Caltanissetta 401
  • Home
  • Cronaca
    • Cronaca Internazionale
  • Politica locale
    • Politica
  • Rassegna stampa
    • Economia e Finanza
    • Riflessioni
    • Riceviamo e pubblichiamo
  • Cultura ed Eventi
    • Concorsi
    • Scuola
    • Tecnologia
  • Sport
  • Altro
    • Dalla provincia e dintorni
    • Ricette tipiche
    • Salute & Benessere
    • Meteo
Reading: Canone Rai e sanità, doppio inciampo del governo. Ira Meloni, ma premier tira dritto
  • Seguici
Font ResizerAa
Caltanissetta 401Caltanissetta 401
Cerca
  • Home
  • Chi siamo
  • News
    • Cronaca
    • Politica locale
    • Cultura ed Eventi
    • Sport
    • Rassegna stampa
    • Salute & Benessere
    • Riceviamo e pubblichiamo
    • Dalla provincia e dintorni
Follow US
© Caltanissetta401 | Realizzato da Creative Agency
Caltanissetta 401 > News > Cronaca > Canone Rai e sanità, doppio inciampo del governo. Ira Meloni, ma premier tira dritto
CronacaPoliticaRassegna stampa

Canone Rai e sanità, doppio inciampo del governo. Ira Meloni, ma premier tira dritto

Last updated: 28/11/2024 7:11
By Redazione 115 Views 6 Min Read
Share
SHARE

Doppio passo falso della maggioranza al Senato, con il governo battuto due volte: Forza Italia vota con l’opposizione sul canone, fallo di reazione della Lega sulla sanità calabrese

Contents
Meloni irritata, ma nessun vertice in vistaL’incidente sul canone RaiLa risposta leghista sulla sanità, la reazione di FdI

Un pasticcio che poteva essere evitato. A Giorgia Meloni, raccontano, non sarebbe affatto andato giù il doppio passo falso di ieri della sua maggioranza al Senato, con il governo battuto una prima volta in commissione Bilancio sul canone Rai (Forza Italia ha votato con l’opposizione contro la riduzione del contributo per la tv pubblica da 90 a 70 euro fortemente voluto da Matteo Salvini) e una seconda volta, sempre a Palazzo Madama, su un emendamento sulla sanità calabrese firmato dal senatore azzurro Claudio Lotito, evidente fallo di reazione della Lega. Un inciampo che “non giova a nessuno”, filtrava da Palazzo Chigi a stretto giro dal primo incidente di giornata.

Meloni irritata, ma nessun vertice in vista

La premier, riferiscono fonti parlamentari, sarebbe rimasta molto infastidita da quanto accaduto per aver dato l’immagine di superficialità e litigiosità a pochi giorni dal vertice di domenica scorso, dove avrebbe chiesto e strappato ai suoi alleati la promessa di evitare polemiche e forzature su temi divisivi. Da qui la freddezza nei confronti di Antonio Tajani, percepita ieri al Med Dialogues (rapida stretta di mano, ndr). “Se abbiamo trovato l’accordo per un cessate il fuoco in Libano possiamo farlo pure sul canone Rai”, ha tagliato corto la premier con i cronisti, derubricando le frizioni “in schermaglie”, nulla di “particolarmente serio”. Ora bisogna andare avanti e lasciarsi tutto alle spalle in fretta, concentrarsi sui prossimi impegni, la linea che filtra infatti da Palazzo Chigi. Dove, assicurano, non figurano in agenda nuovi vertici di maggioranza: “Lasciar decantare e guardare avanti, il presidente tira dritto”, confermano fonti parlamentari vicine a Meloni.

L’incidente sul canone Rai

Sul canone Rai ci sarebbe stato un combinato disposto di fattori, che avrebbero portato all’incidente, esponendo di nuovo il centrodestra all’ennesimo scivolone. Nella coalizione, insomma, si respira un clima di tutti contro tutti. C’è chi se la prende con il sottosegretario al Mef Lucia Albano, che forse avrebbe potuto fare di più per evitare il patatrac finale; chi invece accusa i leghisti di aver fatto una forzatura, violando il ‘patto di non belligeranza’ firmato chez Giorgia e chi, infine, se la prende con gli azzurri, che avrebbe potuto lasciare l’Aula o comunque scongiurare l’incidente.

