Dopo le dichiarazioni dell’on. Mancuso, a Palazzo del Carmine qualcuno comincia a preparare gli scatoloni
Che giorni gloriosi viviamo qui nella nostra amata Caltanissetta, di certo non ci si annoia.
Ricordate, cittadini, quei fulgidi astri della politica locale, quelle colonne portanti dell’amministrazione comunale che, con voce tonante e petto in fuori, si autoproclamavano baluardi inamovibili, rocce granitiche incrollabili al vento del cambiamento e che tanto stavano facendo per la città?
Come dimenticarli.
Come dimenticare anche le loro epiche gesta, i loro proclami infuocati, la loro sicurezza che pareva sfidare ogni cosa, capaci di saper risolvere tutto e criticare tutto…ops, scusate questo quando erano all’opposizione.
Queste figure, passate nel frattempo dai banchi del consiglio alle poltrone della giunta, hanno mantenuto intatto il vigore e il tono, che non sono cambiati, come anche i fatti e le cose da fare, che sono rimaste come lo erano allora.
“Siamo la forza”, “risolveremo tutto quello che i nostri predecessori non hanno saputo fare”, dimenticando forse che certe affermazioni, accompagnati da video e selfie, un giorno si sarebbero rivelati boomerang.
Mancava solo dicessero “Senza di noi, il sole non sorgerà”, ignari che, per nostra fortuna, l’alba segue ben altre dinamiche.
“Le nostre radici nel territorio sono profonde come quelle degli ulivi secolari”, ed elencavano tutte le loro esperienze politiche, anche in questo caso ignari anche gli ulivi più antichi possono essere potati o abbattuti dal vento, in questo caso quello del cambiamento.
Ebbene, cari concittadini, la primavera, si sa, porta con sé un venticello di novità, un’aria frizzante che spazza via le foglie secche e fa cadere i rami secchi, quelli piccoli.
A quanto pare, anche qualche testa salterà, spazzata via del “vento” che colpirà coloro che non hanno saputo adattarsi al mutamento delle stagioni.
Con un garbo squisito, tipico della politica, con la delicatezza quasi di chi “la tocca piano” , ma la tocca, queste persone verranno ringraziate per “il grande lavoro svolto”, sperando che a chi pronuncerà questa parole non gli si allunghi il naso, per poi essere accompagnate gentilmente alla porta.
Sarà per loro un giorno amaro, loro che si credevano imprescindibili, forti del consenso dei cittadini, si fa per dire, andranno a cercarsi una nuova casa, la loro non apre essere in città in buone condizioni, e sempre che riescano a trovarla, molte le se son già, cercando nuova gloria politica, anche se forse sarebbe meglio fare una meritata riflessione sulle proprie, diciamo “indiscutibili” capacità, ovviamente politiche.
Li vedremo vagare per le vie della città, con un’espressione che oscilla tra lo stupore malcelato e un vago senso per l’ingiustizia ricevuta.
Forse si chiederanno come sia potuto accadere, come mai quel piedistallo che credevano eterno si è rivelato, in fin dei conti, un semplice sgabello traballante dal quale sono caduti.
Forse ripenseranno anche a un non buon rapporto con i cittadini, a quei discorsi pieni di autocelebrazione, a quelle pacche sulle spalle un po’ troppo compiaciute, a quella convinzione, ahimè rilevatasi errata, di essere insostituibili.
Ma non temano, “amici” ex-amministratori.
La vita è un ciclo e anche le carriere politiche conoscono le alte e basse maree.
Oggi si viene gentilmente invitati a lasciare la stanza dei bottoni, domani chissà, magari si verrà invitati a tenere un corso su “Come non dare mai nulla per scontato” o “come essere più modesti e meno arroganti nella vita”.
E noi, umili cittadini, osserviamo questi tristi addii con un misto di stupore e, perché no, un pizzico di sollievo.
Perché in fondo, la politica è un po’ come il giardinaggio, per far crescere fiori nuovi e rigogliosi è necessario sfoltire un po’ le piante che, pur avendo avuto il loro momento di splendore, rischiano oggi di soffocare il resto del giardino.
Vedremo cosa porterà di buono questo “turnover”, figlio anche di un tradimento.
Sia un monito per il futuro per tutti, la vera forza non sta nel vantarsi di averla, ma nel dimostrarla con umiltà e con fatti, altrimenti, il rischio è che la porta, prima o poi, si apra con una gentilezza disarmante.
Questo vale in politica ma anche nella vita. Ad Maiora
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