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Dopo l’inchiesta in Sicilia, Renato Schifani fa fuori dalla giunta regionale i due assessori della Dc di Totò Cuffaro

Last updated: 10/11/2025 16:52
By Redazione 261 Views 6 Min Read
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Revocato l’incarico a Nuccia Albano e Andrea Messina. Un “atto di responsabilità politica e morale” lo definisce il governatore. I dubbi sui numeri della maggioranza di centrodestra

Contents
Schifani: “Atto di responsabilità politica e morale”I rischi per la maggioranza di SchifaniI dirigenti sospesiGli interrogatori degli indagatiSi precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.                                                 

Arriva la prima conseguenza politica del terremoto giudiziario che ha coinvolto l’ex governatore Salvatore Cuffaro. Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha infatti revocato le deleghe agli assessori Nuccia Albano e Andrea Messina. Si tratta dei due esponenti in giunta della Democrazia cristiana, il nuovo-vecchio partito di Totò Vasa Vasa. La decisione sarebbe anche legata al contenuto di alcune intercettazioni nell’inchiesta della Procura di Palermo che ha chiesto gli arresti domiciliari per 18 persone, tra cui lo stesso Cuffaro e il capogruppo della Dc all’Assemblea regionale Carmelo Pace. Al momento le funzioni degli assessorati della Famiglia e della Funzione pubblica sono state assunte ad interim direttamente dal presidente Schifani.

Schifani: “Atto di responsabilità politica e morale”

“Alla luce del quadro delle indagini che sta emergendo, riguardanti l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, ritengo doveroso riaffermare la necessità che il governo regionale operi nel segno della massima trasparenza, del rigore e della correttezza istituzionale, principi che rappresentano il fondamento stesso della buona amministrazione”, dice Schifani in una nota. “In questa prospettiva, e fino a quando il quadro giudiziario non sarà pienamente chiarito, ritengo non sussistano le condizioni affinché gli assessori regionali espressione della Nuova Democrazia Cristiana possano continuare a svolgere il proprio incarico all’interno della giunta regionale”. “Non si tratta – continua il governatore di Forza Italia – di una decisione di parte, né di un giudizio sulle persone, alle quali va il mio personale ringraziamento per l’impegno, la dedizione e il contributo offerto finora, ma di un atto di responsabilità politica e morale. In momenti come questo, chi ha l’onore e la responsabilità di rappresentare i cittadini deve saper anteporre il bene collettivo e la credibilità delle istituzioni a ogni altra considerazione”.

I rischi per la maggioranza di Schifani

Il governatore siciliano ringrazia comunque i deputati regionali delle Dc “per la loro consolidata lealtà politica e parlamentare” ma sottolinea anche di auspicare “che essi continuino a sostenere i provvedimenti dell’esecutivo regionale”. “Solo così sarà possibile proseguire nel lavoro di governo con la necessaria serenità, chiarezza e coerenza rispetto ai valori di legalità e buon governo che tutti siamo chiamati a difendere”. Adesso, infatti, si apre la questione dei numeri della maggioranza di Schifani. Il partito di Cuffaro – con i sue 7 deputati regionali – è stato ago della bilancia per il centrodestra all’Ars. Senza il loro sostegno Schifani avrebbe comunque ancora la maggioranza ma con numeri un po’ più risicati: 37 parlamentari su 70 (ai quali si aggiungerebbero i 3 di Cateno De Luca). La partita pertanto è più complessa.

I dirigenti sospesi

Pochi giorni fa Schifani aveva preso i primi provvedimenti sospendendo e revocando gli incarichi agli indagati che ricoprivano ruoli pubblici come l’ex dirigente generale al dipartimento Famiglia Maria Letizia Di Liberti, il direttore generale del consorzio di bonifica della Sicilia occidentale Giovanni Tomasino, prendendo atto dell’auto-sospensione dell’ex direttore generale dell’Asp di Siracusa Alessandro Caltagirone e avviando il commissariamento. Via Vito Raso che era a capo della segretaria particolare dell’assessore alla Famiglia Nuccia Albano, uno dei due ormai ex assessori in quota Dc.

Gli interrogatori degli indagati

Intanto venerdì prossimo Totò Cuffaro comparirà davanti al gip per difendersi dalle accuse della Procura di Palermo che ha chiesto il suo arresto (e quello degli altri 17 indagati) per associazione a delinquere, corruzione e turbativa. Nell’attesa l’ex governatore aveva deciso di presentare le sua “dimissioni irrevocabili da segretario della Dc”. Aveva assunto il ruolo due anni e mezzo fa votato all’unanimità appena tre mesi dopo che il Tribunale di sorveglianza aveva dichiarato estinta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, residuo della pena con la condanna a 5 anni di carcere per favoreggiamento alla mafia, scontati a Rebibbia. L’inchiesta della Procura si è abbattuta come un macigno sull’intera Dc e le sue anime collaterali, tant’è che il partito è pronto ad azzerare i vertici per cercare di resistere alla batosta.

Fonte ilFattoQuotidiano.it

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