Raccontano che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, abbia mediato fino alla fine. Tante le soluzioni che ha provato a mettere in campo, andando oltre l’invito ad accordarsi tra alleati. Ma nessuna ipotesi, durante i vertici di maggioranza a Palazzo Madama, ha portato a superare l’impasse. Da ultimo, ieri mattina, l’influenza ha tenuto lontano dalla Commissione Bilancio lo stesso Ciriani, mettendolo fuori gioco per un tentativo di conciliazione in extremis.

Antonio Tajani dice intanto chiaramente che la “posizione di Forza Italia non è mai cambiata”: ”L’abbiamo detto sin dall’inizio che era sbagliato spendere 430 milioni euro per una partita di giro. Invece di tagliare il canone Rai che costa 50 centesimi al cittadino italiano, con quei 430 milioni di euro facciamo un’operazione per tagliare sul serio le tasse”. Il ministro degli Esteri immaginava di ”metterli in un pacchetto dell’Irpef aggiungendoli a quelli del concordato fiscale o si poteva usarli per la sanità”.

Dietro il ‘no’ del partito forzista al ‘taglio’, chiarisce ancora una volta il vicepremier, non c’è la famiglia Berlusconi, né Piersilvio, né Marina. ”Sono grande e grosso, ho 70 anni, ma vi pare che prendo ordini da qualcuno?”, si sfoga il segretario nazionale di Fi, che aggiunge: ”Tanto, è inutile che vi dico delle cose, tanto scrivete sempre quello che volete… Così sulle banche, ora sul canone Rai: ogni cosa che facciamo, la facciamo perché c’è qualcuno che ci dice cosa dobbiamo fare”.

La risposta leghista sulla sanità, la reazione di FdI

A chi dentro Fdi manifesta irritazione, Fi fa sapere di non aver certo forzato la mano. Abbiamo sempre detto ‘no’ al taglio del canone Rai, non lo si scopre adesso, fa sapere un big forzista a mezza bocca, che ricorda come all’ultimo vertice i leader centrodestra avevano detto che su temi divisivi, come la Rai, bisognava evitare di alimentare tensioni.

“La sforbiciata al canone andava evitata lo scorso anno, quando è stata introdotta – spiega una fonte di Fdi -, ormai è deleterio tornare indietro, per questo abbiamo deciso di votare a favore”. I Fratelli d’Italia rimarcano inoltre di aver tenuto fede anche all’impegno sull’altro emendamento, sulla sanità calabrese, poi affossato dai leghisti che hanno così mandato di nuovo sotto il governo. Una ‘risposta’ che i meloniani non avrebbero gradito, men che meno la presidente del Consiglio. Salvini dice di ”non aver sentito Tajani (”avrà da fare, anche io ho da fare” ma “ci messaggiamo”) e tira in ballo Silvio Berlusconi: ”Ricordo che Berlusconi riteneva che il canone fosse una tassa, una gabella” ma “non da cancellare”.

You Might Also Like

Verso le provinciali: il centrosinistra con Di Stefano e il centrodestra con Mancuso, (Tesauro), impegnatissimi nella campagna elettorale

Caltanissetta: Cooperativa sociale Etnos di Caltanissetta, 4 volontari del Servizio civile universale nel 2025

Il governo Schifani ha deliberato lo stato di crisi regionale per 12 mesi e la richiesta dello stato di emergenza nazionale per i territori del Messinese colpiti dal maltempo tra il 28 marzo e il 5 aprile scorsi

Università: a Palermo, Caltanissetta, Agrigento e Trapani corsi propedeutici gratuiti per le matricole

Caltanissetta: Q.T. del 3 Febbraio, tra risposte non date, mezze risposte e risposte….Video

TAGGED:CronacaPoliticaRassegna stampa
Share This Article
Facebook Twitter Whatsapp Whatsapp Email Copy Link Print
Caltanissetta 401
Direttore responsabile 
Sergio Cirlinci

93100 Caltanissetta (CL)

redazione@caltanissetta401.it
P:Iva: 01392140859

Categorie

  • Cronaca
  • Cultura ed Eventi
  • Politica locale
  • Rassegna stampa
  • Sport

Categorie

  • Concorsi
  • Dalla provincia e dintorni
  • Finanza
  • Giovani e Università
  • Sanità

Link utili

  • Chi siamo
  • Privacy & Cookie Policy

Caltanissetta 4.0.1 è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Caltanissetta n.03/2024 del 21/08/2024. | Realizzato da Creative Agency

Username or Email Address
Password

Lost your password?