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Maturità 2026, via libera del Governo al decreto di riforma: ecco le novità in arrivo

Last updated: 05/09/2025 6:14
By Redazione 62 Views 7 Min Read
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Dalla nuova denominazione dell’esame al colloquio orale obbligatorio e con meno materie, passando per il ruolo sempre più centrale dei PCTO e dell’Educazione Civica. Ecco le modifiche varate dall’Esecutivo

Un ritorno alle origini che ha anche il sapore di un revival, ma che non cambia la sostanza, anzi rafforza ulteriormente le finalità formative dell’esame di Stato. A partire dal 2026, infatti, l’esame tornerà alla storica denominazione di “esame di maturità”.

Parallelamente, la riforma dell’esame conclusivo del secondo ciclo d’istruzione, approvata dal Consiglio dei Ministri il 4 settembre, introduce novità significative, in particolare sul colloquio orale, con modifiche che influenzeranno anche la composizione del voto finale.

Il portale Skuola.net fa il punto della situazione, esaminando le principali modifiche apportate all’esame, in base al nuovo impianto varato dal governo su proposta del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

La riforma ha un obiettivo preciso: potenziare la funzione formativa, culturale e orientativa dell’esame di maturità, mettendo al centro lo “sviluppo integrale” degli studenti. Questo significa non solo valutare le conoscenze acquisite nel corso degli studi, ma anche le competenze trasversali, come l’autonomia, la consapevolezza e la capacità di argomentare, che sono fondamentali per un percorso degno di questo nome. Nonché di tutti quegli elementi che possono essere utili a inquadrare a 360 gradi il livello di crescita dei maturandi.

Niente più scena muta all’orale, per chi lo fa scatta la bocciatura

Momento centrale di questa valutazione sarà il colloquio orale, dove lo studente avrà l’opportunità di dimostrare l’insieme delle competenze raggiunte. E qui arriva la prima grande novità: a partire dal nuovo anno scolastico, sostenere l’orale diventerà obbligatorio. Addio, dunque, alla “saga” della scena muta, dopo appena un anno di proteste. Chi deciderà di non presentarsi o di non parlare, senza un giustificato motivo, sarà obbligato a ripetere l’anno scolastico.

Un altro cambiamento rilevante riguarda la struttura stessa del colloquio. Con il nuovo decreto, infatti, l’esame orale sarà focalizzato su quattro discipline che meglio rappresentano le “competenze fondamentali e caratterizzanti del percorso di studio” dello studente. Le materie scelte per il colloquio saranno stabilite annualmente, presumibilmente a gennaio, nello stesso periodo in cui vengono assegnati i commissari esterni, con un decreto del Ministro dell’Istruzione e del Merito. In modo tale da garantire flessibilità e, soprattutto, adattamento alle specifiche esigenze di ciascun indirizzo di studio.

Con la riduzione delle materie anche le commissioni si ridimensionano

Altro elemento che sa di ritorno al passato è la modifica alla composizione delle commissioni d’esame, proprio in ragione della riduzione delle materie oggetto dell’orale. Secondo le nuove disposizioni, saranno composte da due commissari esterni e due interni, per ciascuna delle due classi abbinate, sostituendo il precedente schema di tre esterni e tre interni. Il presidente esterno, come sempre, completerà il team. 

Con i soldi risparmiati grazie alla riduzione del numero dei commissari, nei piani del Ministero, si punterà ad aumentare i compensi dei docenti impegnati nell’esame. Ma anche, più in generale, alla formazione degli insegnanti e all’estensione delle coperture assicurative pure ai precari.

Scompare del tutto, invece, lo spunto iniziale – selezionato dalla commissione – da cui partiva il colloquio. Oltre a questo, la commissione avrà la possibilità di incrementare il punteggio finale fino a tre punti, ma solo per gli studenti che raggiungeranno almeno 97 punti complessivi, in modo tale da portare il voto eventualmente a 100.

I PCTO cambiano di nuovo nome, cresce il peso dell’Educazione civica

Tra le altre novità, c’è un cambio di denominazione anche per i PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento). A partire dal prossimo anno scolastico, l’ex alternanza scuola-lavoro sarà conosciuta come “Percorsi di formazione scuola-lavoro”, con l’intento di rafforzare il legame tra il mondo scolastico e quello del lavoro. Nel contesto dell’esame di maturità, poi, i PCTO avranno un ruolo centrale nella valutazione finale degli studenti, con particolare rilievo nel colloquio orale.

Altro punto di rilievo riguarda l’Educazione alla Costituzione, alla Cittadinanza e all’Ambiente, che diventa anch’essa un elemento fondamentale, influente sul voto finale del colloquio. Una decisione, questa, che fa sempre seguito alla volontà di misurare non solo lo studente ma anche la persona nella sua interezza. 

Infine, leggero “ritocchino” pure per i risultati delle prove INVALSI, che saranno inseriti ‘in forma descrittiva’ nel curriculum dello studente, ma solo una volta che sarà uscito l’esito dell’esame di maturità. Tali dati verranno allegati al diploma finale, e la commissione d’esame non vi avrà accesso.

Fonte TgCom24

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