Caltanissetta si prepara all’abbattimento dell’antenna di Sant’Anna, una decisione esorcizzata da molti, sebbene attesa e non si può dire inaspettata, che segna un punto di svolta significativo e riflessivo per la città
Dopo anni di dibattiti, preoccupazioni e un’accesa contrapposizione tra chi ne sosteneva la pericolosità e chi ne difendeva il mantenimento, il buonsenso ha finalmente e fortunatamente prevalso su tutto dopo le evidenze emerse dal video.
Per molto tempo, la questione dell’antenna è stata un vero e proprio campo di battaglia, con comunicati, post sui social media e promesse che ne invocavano il salvataggio.
Oggi si è messo un punto fermo, verrà abbattuta, e chi fino a ieri si spendeva per mantenerla in piedi, ha dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti e convincersi che prima di ogni cosa viene la sicurezza dei cittadini.
È fondamentale, come giustamente sottolineato dal sindaco, che questa decisione non venga però adesso strumentalizzata politicamente.
L’abbattimento dell’antenna non è il risultato di una vittoria di parte, qui hanno perso tutti, anche la città, non tanto per il bene materiale ma per la dimostrazione del poco impegno reale su certe tematiche, parole a profusione ma pochi fatti concreti.
La decisione comunicata ieri nella conferenza stampa è l’affermazione di un sacrosanto principio, quello della tutela della salute e della sicurezza dei cittadini che devono essere al di sopra di ogni interesse politico o di sentimentalismi vari.
L’appello alla non strumentalizzazione deve risuonare forte e chiaro, oltre che nei cittadini, che speravano nel salvataggio, ma soprattutto tra quei politici, consiglieri, assessori o onorevoli, che hanno fatto della difesa dell’antenna un vero e proprio cavallo di battaglia in anni e anni di campagne elettorali o durante sedute di consigli comunali, dicendo di voler salvare, a parole, un simbolo identitario.
Ciò che si apprende oggi, con l’imminente abbattimento, deve fungere a questo punto da monito e, ci auguriamo, aprire ad una nuova strada per una nuova stagione di concretezza nella gestione della cosa pubblica.
È tempo di smettere di trasformare argomenti cruciali per il futuro della città in mere occasioni di propaganda elettorale, per farsi apprezzare e votare con promesse che poi non trovano alcun riscontro nella realtà.
Tutti coloro che potevano fare e non hanno fatto, che a parole la volevano salvare, adesso non piangano le classiche lacrime di coccodrillo, recitino semmai un mea culpa e si assumano la responsabilità di aver lasciato che la mancanza di manutenzione, pare non la si sia fatta da almeno 15 anni, abbia determinato la decisione finale di abbatterla in quanto irrecuperabile.
Anni di parole e promesse, poi non mantenute, anni e anni di progetti pronti, progetti annunciati ma che concretamente nessuno mai ci ha mai capito nulla, forse loro stessi in primis e in particolar modo nel rapporto costi benefici, per non dire che qualcuno oggi dovrebbe avere il coraggio di tacere per aver promesso aiuti economici e/o soluzioni che nulla hanno portato di concreto e l’abbattimento ne è la prova.
Caltanissetta, chiusa la parentesi Antenna, ha bisogno di azioni concrete, non di promesse vane.
Le urgenze sono sempre le solite, ma che si rimandano con la speranza che poi non sia troppo tardi.
- Nomina del presidente del consorzio universitario per lavorare attivamente per far crescere l’università locale, evitando di favorire, più o meno volontariamente, atenei limitrofi.
- Far partire l’Ospedale Universitario, il Policlinico, un progetto che lo scorso anno qualcuno dava per certo a Caltanissetta, ma che ancora oggi attende di vedere la luce.
- Acquisire l’ex Banca d’Italia, sempre che sia possibile farlo, per dare “vita” al centro storico
- Ritentare di aprire la mensa universitaria nell’ex Bar Romano, per la stessa motivazione detta sopra
- Riaprire la piscina comunale, chiusa ormai da sei anni, un’infrastruttura fondamentale per lo sport e il benessere dei cittadini.
