L’anziana donna potrebbe aver preso il virus da una zanzara che ha punto un uccello
migratore. Gli infettivologi “Niente allarmismi”
E’ il primo caso di West Nile in Sicilia, esattamente a Messina.
Una donna di settantaquattro anni si è presentata il 21 agosto al pronto soccorso dell’ospedale
“Papardo”. Aveva la febbre alta e un forte mal di testa che stava curando con l’antibiotico, ma seza che ciò avesse effetto alcuno.
Dopo sei giorni di febbre, emicrania e rigidità nucale è stata costretta a recarsi al pronto soccorso, dove dopo una serie d’indagini e analisi e grazie agli esami di laboratorio fatti, il direttore del reparto di malattie infettive Antonio Albanese le ha diagnosticato tempestivamente il West Nile.
Si tratta di un virus che provoca la Febbre del Nilo occidentale che viene trasmessa alle persone attraverso la puntura di zanzare infette.
Sebbene l’infezione sia spesso asintomatica o si manifesti come una sindrome influenzale in casi più rari e in persone anziane o affette da altre patologie può portare a gravi complicanze neurologiche come meningite o meningoencefalite.
La donna al momento è sotto osservazione e la prognosi resta riservata per le prossime settantadue ore.
“In questi casi non bisogna creare allarmismi e non bisogna farsi prendere dal panico. Non è un virus trasmissibile da persona a persona se non attraverso trasfusioni di sangue o eventuali trapianti. Il vettore resta la zanzara. Proteggiamoci dalle zanzare utilizzando le zanzariere e nell’eventualità repellenti cutanei adeguati e consigliati e soprattutto eliminando l’acqua stagnante che permette alle zanzare di riprodursi. Bisogna tenere presente che questo è un virus che attecchisce per lo più sulle persone anziane e che presentano patologie”, ha ribadito l’infettivologo.
La donna è di Messina e vive in una zona di campagna in cui ovviamente le zanzare spopolano.
L’infettivologo Antonio Albanese ha subito avvisato l’Asp di Messina e l’assessorato regionale alla salute e subito è partita l’indagine epidemiologica per tentare di risalire al momento e alla situazione in cui la donna possa aver contratto il virus.
La donna ha inoltre già patologie pregresse e non usciva di frequente di casa.
Il periodo d’incubazione va dai tre ai quattordici giorni e oltre alle persone il virus colpisce i cavalli e
gli uccelli migratori. Da verificare se nei pressi dell’abitazione della donna ci siano eventuali maneggi o allevamenti di cavalli, tenendo presente che già lo Stretto di Messina è comunque
un territorio noto e importante per la migrazione degli uccelli.
La donna infatti potrebbe essere stata punta da una zanzara che ha contratto il virus da un uccello migratore.
Anche il professore ordinario e direttore del reparto di malattie infettive del Policlinico di Palermo Antonio Cascio invita a proteggersi dalle zanzare con raziocinio e senza però farsi prendere dall’ansia e dal panico: “Partiamo dal presupposto che le cose più si cercano e più si trovano.
È giusto proteggersi dalle zanzare ma bisogna ricordare che la maggior parte delle infezioni sono comunque asintomatiche — spiega — Inoltre poiché la trasmissione da persona e persona avviene solo attraverso trasfusioni di sangue o eventuali trapianti è molto difficile sviluppare focolai. Nel caso del West Nile possiamo parlare di malattie da arbovirosi e trasmesse da vettori.
In questo caso le zanzare. Proteggiamoci ma non facciamoci prendere dal panico”.
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