Sanità e antenna a Caltanissetta sono due temi caldi, ma incredibilmente affrontati in modo differente dai cittadini e dalla politica.
Quello che emerge è un quadro contraddittorio, da una parte le posizioni politiche che si scontrano tra loro e la realtà quotidiana dei nisseni che parla di altro, non pensando all’invecchiamento della popolazione, al calo demografico e alle liste d’attesa eterne, ma questo sembra quasi passare quasi in secondo piano.
E la politica, come spesso accade, non aiuta a fare chiarezza, c’è chi attacaa e chi tace.
Le opposizioni attaccano, mentre assistiamo a un dibattito surreale in cui esponenti della stessa coalizione, quelli del centrodestra, che si trovano su fronti opposti riguardo al nuovo piano sanitario.
C’è chi lo difende a spada tratta, parlando di ottimizzazione e miglioramento, e chi, al contrario, lo attacca duramente, denunciando un ridimensionamento dei servizi. Questa spaccatura interna, lontano dal chiarire, alimenta il sospetto che si tratti del solito gioco del “dividi et impera”, a danno dei cittadini.
Una delle argomentazioni più disorientanti riguarda il presunto legame tra il ridimensionamento della sanità e il calo demografico.
Si sostiene che, diminuendo gli abitanti, sia logico ridurre i servizi. Eppure, questa tesi si scontra con la realtà. Se la popolazione diminuisce e i servizi rimangono gli stessi, i cittadini dovrebbero in teoria beneficiare di una maggiore disponibilità e di tempi d’attesa più brevi. Invece, a Caltanissetta, ma non solo, a fronte di una popolazione che si contrae, le liste d’attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici si allungano a dismisura.
Questo paradosso è un chiaro segnale che qualcosa non funziona nel sistema o che qualcuno cerchi di mischiare le carte. Come è possibile che con meno pazienti e gli stessi servizi, l’accesso alle cure diventi sempre più difficile?
Lla realtà demografica nissena è ben nota: la popolazione invecchia, i giovani vanno via. In un contesto dove gli anziani rappresentano una fetta sempre più consistente della cittadinanza e dove l’economia locale rende difficile per molti rivolgersi alla sanità privata, il problema della sanità pubblica dovrebbe essere al centro dell’attenzione di tutti.
Invece, sembra che in città l’allarme non sia percepito nella sua gravità e i cittadini o non ne parlano o se intervengono dedicano fiume di parole su altro.
C’è una sorta di muta rassegnazione diffusa tra i nisseni. Molti preferiscono evitare di affrontare il tema salute, anche per non dispiacere qualcuno, pensando quasi che il problema non li riguardi.
L’attenzione di molti viene dirottata su altre questioni, talvolta meno urgenti o incisivi e cruciali per il benessere della comunità, come, ad esempio, la discussione sull’antenna di Sant’Anna.
Attenzione, non c’è nulla di male nell’impegnarsi per ciò che viene percepito come un simbolo identitario, ma la stessa passione, lo stesso impegno e le tante parole dovrebbero essere riversate anche su temi vitali come la sanità, ed invece su questo tema il sipario non si alza e non si proferisce parola alcuna.
Forse, c’è chi confida nel fatto che, in caso di necessità, l’alternativa al Sant’Elia possa essere Sant’Anna, magari chiedendole un miracolo, essendo la Santa Protettrice delle donne partorienti, delle madri di famiglia, o organizzando un pellegrinaggio, ignorando anche le criticità e difficcoltà economiche che potrebbero emergere dal mantenere in piedi l’antenna, infatti tra amrcord, poesia e filosofia, di tutto si parla tranne che di come affrontare economicamente la questione salvataggio, nel caso Rai Way ci facesse questo “regalo”.
Ovviamente il pensare all’antenna non esclude il pensare alla sanità, ma sta di fatto che si sente parlare più del salvataggio dell’antenna, senza tra le altre cose spiegare bene come, cioè con quali soldi, che del sacrosanto diritto alla salute e sul come curarsi nel caso in cui si debba ricorrere al SSN, sempre più mortificato.
Ma la salute non è un optional, non è un simbolo da vedere tornando a casa, magari dopo essersi recati fuori sede per curarsi, ma un diritto per ricevere cure tempestive ed efficienti.
Con il massimo rispetto per chi si impegna per l’antenna, la priorità assoluta per ogni cittadino e per chiunque abbia responsabilità di governo, dovrebbe essere quella di impegnarsi al massimo per salvaguardare la sanità locale che è di fondamentale importanza per ognuno di noi e non riicordarsene solo quando ne abbiamo di bisogno, per noi o per un nostro caro, lamementandosene.
È giunto il tempo che la politica smetta di giocare con la salute dei cittadini e che i nisseni glielo ribadiscano giornalmente, riappropriandosi della discussione su un tema che tocca profondamente la vita di tutti.
Anche perchè il vero “tesoro” da salvaguardare è la salute.
La chiarezza, la trasparenza e l’impegno concreto per una sanità efficiente e accessibile non possono più essere sacrificati sull’altare di dispute politiche e su numeri ballerini, pensando esclusivamente ad altro. Ad Maiora

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