Accusati di omicidio colposo- LA DECISIONE DEL GUP
CALTANISSETTA – Il gup del Tribunale di Caltanissetta, Emanuela Carabotta, ha disposto il rinvio a giudizio di quattro medici del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia, R.M.P., 64 anni, M. M., 32 anni, I.O., 59 anni, e C.M. 71 anni (difesi dagli avvocati Sergio Iacona, Sonia Costa e Renata Accardi) accusati di omicidio colposo e cooperazione nel delitto colposo, per la morte del 26enne nisseno Mirko Mattina.
Secondo la tesi dell’accusa il loro approccio diagnostico e terapeutico, nel trattare la pancreatite acuta del paziente, sarebbe stato “carente e colposamente tardivo”, tanto da determinarne la morte. In particolare, secondo la tesi dell’accusa, i farmaci utilizzati sarebbero tati somministrati tardivamente e con posologia sottodimensionata. Inoltre, sempre secondo quanto scritto nel capo di imputazione, sarebbe stato omesso lo stretto monitoraggio dei parametri vitali e il trasferimento in un centro specializzato o in una unità operativa di terapia intensiva.
Circostanze che dovranno essere accertate in sede processuale. Il provvedimento segue l’imputazione coatta disposta a marzo del 2025 dal gip David Salvucci, che aveva respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. La vicenda risale alla notte del 26 dicembre 2021, quando Mirko Mattina, accompagnato dal padre Vincenzo, si presentò al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia per forti dolori addominali. La prima tac sul paziente aveva evidenziato una pancreatite ma il giovane fu trasferito nell’area del pronto soccorso infettivologico a causa della positività al covid-19, senza, secondo quanto denunciato dai familiari, ricevere interventi adeguati. Nelle ore successive, le sue condizioni peggiorarono drammaticamente fino a quando, nella notte tra il 27 e il 28 dicembre, il ragazzo morì per un arresto cardiocircolatorio. La famiglia del giovane è assistita dagli avvocati Donatella Baglio Pantano e Andrea Zuccalà. La prima udienza del processo è fissata per il prossimo 19 novembre dinnanzi al giudice Giulia Zappalà.
Fonte livesicilia.it
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