Sulla manovra piovono 4.500 emendamenti
Le proposte di correzione sono state presentate in commissione Bilancio alla Camera: circa 1.200 provenienti dai gruppi di maggioranza (e di questi mille da FI e Lega), il resto dalle opposizioni.
Forza Italia propone la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33% e l’estensione di questa fascia ai redditi fino a 60mila euro.
Nel pacchetto di FI anche lo stop alla norma che impone un rappresentante del Mef nei collegi di revisione delle società che ottengono contributi dallo Stato e l’eliminazione dell’estensione verso il basso della web tax per mantenerla solo per i grandi operatori del web che fatturano almeno 750 milioni di euro all’anno.
E ancora: rivalutazione straordinaria delle pensioni minime per garantire un importo di circa 623 euro al mese.
La Lega punta a una nuova rottamazione per le cartelle esattoriali 2020-23, a eliminare il tetto alle somme detraibili per investimenti in start-up e Pmi innovative, e al mantenimento dell’attuale aliquota sulle criptovalute (o anche alla sua riduzione).
Un emendamento di FdI prevede l’istituzione di un “Fondo nazionale per l’esdebitazione degli incapienti”, che servirebbe a coprire i costi della procedura di cancellazione dei debiti in accordo coi creditori. L’opposizione, con una proposta unitaria, chiede di aumentare i fondi alla sanità.
Intanto, con una memoria depositata in commissione, la Svimez (associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno) ha analizzato i tagli al Sud contenuti nella manovra: 5,3 miliardi nel triennio 2025-2027. A pesare è la fine della decontribuzione sugli occupati, che vale 5,9 miliardi per il 2025 e 4 miliardi annui per il 2026 e 2027.
Solo in parte le risorse sono salvate e girate a un’altra misura per le aziende del Sud: un Fondo per agevolare l’acquisto di beni strumentali (2,45 miliardi nel 2025, 1 miliardo nel 2026, 3,4 miliardi nel 2027 , più 1,5 miliardi per il 2028 e 750 milioni per il 2029).
In attivo vanno considerate anche la proroga del credito d’imposta per gli investimenti nella Zona economica speciale, con 1,6 miliardi, e le risorse per lo sgravio contributivo a fronte di nuove assunzioni sempre nella Zes (171,1 milioni).
In totale, calcola la Svimez, le risorse per le imprese del Sud si riducono, nel 2025-2027, di 5,3 miliardi.