Il memorandum firmato dal presidente Usa ordina ai procuratori di chiedere la pena di morte a Washington D.C. Che differenza c’è con un ordine esecutivo
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato ieri un memorandum presidenziale che dispone il ripristino della pena di morte a Washington D.C. La misura, annunciata nello Studio Ovale davanti alle telecamere, ordina alla procuratrice generale Pam Bondi e alla procuratrice del Distretto di Columbia Jeanine Pirro di chiedere la condanna a morte in tutti i casi in cui prove e circostanze lo giustifichino.
“Le persone arrivano dall’Iowa per vedere il Lincoln Memorial e finiscono per essere uccise. Non deve più accadere. E se accade, chi lo ha fatto sarà condannato alla pena di morte”, ha dichiarato Trump, in questo nuovo affondo contro quella che definisce una “emergenza criminalità” nella capitale federale e che ha portato alla controversa decisione di mobilitare la Guardia Nazionale ad agosto con la promessa di “ripulire e ricostruire” Washington, definita “una città segnata dal crimine e dal degrado”.
Washington D.C. ha abolito la pena capitale per i reati locali nel 1981, ma il Distretto resta sotto la giurisdizione del Congresso e per determinati crimini la procura federale può agire. Il memorandum rafforza questa linea e amplia il margine d’azione del Dipartimento di Giustizia, nel solco dell’ordine esecutivo firmato da Trump il giorno dell’insediamento e volto a reintrodurre la pena di morte a livello federale.
Che differenza c’è tra memorandum presidenziale e ordine esecutivo
Un memorandum non ha la stessa forza un ordine esecutivo. Entrambi sono atti presidenziali, ma l’ordine esecutivo ha valore normativo immediato, mentre il memorandum funge da direttiva politica e organizzativa rivolta alle agenzie federali.
Di conseguenza, l’efficacia concreta del documento firmato ieri dipenderà dall’attività dei procuratori, non da una modifica automatica della legge.
Nel video diffuso dalla Casa Bianca, lo stesso Trump chiede conferma a Bondi sul fatto che la misura entri “in vigore subito”: in realtà, si tratta di un’indicazione vincolante per il Dipartimento di Giustizia, ma non di un cambiamento legislativo.
Durante l’annuncio, secondo lo stile di comunicazione che lo contraddistingue e nonostante il tema, il presidente si è lasciato andare a una specie di gioco di parole: “È una pena capitale per la capitale. Capitale, capitale, capitale”, ha ripetuto, alludendo alla città di Washington, alla gravità della punizione e all’importanza del provvedimento.
Accanto al presidente, Bondi ha sottolineato che l’obiettivo va oltre il Distretto di Columbia: “Non solo la stiamo richiedendo a Washington, ma di nuovo in tutto il Paese”.
La stessa Bondi, in una stoccata a Joe Biden, ha ricordato le commutazioni delle condanne a morte firmate nell’ultimo anno di mandato, molte delle quali autorizzate con l’autopen.
Un riferimento diretto alle accuse (mai provate) di utilizzo della “firma automatica” da parte del predecessore e che hanno trovato addirittura espressione plastica nella nuova “Walk of Fame” di ritratti sul colonnato della West Wing alla Casa Bianca.
Fonte RaiNews.it
——————
Per rimanere aggiornato sulle ultime notizie locali segui gratis il canale WhatsApp di Caltanissetta401.it https://whatsapp.com/channel/0029VbAkvGI77qVRlECsmk0o
Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.
