CONTRATTACCO Giuseppe Conte con Scarpinato e Cafiero De Raho: “Commissione trasformata in plotone di esecuzione contro i giudici”
ACCUSE ALLA P R ES I D E N T E CHIARA C O LO S I M O
Più di uno scontro politico. Una frattura che è anche lo specchio di visioni inconciliabili della
società e della storia recente di un Paese. In una conferenza stampa nella sede dei Cinque Stelle, a pochi passi da Montecitorio, i parlamentari e già magistrati Federico Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato denunciano “un depistaggio istituzionale” in atto nella commissione Antimafia di cui fanno parte, con cui le destre vorrebbero
riscrivere la storia delle stragi di mafia (e di Stato).
Seduti accanto a Giuseppe Conte, parlano di “sequestro politico” della commissione, “trasformata in plotone di esecuzione contro i magistrati”, piegata alla verità dell’ex comandate del Ros Mario Mori e
del suo collaboratore dell’epoca, il colonnello Giuseppe De Donno, secondo i quali la mafia uccise Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per bloccare le loro indagini su mafia e appalti.
Versione che sbatte con i fatti, secondo Scarpinato e De Raho. “Si indaga su una sola strage, e invece sono molte di più” riassume Conte.
Così tutti e tre puntano il dito contro la presidente dell’Antimafia, la veterana di Fratelli d’Italia,
Chiara Colosimo. “Non vi è imparzialità nella gestione dei lavori da parte sua, viene adoperato un metodo autoritario”
accusa l’ex procuratore nazionale antimafia. “La presidente ci ha detto di non occuparci delle
stragi a Firenze e Milano e di quella di Capaci, ma che senso ha?” rilancia Scarpinato. Uno strappo che non si può ricucire.
Così Colosimo reagisce con una nota che è un anatema: “Non replico ad accuse false per dare
ulteriore visibilità a chi nei suoi anni da magistrato ha indagato su questi argomenti formulando
tesi accusatorie risultate poi infondate e ora vorrebbe dettare legge fuori dei regolamenti parlamentari”. E i sei parlamentari del M5S in commissione che controreplicano: “Non commentiamo falli di reazione scomposti: la presidente dovrebbe essere ricusata, perché il suo dovrebbe essere un ruolo di garanzia imparziale e invece ha dato dimostrazione di estrema faziosità e di avere sposato una tesi precostituita ”. Sono le scorie di giorni intossicati, in commissione. Inevitabili, viste le audizioni di Mori e De Donno, con annessa memoria depositata su via D’Amelio, l’attentato del 19 luglio 1992 a Palermo che uccise Borsellino e cinque agenti della sua scorta. “Un testo pieno di falsità ” sostiene l’ex procuratore a Palermo e Caltanissetta, che assieme agli altri 5 Stelle della commissione ha depositato una controrelazione di 90 pagine per smentire punto per punto la ricostruzione del generale in pensione e di De Donno.
Eppure secondo i 5Stelle, le destre in Antimafia la dipingono come “una verità già accertata ”, pur di portare avanti il loro obiettivo: “Portare sul banco degli accusati la magistratura che osò l’inosabile, procedendo contro una schiera di intoccabili, il gotha del potere”, come sostiene ancora Scarpinato.
E siamo al nodo della vicenda, alla trattativa Stato-mafia e al relativo processo, da cui l’ex comandante del Ros Mori e De Donno uscirono assolti. Per i 5Stelle, la loro versione “è frutto della volontà di vendetta nei confronti dei magistrati che li
hanno processati”, quindi anche contro Scarpinato. “In commissione hanno dipinto lui e De Donno come vittime dei giudici che presero lucciole per lanterne –insiste il senatore –ma le stragi sono ancora tra noi, e non furono solo di mafia”.
Accanto, Conte., l’ex premier vuole spingere sul tema della legalità, e per questo parla in pubblico
di nuovo accanto a Scarpinato, come aveva già fatto a Genova la settimana scorsa.
“Colosimo sta eseguendo una missione politica” scandisce. E invoca gli arbitri della politica: “Questa situazione va segnalata ai presidenti di Camera e Senato
e, senza volerlo tirare per la giacchetta, chiediamo a Mattarella di prestare attenzione ”. Ma ora? L’obiettivo a medio termine del M5S è la relazione – o le relazioni – di minoranza, con cui contrastare le tesi delle destre. Di concerto con il Pd, che con Walter Verini e gli altri dem in commissione parla “di disegno politico della destra di circoscrivere le stragi di via D’Amelio e di Capaci al dossier-mafia appalti”. Nell’attesa, ci sarà una terza audizione per Mori e De Donno.
I protagonisti
CHIARA COLOSIMO Esponente di Fratelli d’Italia, presidente della Commissione parlamentare Antimafia
MARIO MORI Ex generale dei Ros, processato e assolto in Cassazione per la Trattativa Stato-mafia
GIUSEPPE DE DONNO Ex colonnello dei Ros, processato e assolto in Cassazione per la Trattativa Stato-mafia
Da ilFattoQuoridiano
