Cittadini in piazza per chiedere la fine della guerra, ma i rappresentanti istituzionali preferiscono restare altrove
Ieri pomeriggio Caltanissetta ha ospitato un “FASH MOB” per la Palestina, un momento molto partecipato e carico di significato, una grande partecipazione che raramente si vede dalle nostre parti.
Ciò è sicuramente avvenuto perché questo tema ha colpito il cuore e la sensibilità di cittadini e associazioni che a gran voce chiedevano la fine della guerra e dello sterminio che, giorno dopo giorno, continua a mietere vittime innocenti, tra i quali moltissimi bambini.
La piazza ha parlato, si è espressa con cartelli, canti e citazioni, ma soprattutto con la presenza di chi ha scelto di esserci e successivamente ha sentito il dovere morale di raccontare quanto successo anche con un semplice post sui social, come a voler dire con orgoglio, “io c’ero”.
Quello che invece è mancata, e in modo evidente, è stata la presenza di larga parte della politica locale e dei loro “amici”, sicuramente per evitare di essere poi ripresi.
Insieme a tanti cittadini e rappresentanti di varie associazioni, solo due consiglieri comunali e un esponente sindacale sono intervenuti, qualche altro politico è rimasto in silenzio tra la folla.
Nessuno è obbligato a partecipare (cit.), sia chiaro.
Ma non era una manifestazione qualsiasi e tra il non partecipare e il non rispondere a un appello per la pace e contro la morte di migliaia di civili, c’è una grande e profonda differenza, che pesa.
È comprensibile, anche se non del tutto giustificabile, che alcuni abbiano preferito attenersi alle linee dei propri partiti, quegli stessi partiti che garantiscono loro una comoda poltrona nei palazzi del potere.
Anche se rimane difficile immaginare come si possa avere poi il coraggio di guardare negli occhi i propri figli o nipoti, sapendo che la loro fortuna di nascere qui non è stata concessa a tanti altri bambini, meno “fortunati”.
Rimane l’amara sensazione che per una parte della politica e della popolazone sia più facile farsi vedere alle inaugurazioni, ai tagli di nastri, magari accanto a personaggi importanti, alle cerimonie con i riflettori accesi, piuttosto che scendere in piazza, accanto ai propri concittadini che chiedono semplicemente il diritto più universale di tutti, la pace. Ad Maiora
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