La Bocca della Verità è un antico mascherone in marmo, posizionato in verticale nella parete del pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma dal 1632.
Il mascherone rappresenta un volto maschile barbuto con la bocca spalancata, occhi, naso e bocca sono forati e cavi.
Nel medioevo si fece strada la leggenda che fu Virgilio Marone Grammatico, un erudito del VI secolo a costruire la Bocca della Verità, ad uso dei mariti e delle mogli che avessero dubitato della fedeltà del proprio coniuge.
Ma voi direte…ma a noi di sta storia che ce frega…e invece ce frega e come se ce frega…pecchè forse ce stanno a fregà e na mano quarcuno a dovrebbe infilà.
Peccato che né il comune di Roma, né la Soprintendenza ci presterebbero mai il mascherone della Bocca della Verità.
A Caltanissetta andrebbe posizionato in pieno centro storico e, ogni politico, dopo aver pronunciato il suo bel discorsetto o fatto il suo annuncio, dovrebbe inserirvi la mano dentro.
Otterremmo un duplice risultato.
Ci penserebbero due volte, magari tre, prima di pronunciare le solite promesse, che vengono poi puntualmente disattese e se proprio insiste, si capirebbe subito, dal morso alla mano, se ha detto una bella “panzana”.
Ma siccome siamo certi che non ci verrà mai prestato, non resta che affidarci al tempo che, come sempre, dirà la verità e metterà tutti e tutto al proprio posto.
La Verità Unica
Ma nel frattempo, avendo ancora la libertà di poter dissentire, criticare, dubitare e ragionare con la propria mente, senza doversi obbligatoriamente piegare o accettare per fede a quanto viene calato dall’alto, come fosse l’unica verità assoluta, si andrà avanti senza lasciarsi condizionare da minacce, più o meno velate, senza subire pressioni o peggio imposizioni.
Ai dubbi e alle domande dei cittadini o dei giornalisti, che riportano spesso anche le ansie e le preoccupazione di chi vive giornalmente i disagi e i timori della mancanza di acqua, si risponde dando riscontri certi e chiari, non generici, e non basta accusare dicendo “non è così, punto”, senza dire come realmente sarà il domani.
Il ruolo di un’amministrazione pubblico è dare certezze e riscontri a quanto sostenuto, il dire e non dire, un classico di chi ha un suo modo di fare politica, non fa altro che alimentare i dubbi e fa comprendere che probabilmente si hanno le idee chiare nel trovare le giuste soluzioni.
Come non si può non concordare totalmente con quello che scrive stamane il quotidiano “La Sicilia”.
“L’assessore leghista Aiello vuole imporre ai giornali solo le sue veline” e nell’articolo si legge: “Se civile è stato comunque il tono dell’ufficio stampa, arrogante e temerario è stato invece l’assessore comunale alla protezione civile, il leghista Oscar Aiello, in un auto-video diffuso su Facebook: “…smentisco quella notizia, è una notizia infondata. Invito chiunque per il futuro a prendere atto soltanto delle notizie che provengono dall’Ufficio stampa del Comune di Caltanissetta e che successivamente vengono diffuse da altre testate, e dalle notizie pubblicate sia sul sito del Comune che sulla pagina Facebook del Comune. Quelle si che sono notizie vere e attendibili”. E’ doveroso avvertire l’assessore Aiello che il Minculpop – il ministero della cultura popolare, istituito dal fascismo nel 1937, che ordinava ai giornali di pubblicare soltanto le sue veline – non e stato (ancora?) ripristinato, e che – se ne faccia una ragione – non può esserci pertanto oggi nessun “Asculpop” (assessore della cultura popolare)”
Sperando in un non ritorno ritorno al passato, come al solito…Ad Maiora