Protestano i tabaccai: “La Commissione Ue non coglie il legame strettissimo tra incremento della tassazione ed espansione del mercato illecito”
Aumenti del costo delle sigarette che potrebbero arrivare fino a 3 euro al pacchetto. È la stangata in arrivo per i fumatori italiani se la Commissione europea procederà sulla strada dell’uniformazione delle accise sui prodotti contenenti tabacco o nicotina e sulle e-cig, come previsto nella proposta sottoposta fino a fine ottobre a una consultazione pubblica. La notizia arriva mentre in Parlamento inizia l’iter di esame della legge di Bilancio 2026, che già prevede un aumento di 60 centesimi al pacchetto nei prossimi 3 anni. Netta l’opposizione della Federazione Italiana Tabaccai, che in una nota ha espresso la sua contrarietà sostenendo che “la Commissione Ue non coglie il legame strettissimo tra incremento della tassazione ed espansione del mercato illecito”, quindi l’allargamento del contrabbando.
L’aumento di 3 euro lascerebbe i prezzi italiani comunque ben sotto i livelli che si registrano in Irlanda o Norvegia (13 euro). Peraltro nei mesi scorsi l’Aiom, l’associazione degli oncologi, aveva lanciato la proposta di aumentare il prezzo delle sigarette di 5 euro al pacchetto per disincentivare l’abitudine al fumo, che è la causa del 90% dei casi di tumore al polmone, e al contempo sostenere con il ricavato il Servizio sanitario nazionale. Incasso previsto, ben 13 miliardi.
I tabaccai non ci stanno e nei giorni un appello ai clienti chiedendo che facessero sentire anche la propria voce nella consultazione pubblica europea. Temono, ovviamente, gli effetti economici negativi delle misure proposte “sulle tabaccherie, microimprese familiari che costituiscono una rete insostituibile nel panorama distributivo e nel tessuto sociale del Paese”. E aggiungono che “la Francia, l’Irlanda, i Paesi Bassi hanno dimostrato con i fatti che l’aumento eccessivo dei prezzi causa immediatamente un’espansione incontrollata di contrabbando e contraffazione a livelli drammatici, con gravissimi danni per tutti gli operatori economici, per l’erario e per gli stessi cittadini che si 2 rivolgono al mercato illegale acquistando prodotti che non rispettano i rigorosi standard qualitativi europei, con rischi evidenti per la salute”.
Fonte ilFattoQuotidiano.it
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