Da novembre cambiano regole e compensi per il lavoro domestico. Il nuovo contratto porta aumenti fino a 230 euro mensili e nuovi diritti per genitorialità e disabilità. Per molte famiglie si prospetta però anche un incremento sensibile dei costi e il rischio di nuovi squilibri nel settore.
È stato siglato a Milano il nuovo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico, frutto dell’intesa tra sindacati (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Federcolf) e associazioni datoriali (Fidaldo e Domina). Un accordo che coinvolge oltre 800 mila lavoratori – colf, badanti e baby sitter – e che punta a dare maggiore riconoscimento economico e sociale a una categoria indispensabile per la vita di milioni di famiglie italiane. Un’intesa, insomma, che potrebbe rappresentare un passo storico verso la piena valorizzazione di un lavoro di cura spesso invisibile, e che al tempo stesso introduce nuove sfide economiche per chi assume.
Aumenti in busta paga
Dal 1° novembre 2025 entreranno in vigore i nuovi minimi retributivi: per un lavoratore di livello medio (BS), l’aumento previsto sarà di circa 100 euro lordi mensili, a cui si aggiungeranno 135,75 euro per il recupero del potere d’acquisto perso negli ultimi anni; nel complesso, si tratta di un incremento potenziale oltre i 230 euro al mese, che potrà variare in base all’orario e al tipo di contratto. È prevista poi anche una rivalutazione più rapida dei minimi salariali: dal 2025 gli adeguamenti terranno conto del 90% dell’indice Istat (contro l’attuale 80%), garantendo stipendi più aggiornati ma rendendo anche più imprevedibili i costi per i datori di lavoro.
Nuovi diritti e maggiore tutela sociale
Per la prima volta, il contratto riconosce permessi retribuiti per assistere familiari con disabilità gravi, ampliando di fatto l’applicazione della legge 104/92 al settore domestico. Vengono potenziate anche le misure per maternità e paternità, a sostegno della conciliazione tra lavoro e vita privata. Altro capitolo importante è la formazione professionale: grazie all’aumento del contributo a Ebincolf (da 11 a 30 euro), sarà possibile infatti offrire corsi certificati e percorsi di aggiornamento.
Le agevolazioni fiscali ancora attive nel 2025
Per compensare almeno in parte l’aumento delle spese, resteranno in vigore le detrazioni fiscali e le deduzioni contributive già previste:
Detrazione fino a 1.549,37 euro l’anno per le spese di colf e badanti;
Deduzione fino a 1.549 euro per i contributi versati;
Possibilità di usufruire di bonus baby sitter e crediti per l’assistenza agli anziani, che la legge di bilancio 2025 dovrebbe confermare.
I sindacati
I sindacati hanno salutato con soddisfazione l’intesa, parlando di “una svolta di civiltà per un settore che sostiene la vita quotidiana di milioni di persone”. Anche la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, ha definito il rinnovo “un riconoscimento sociale e professionale atteso da anni”.
Più prudente la posizione delle associazioni dei datori di lavoro, che pur riconoscendo il valore dell’accordo, segnalano la necessità di un equilibrio sostenibile tra diritti dei lavoratori e possibilità economiche delle famiglie.
Fonte fanpage.it fi Francesco Moriero
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