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Trump elogia sé stesso alla Knesset ed è gara ad omaggiarlo a Sharm el-Sheikh. Una Pace che sa di impunità. Tutti a lodare Trump e i crimini di Netanyahu sono già dimenticati

Last updated: 14/10/2025 9:21
By Redazione 79 Views 7 Min Read
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Trump in Egitto per lil suo Piano di Pace: “Il cessate il fuoco sta funzionando bene”. Liberi gli ostaggi israeliani e i detenuti palestinesi

Contents
Le vere trattative sul futuro a novembreIl trionfo di Trump alla KnessetIl ritorno a casa dei 20 ostaggiMigliaia di Palestinesi fuori dalle carceriSi precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.                                                 

Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas “sta funzionando davvero incredibilmente bene”.

Così ieri un traboccante Donald Trump ha commentato la cerimonia a Sharm el Sheikh per la firma ufficiale dell’accordo su Gaza. Il Medioriente, ha detto il presidente Usa, è una “regione trasformata”, ha aggiunto. Poco prima aveva accolto uno a uno i leader presenti al vertice di pace, posando nelle foto ufficiale sempre con il gesto del pollice alzato.

“Chi è questa donna?” ha scherzato Trump accogliendo la premier italiana Giorgia Meloni, volata in Egitto per ritagliarsi la sua quota di visibilità, anche se l’Italia nell’intera operazione di tregua – non chiamiamola pace – non ha avuto alcun ruolo. Alla fine, la foto di famiglia ospiterà oltre venti leader internazionali, il premier britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al Thani, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il re di Giordania Abdullah II. Al centro lui, naturalmente, The Donald, accanto al padrone di casa Abdel Fattah al-Sisi. In dispare Giorgia, unica donna nel gruppo.

Le vere trattative sul futuro a novembre

Ma quella di ieri è stata solo una vetrina, il vero negoziato inizia ora, quello cioè che dovrà trasportare dalla carta alla realtà i 20 punti del piano Trump. A novembre è stata fissata una conferenza al Cairo per “la rapida ripresa e la ricostruzione”, ha annunciato al-Sisi, l’obiettivo è “costruire sullo slancio generato” da questo vertice. Al-Sisi ne ha parlato anche nel bilaterale con il presidente Donald Trump, auspicando il sostegno degli Stati Uniti a questa iniziativa.

Il trionfo di Trump alla Knesset

Ma il gran giorno di Trump era iniziato in mattinata, in Israele, quando il presidente Usa era stato accolto da trionfatore alla Knesset, dove ha parlato per oltre un’ora. Nel discorso ha celebrato la fine della guerra e la nascita di una nuova fase di pace e cooperazione nella regione, “l’alba storica di un nuovo Medio Oriente” con pace e speranza rinnovata. Per Trump Israele ha “vinto tutto ciò che si poteva vincere con la forza” e ha elogiato l’uso efficace delle armi fornite dagli Stati Uniti.

Ricordando di aver contribuito alla risoluzione di otto guerre in otto mesi, il tycoon ha promosso la ricostruzione di Gaza come una regione con un futuro brillante davanti soprattutto grazie al denaro che può arrivare dai partner mediorientali. Infine ha chiesto al presidente israeliano Herzog di concedere la grazia a Netanyahu coinvolto in un processo per corruzione.

Il ritorno a casa dei 20 ostaggi

Ma la  giornata era iniziata con Hamas che rilasciava in due tranches i 20 ostaggi ancora in vita nelle sue mani e prometteva che i corpi degli ostaggi deceduti verranno consegnati successivamente. Ad accogliere il rilascio degli ostaggi, oltre 100mila persone riunite in piazza a Tel Aviv. Contemporaneamente Israele annunciava il rilascio di 1.968 prigionieri palestinesi.

Per il ministro della Difesa israeliano Katz, però, annunciando la consegna di solo quattro corpi di ostaggi israeliani Hamas “non avrebbe adempiuto ai propri obblighi”. “Il compito urgente che tutti noi siamo impegnati a svolgere ora è garantire il ritorno a casa di tutti gli ostaggi deceduti. L’annuncio di Hamas della prevista restituzione di 4 corpi oggi rappresenta un inadempimento dei propri obblighi”, ha scritto su X. “Qualsiasi ritardo o deliberata elusione sarà considerata una palese violazione dell’accordo e sarà perseguita di conseguenza”, ha aggiunto. Un “particolare” che per Trump si sta già “aggiustando”.

Migliaia di Palestinesi fuori dalle carceri

“Il Servizio Penitenziario Israeliano ha rilasciato i terroristi imprigionati in conformità con l’accordo di restituzione degli ostaggi” nell’ambito del cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas, si legge in una nota rilasciata nel pomeriggio di dieri. In totale, “1.968 terroristi sono stati rilasciati, alcuni di loro dalla prigione di Ofer, in Cisgiordania, prima di essere trasferiti in vari punti di quel territorio, tra cui Gerusalemme Est, e altri dalla prigione di Ktziot” nella Striscia di Gaza, si legge nella nota del Servizio Penitenziario. Tra loro c’erano 250 palestinesi detenuti per “ragioni di sicurezza”, molti dei quali condannati per attacchi mortali contro Israele, e più di 1.700 palestinesi arrestati a Gaza dall’inizio della guerra. Secondo il Guardian, una folla immensa ha accolto i bus che riportavano i prigionieri a Ramallah.

Fonte lanotiziagiornale.it di Andrea Sparaciari

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