterminio di civili innocenti. 

La Lega ha deciso di presentare un disegno di legge finalizzato a vietare ogni espressione critica nei confronti dello stato di Israele.

Il provvedimento, intitolato “Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo” e composto da tre articoli, è stato assegnato alla commissione Affari costituzionali e si basa sulla definizione di antisemitismo formulata dall’IHRA, Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto, con lo scopo di contrastare la proliferazione di episodi antisemiti registrati dopo il 7 ottobre 2023 e il negazionismo delle violenze contro le donne e i bambini israeliani.

Il testo ha sollevato le proteste delle opposizioni che denunciano l’intenzione, da parte del centrodestra, di far passare una “legge bavaglio” con il pretesto della lotta all’antisemitismo e che finirà per reprimere qualsiasi critica al governo Netanyahu e alle sue politiche.

La controversia nasce dalla “definizione operativa” ratificata dall’IHRA, secondo la quale per “antisemitismo” si intende una determinata “percezione degli Ebrei che può essere espressa come odio nei loro confronti, le cui manifestazioni, di natura verbale o fisica, sono dirette verso le persone ebree e non ebree, i loro beni, le istituzioni della comunità e i luoghi di culto ebraici”. 

Una formulazione che rischia di porre sullo stesso piano antisionismo e antisemitismo: significherebbe equiparare le critiche allo stato di Israele all’odio e alle discriminazioni verso gli ebrei.

Se il disegno di legge venisse approvato, chiunque denunciasse i crimini di guerra di Netanyahu potrebbe essere etichettato come antisemita ed essere censurato.

Una limitazione “senza precedenti alla libertà di espressione, che arriva proprio mentre a Gaza si consuma un genocidio sotto gli occhi del mondo”  è scritto in  una nota diffusa dalla senatrice del Movimento 5 stelle Alessandra Maiorino.

Il testo presentato alle Camere prevede inoltre una serie di misure, di cui il secondo articolo fornisce un meticoloso elenco:

  • creazione di una banca dati sugli episodi di antisemitismo;
  • contrasto della diffusione del linguaggio d’odio antisemita sulla rete internet attraverso segnalazione e rimozione dei relativi contenuti;
  • linee guida per le scuole;
  • un piano di formazione rivolto a insegnanti ed educatori in merito alla conoscenza del fenomeno dell’antisemitismo;
  • iniziative di formazione specifica per il personale delle Forze di polizia;
  • promozione di campagne di informazione sui canali del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale;
  • momenti di formazione nell’ambito di attività associative e sportive.

Tuttavia, a suscitare maggiore preoccupazione è stato ilterzo articolo in cui si legge: “Il diniego all’autorizzazione di una riunione o manifestazione pubblica per ragioni di moralità […] può essere motivato anche in caso di valutazione di grave rischio potenziale per l’utilizzo di simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita ai sensi della definizione operativa di antisemitismo adottata dalla presente legge”. 

Un rischio potenziale consentirebbe alla pubblica sicurezza di vietare le manifestazioni in piazza, i dibattiti pubblici e tutte le iniziative in cui si chiede la fine del genocidio e l’autodeterminazione del popolo palestinese.

Un articolo insidioso anche perché andrebbe in contrasto con l’articolo 17 della Costituzione secondo cui le autorità possono vietare una riunione solo per comprovati motivi di sicurezza o incolumità pubblica.

Per questa ragione, il disegno di legge è stato criticato in quanto avrebbe come scopo apparente solamente quello di bloccare, delegittimare e mettere a tacere le critiche al governo israeliano.

La denuncia di Avs: governo italiano complice di Netanyahu

Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra hanno deciso di rispondere concretamente segnalando formalmente alla Corte penale internazionale il governo in carica per “complicità nel genocidio palestinese”.

Nel corso di una conferenza tenutasi il 6 agosto nella Sala stampa della Camera dei Deputati, i due membri dell’opposizione hanno depositato la loro denuncia e puntato il dito contro Giorgia Meloni e i membri del suo governo accusandoli di essere co-responsabili dei crimini di guerra del primo ministro israeliano.

“Non si tratta più di un conflitto: è un genocidio pianificato, con civili deliberatamente affamati, bombardamenti su scuole e ospedali, blocco degli aiuti umanitari. Netanyahu governa come un criminale che utilizza la fame e la distruzione come strumenti di sterminio di massa” ha dichiarato Bonelli, portavoce di Europa Verde e ha concluso così il suo intervento: “Meloni non vuole ascoltare il grido del popolo italiano che da mesi le chiede di condannare Netanyahu e fare di tutto per fermare l’orrore che si sta consumando in Palestina. Se ne assuma la responsabilità di fronte al Paese, alla giustizia e alla storia”.

Il Ddl

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