- Rigenerare i vecchi quartieri, ormai come l’antenna forse irrecuperabili
- Caserma Capitano Franco, un progetto valido e che sembrava pronto per l’inizio dei lavori
- Valorizzare le Miniere, tutto fermo, ma tutti ne parlano
Questi sono solo otto esempi di problematiche antiche che attendono ancora oggi soluzioni immediate, senza le quali domani accenderemo l’ennesimo “lumino”.
Se coloro che in passato vantavano “rapporti privilegiati” e “soluzioni pronte” si impegneranno a risolverle, potranno dimostrare che l’abbattimento dell’antenna sarà stato un episodio isolato, non l’inizio della fine, o il primo concreto e amaro di una serie di “demolizioni”.
Solo così si potrà evitare che, dopo l’antenna, il “caterpillar” scenda dalla collina di Sant’Anna per completare il suo lavoro, demolendo speranze e opportunità.
Proprio mentre la notizia del suo smantellamento si diffonde, si apprende che il prossimo 19 giugno prossimo si terrà un Consiglio Comunale Monotematico in seduta ordinaria, con all’ordine del giorno la discussione sulla “Situazione Antenna RAI”.
Di farlo aperto, non ci hanno pensato proprio, chissà qualche voce fuori dal coro, andava a dire qualcosa poco gradito.
Un tempismo che, a dir poco, lascia perplessi e basiti.
Cosa sarà questo Consiglio? Un “funerale” per una questione ormai chiusa?
Non vogliamo pensare che sarà trasformato in un “tribunale” per scaricarsi le responsabilità, che magari non ci sono, o per addebitare colpe e, in questo caso, responsabilità ai predecessori o magari per lanciarsi in nuove promesse che, alla luce degli eventi, lasciano il tempo che trovano.
È difficile non notare la contraddizione e chiedersi che senso abbia.
Anche perchè per anni, l’antenna è stata al centro di un acceso dibattito politico, con schieramenti contrapposti e promesse di salvataggi, buone in ogni occasione.
La verità, che molti non vogliono o fingono di non comprendere, è che la decisione finale presa è figlia della “mala” politica, la RAI, ha solo preso atto di una situazione arrivata ormai ad una logica conclusione, sia chiaro proprietà non esente da colpe.
Tutte le discussioni, le promesse e le diatribe politiche locali, per quanto animate, avevano un peso qualora dalle parole si fosse passati ai fatti, oggi si è dimostrato invece essere un “pour parler”, a vantaggio di chi ne ha parlato per scopi politici.
Caduto il vincolo era normale e prevedibile che ciò accadesse e, a voler pensare male, attenzione siamo nel campo della fantasia, si potrebbe arrivare a ipotizzare che quel giovane sia stato mandato di proposito a Caltanissetta in modo da accelerare l’abbattimento e togliere dal fuoco una castagna che stava per bruciarsi, rischiando di scottare le mani di chi l’aveva in mano.
Questo Consiglio del 19 giugno rischia quindi di trasformarsi nell’ennesima dimostrazione di come, su temi cruciali, la politica locale fatichi a uscire dalla logica della propaganda.
Invece di concentrarsi su azioni concrete e risoluzione di problemi reali, alcuni dei quali elencati sopra, si rischia di assistere all’ennesima passerella su un argomento che, di fatto, è già stato deciso e che nulla si può fare per cambiare il finale.
L’auspicio è che questo Consiglio, se proprio dovrà tenersi, sia l’occasione per archiviare una pagina e, soprattutto, serva per imparare dagli errori del passato e non ricommetterli in futuro.
La città di Caltanissetta ha bisogno di una politica più pratica, concreta e realista, meno incline a raccontare favole, alla strumentalizzazione e più concentrata sull’ascoltare i cittadini.
Ma se continuerà a parlare senza concretizzare, l’abbattimento dell’antenna rischia di essere solo l’inizio di una lunga serie di “demolizioni” da quelle materiali a quelle morali, fatte di fiducia e opportunità per il futuro del nostro territorio. Ad Maiora
Ripropongo il video del consiglio comunale monotematico aperto del 13 dicembre 2021, a conferma delle molte cose dette in questo articolo, tra promesse e preoccupazioni.
Nella foto l’abbattimento di due antenne di Siziano, nel pavese, dopo quasi 100 anni di attività mediante collasso controllato, che prevede l’utilizzo di un argano e tiranti per causare la caduta controllata della struttura.

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