Negli ultimi giorni alcune dichiarazioni rilasciate da ex esponenti della Lega, come l’ex ministro Roberto Castelli, l’ex deputato Paolo Grimoldi e l’ex assessore di Catania Fabio Cantarella, hanno espresso critiche aspre e ingenerose nei confronti del patto politico tra la Lega di Matteo Salvini e la nuova Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro.
Parole che, a mio avviso, lasciano trasparire più rancore personale che reale analisi politica. Più che “leghisti della prima ora”, sarebbe corretto definirli ex leghisti, perché chi oggi parla contro Salvini e la classe dirigente della Lega siciliana lo fa da fuori, da chi ha smesso di credere nel progetto e, forse, di ricevere ciò che un tempo riceveva. E come spesso accade, quando si perde un ruolo, una posizione o una visibilità, il rischio è quello di trasformare la delusione in polemica. Pertanto chi oggi critica lo fa da ex, e come tutti gli ex, parlano spinti dal rancore per ciò che non hanno più.
Qualcuno dimentica che la Lega non è mai stata un mezzo per ottenere qualcosa, e che il senso della militanza è servire un’idea, non utilizzarla fino a quando conviene. Lo dice un leghista della prima ora che avrebbe ogni motivo per essere amareggiato, considerato che sono stato estromesso dal ruolo di Assessore al Comune di Caltanissetta proprio per la mia leale appartenenza alla Lega. Per colpire il partito, hanno colpito e escluso me, eppure non ho mai smesso di credere in questo movimento, né nel suo leader. Nella Lega – e chi ne ha fatto parte dovrebbe ricordarlo – vige un principio chiaro e sacrosanto: “La Lega si serve, della Lega non ci si serve.” Ecco perché ritengo fuori luogo e irrispettose le esternazioni di chi oggi critica Salvini per scelte strategiche che, invece, hanno una visione di lungo periodo. Chi oggi sputa nel piatto dove ha mangiato dimentica che la politica non si fa con la nostalgia, ma con il coraggio di guardare avanti.
Il mondo cambia, la politica cambia, e solo chi resta ancorato al passato rischia di estinguersi nella nostalgia. Ben vengano, quindi, alleanze, patti federativi e liste comuni se questi servono a far crescere il partito e portare risultati concreti ai territori. L’obiettivo non è mai il vantaggio personale, ma il bene del movimento, del progetto e di chi continua a crederci con coerenza e spirito di servizio.
Il patto con la DC di Totò Cuffaro è pertanto una scelta di apertura e di pragmatismo, volta a rafforzare la presenza della Lega anche in Sicilia, in un contesto politico complesso dove serve dialogare e costruire, non distruggere. In tutto ciò Matteo Salvini e la classe dirigente siciliana stanno costruendo, con serietà e lungimiranza, alleanze e strategie che rafforzeranno la Lega e daranno maggiore forza ai nostri territori.
Avv. Oscar Aiello – Responsabile provinciale Enti Locali Lega Prov.CL
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