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“Cosa succede, cosa succede in città”…ma a Caltanissetta non è una canzone, è la triste realtà…”il nulla cosmico”

Last updated: 22/05/2025 8:07
By Sergio Cirlinci 305 Views 8 Min Read
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Caltanissetta, la città dove il tempo non si ferma, ma rallenta a un passo così lento che il traffico di lumache sembra un inseguimento alla Fast & Furious

“Cosa succede in città” non è una domanda, è un’affermazione la cui risposta, a dirla tutta, è il nulla.

E sapete perché, perchè succede proprio qui? Perchè i nisseni li lasciano tranquillamente fare, come se la città fosse un feudo e loro o feudatari.

O meglio, succede che siamo bloccati in una specie di limbo burocratico-amministrativo-politico che neanche Dante Alighieri avrebbe saputo descrivere meglio.

Ma lo stallo è dovuto anche o forse soprattutto al balletto delle poltrone, alle quali c’è da cambiare la tappezzeria, o meglio l’occupante, almeno così ripetono da tempo, ma anche su questo le valutazioni si fanno attendere, sempre che non sia un altro evento buono per distrarre l’attenzione dai veri problemi, ma stavolta non è un concerto, ma il “balletto delle poltrone”.

Da mesi ormai, la nostra amata città è un palcoscenico con i riflettori puntati, serie tv, soap opere di ogni genere, ma l’oscar lo vince una nuova serie dal titolo emblematico… “il nulla cosmico”

Nomine, incarichi, poltrone che aspettano, tranne quelle della nomina del presidente del Consorzio Universitario che, inspiegabilmente, a distanza di un anno, non arriva, le altre ma che restano lì, intoccate, come un’opera d’arte incompleta di un artista pigro.

I nostri prodi amministratori, sembrano, non avendo questa volta un format già pronto, impegnati stavolta in una coreografia complicatissima, un passo avanti, sembra fatta, poi due indietro, no aspetta, una giravolta e poi tutti in pausa caffè per valutare meglio.

E intanto la città? La città sembra un anziano alla villa Cordova che aspetta di poter rientrare a casa per il pranzare, dopo che la moglie gli ha detto “talè nisci ca ca si d’impacciu, vistu ca t’ammischi unni un t’apparteni, arricampati quannu è ura di manciari e si nun si cuntentu, va mancia o barcuni e si nun ti piaci chissa è a porta”.

La città aspetta in sostanza che qualcuno decida chi deve fare cosa, chi deve firmare, chi deve sedersi, chi deve, in soldoni lavorare.

E non è che manchino i candidati, anzi, Caltanissetta è una miniera d’oro di personaggi in attesa e che bussano alla porta, mandano postini che lasciano avvisi di giacenza, visto che non gli si apre.

C’è chi sogna un assessorato o un incarico da una vita, probabilmente nel loro certificato di nascita qualche indovino aveva aggiunto a mano, “diventerai un politico”, poi ci sono quelli che non sanno neanche perché sono lì, ma se c’è una poltrona, perché non accomodarsi, infine quelli che hanno già ricevuto incarichi ben remunerati, a “loro insaputa”, argomento di cui nessuno ne parla, non sia mai venga fuori altro, magari su altri tentativi di accomodamento fatti.

Tutti in trepidante attesa della chiamata, pronti anche ad abbandonare compagni di viaggio, dimenticando quanto detto precedentemente, aspettando il “segnale divino“, o la “pacca sulla spalla” che li catapulterebbe nel dorato mondo delle poltrone e degli incarichi di prestigio.

“Conta, sì, il denaro altro che no”, cit. Vasco, ma loro “canteranno” che prima del vile denaro c’è il bene della città, ovviamente

Eh sì, amici miei, siete maligni se pensate che a Caltanissetta il denaro è la prima cosa che conta, qui ci si sacrifica per il bene e l’interesse per la città.

Il nervosismo però sale, anche se si cerca di mantenere una relativa apparente tranquillità, avvicinandosi il momento della resa dei conti, o meglio, dell’affidamento degli incarichi.

E mentre loro si “divertono” nel dare questo spettacolo tragicomico, la gente comune, quella che fa i conti con tasse e bollette, si ritrova a fissare il vuoto, con le tasche sempre più vuote e il conto in banca che piange miseria.

I bravi nisseni si alzano la mattina con la speranza che qualcosa cambi, che qualcuno si decida a mettere in moto la tanto sbandierata rinascita. E invece, macchina è sempre più bloccata e non parte.

E così, tra una bolletta del gas, della luce, della Tari, il mutuo o il padrone di casa che non aspetta, tutte cose che ti fanno venire un colpo ogni volta che devi aprire la cassetta dell posta o squilla il telefono, sperando che nel frattempo non ti blocchino il conto corrente o ti stacchino qualche contatore.

E il popolo “affamato” alza la voce dicendo “datevi una mossa che la città sta morendo e noi con lei” , invocando urgenza negli interventi, mentre c’è chi dice, avendo la pancia piena o aspettando di riempirla, controbatte “Ma dategli tempo…è passato solo un anno”, si dategli tempo, mica è facile sistemate tutte le pedine sulla scacchiera, oppure “candidatevi voi e fateci vedere di cosa siete capaci“, frase rivolta a chi critica e che magari si becca una querela, dimostrazione che coloro che acquisiscono, spesso gratuitamente, un pezzo di potere si sentono intoccabili e guai a criticare il loro operato…piccoli esemplari di “Marchesi del grillo”.

In quel “appena un anno” c’è però tutto, dal giustificare gli amici all’essere “asserviti”, ma forse in fondo c’è anche la consapevolezza di una certa incapacità che spinge all’attesa, una forma di rassegnazione o il convincimento che le cose qui a Caltanissetta “bisogna cambiare tutto per non cambiare nulla” e si va avanti, ma non per merito di chi dovrebbe amministrare, ma per inerzia.

Quindi, la prossima volta che vi chiederanno “Cosa succede in città”, non esitate a rispondere “il nulla cosmico” aggiungendo per chi non capisse, “stanno litigando su chi si deve sedere”.

E intanto i giorni passano e nulla succede, volete vedere che era solo un modo per farsi votare e che alla fine a piangerne le conseguenze sarà magari gli ultimi chiodi della carrozza? Quella politica

State comunque sereni, loro avranno tanti altri problemi, ma sicuramente non quello economico, infatti per evitarselo si sono abbondantemente aumentati emolumenti e gettoni; i sacrifici, l’impegno, lo stress vanno ben ripagati, lo hanno pure detto, e voi siete solo invidiosi per il fatto che non arrivate a fine mese.

Ma forse è giunto il momento di cambiare qualche elemento del coro, che continua a stonare e, mentre pensiamo al prossimo “brano”…. come al solito Ad Maiora

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