Questa è davvero una storia ricca di colpi di scena.
Prima, il deputato regionale Gaspare Vitrano che compare nella stanza del direttore sanitario del Civico Gaetano Buccheri e inizia a fare pressioni sull’allora responsabile della direzione medica del presidio Di Cristina, la dottoressa Desiree Farinella.
Il giorno dopo, la telefonata di una misteriosa donna che si presenta come amica dell’assessora
Giovanna Volo: anche lei per dire alla dottoressa Farinella che «non ha alcuna colpa, che ha lavorato bene», ma «deve mettersi comunque quindici giorni in ferie… così questa cosa viene dimenticata e lei rimane al suo posto».
Quel primo febbraio dell’anno scorso, la dottoressa Farinella è spaventata, non conosce la donna al telefono, che si presenta come Manola Albanese, «amica dell’assessora» si definisce. Farinella
regista la telefonata, così come ha fatto il giorno prima quando si è trovata davanti al deputato di
Forza Italia.
E pure la registrazione degli accorati inviti dell’amica dell’assessora è finita nel fascicolo d’inchiesta
del pubblico ministero Andrea Zoppi che vede indagati Buccheri e Vitrano per tentata violenza
privata nei confronti di Desiree Farinella.
La storia l’ha svelata Repubblica domenica: una mamma aveva denunciato alcune presunte carenze
nel reparto di Nefrologia pediatrica e gli strali del presidente della Regione Schifani erano caduti non
sulla responsabile del reparto, ma sul vertice dell’intero presidio.
La procura ha già notificato l’avviso di chiusura delle indagini a Buccheri e Vitrano, l’atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. «Mediante minaccia», ha scritto il pubblico ministero, si è cercato di far mettere in malattia la dottoressa Farinella «prospettandole in caso contrario la rimozione d’ufficio dall’incarico».
Il direttore sanitario Buccheri diceva: «C’è la Volo che insiste… Mi hanno chiesto se si poteva fare un cambio di ruolo, gli ho detto di no… dopo tre ore di riunione siamo arrivati a 15 giorni… ho detto:
“Gli chiedo alla dottoressa Farinella di pigliarsi 15 giorni di ferie o di malattia (…) e chiudiamo il discorso (…) il presidente (Schifani – ndr) deve dare una risposta».
Vitrano rilanciava sulla richiesta di ferie o malattia: «Stai salvando il presidente, non me. Il presidente ci ha fatto una figura di merda».
Il giorno dopo arrivò quella strana telefonata: la donna che si presentava come Manola Albanese disse alla dottoressa Farinella che aveva un «intento solidale» e spiegò che la sera prima era stata con la sua “amica” Giovanna Volo. «Ho parlato con l’assessore che sa benissimo che non c’è nessuna colpa, che lei ha lavorato bene». E ancora: «L’assessore mi ha detto che è dispiaciutissima e che è un’assurdità quello che sta succedendo». Poi, ancora pressioni: «Giovanna mi ha detto che se si mette 15 giorni in ferie, non c’è nessun problema.
Questa cosa viene dimenticata in un secondo e non c’è nessun provvedimento e lei rimane al posto suo».
Perché tutti questi messaggeri?
Prima del politico e dell’amica dell’assessora, si era fatto avanti anche un collega della dottoressa Farinella, Benedetto Trobia, in servizio all’assessorato. Pure lui aveva offerto un buon consiglio. Lo stesso che avrebbero ribadito gli altri: «Un’uscita di scena spontanea per una quindicina di giorni».
Ma la dottoressa Farinella non ha ceduto: «Io non scendo a patteggiamenti di nessun tipo», disse all’amica dell’assessora.
Il 2 febbraio, verrà poi trasferita dal nuovo commissario straordinario del Civico Walter Messina, nominato qualche giorno prima al posto dell’ex manager Roberto Colletti che invece si era rifiutato
di firmare il provvedimento contro Farinella.
Mentre piovevano attestati di solidarietà da parte di associazioni di genitori e sindacati dei medici.
Ma la politica aveva ormai deciso che Farinella dovesse essere il capro espiatorio. Forse per fare
posto a un dirigente più vicino al deputato Vitrano?
Da laRepubblicaPalermo di Salvo Palazzolo

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