A Caltanissetta, la riapertura della piscina comunale rimane un tema importante e, dopo oltre sei anni di chiusura, le voci che circolano creano anche un mistero e qualche dubbio
Si parla di un accordo che potrebbe costare al Comune una cifra importante.
Tra i 700 e gli 800 mila euro ai quali si andrebbero ad aggiungere circa 400 mila euro per la revisione dei prezzi dell’appalto, già in corso, che la ditta potrebbe chiedere.
Se il comune dovesse a questo punto chiedere la penale, per il ritardo nella consegna dei lavori, circa 100 mila euro, il costo scenderebbe a 300 mila euro oltre ai primi comunque necessari.
Queste cifre, pur non essendo state mai confermate ufficialmente, alimentano il mistero, non certo il dibattito pubblico, su questo argomento le bocche sono super cucite, ma sollevano interrogativi sul futuro dell’opera.
“Vox populi vox Dei”, recita un vecchio detto, e il malcontento serpeggia tra i cittadini che chiedono chiarezza e trasparenza e qualcuno, pur auspicanone la prossima riapertura, solleva il dubbio se sia lecito, quindi possibile, se sia possibile che con soldi pubblici si “aiuti” un privato, anche se l’interesse è della collettività, onde evitare che qualche organo di controllo abbia qualcosa da ridire.
Di fronte a queste indiscrezioni, confermate anche in aula da una consigliera di maggioranza, che hanno ammesso l’esistenza di un accorso che porterebbe nel bereve alla riapertura, e la contemporanea assenza di comunicazioni chiare da parte del sindaco e dell’assessore allo sport, appare quantomeno singolari.
Perché non informare la cittadinanza su un accordo così importante e decisivo, che graverebbe in modo significativo sulle casse comunali?
Si attendono spiegazioni, soprattutto dopo le recenti polemiche sul rimpasto di giunta che hanno fatto aumentare i malumori all’interno della maggioranza e che sembrano crescere nelle ultime ore.
Ma di questo diremo in seguito.
Di certo c’è che l’accordo, se confermato, dovrà obbligatoriamente passare per il consiglio comunale.
E qui si preannuncia una situazione delicata anche per l’opposizione, quella reale, non quella di facciata, dove presumiamo tre consiglieri voterebbero sicuramente a favore della proposta della giunta ad occhiu chiusi.
Un voto contrario, se non adeguatamente motivato, potrebbe essere interpretato come un voler ostacolare la riapertura della piscina, un’opera attesa da tutti, per pura presa di posizione politica.
L’accusa di “remare contro” è un rischio che l’opposizione non può e non deve ignorare, specialmente su un tema così delicato e molto sentito dalla cittadinanza.
Tuttavia, molti cittadini chiedono di vederci chiaro, soprattutto quando si parla di soldi pubblici, che già si spendono spesso troppo “allegramente”, come il caso dei gettoni di presenza e degli emolumenti, di cui abbiamo parlato ieri in questo articolo.
La trasparenza non è solo un obbligo morale, ma la base per un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini, sempre più incrinato e questo non andrebbe mai dimenticato.
Un accordo che impegna il denaro della comunità non può essere gestito nell’ombra o presentato in modo tale che qualsiasi obiezione sollevata verrebbe interpretata come un gesto di ripicca e quindi mal visto dai cittadini. Ad Maiora
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