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Cos’è il Manifesto di Ventotene citato da Meloni: com’è nato e cosa dice su Ue, democrazia e socialismo, citazioni  hanno portato alla bagarre in Aula alla Camera

Last updated: 19/03/2025 18:19
By Redazione 103 Views 7 Min Read
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Meloni alla Camera in diretta, legge il Manifesto di Ventotene: “Non è la mia Europa”, Conte: “Irriconoscente nei confronti di Spinelli”

Contents
Come è nato il Manifesto di VentoteneCosa prevede il testo e quali sono i temi principali

Dure proteste con fischi. L’opposizione: ‘Una vergogna’. Seduta sospesa

Il dibattito sulle comunicazioni di Giorgia Meloni oggi alla Camera in diretta: in Aula scoppia la bagarre dopo che la premier Meloni legge in Aula alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, chiudendo con la frase: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”.

Giorgia Meloni oggi in diretta alla Camera per il dibattito sul Consiglio Ue, dopo le comunicazioni al Senato: dopo il dibattito in Aula la premier è intervenuta in replica. Iniziano le dichiarazioni di voto sulle comunicazioni e il voto finale. In dichiarazione di voto intervengono anche Conte e Schlein.

Bagarre in Aula con le opposizioni che urlano “Vergogna” e seduta sospesa due volte dopo le parole di Meloni che cita il Manifesto di Ventotene, chiudendo il suo intervento: “Nella manifestazione che è stata fatta sabato a piazza del Popolo” a Roma “e anche in questa Aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene. Ora io spero che tutte queste persone in realtà non lo abbiano mai letto perché l’alternativa sarebbe francamente spaventosa”. “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”, ha concluso Meloni.

“Qui è accaduto un atto grave – ha detto il Dem Federico Fornaro rivolgendosi a Fontana -: il Manifesto di Ventotene è l’inno dell’Europa federale contro i nazionalisti che hanno prodotto due guerre e usare in questa maniera il Manifesto è inaccettabile. Noi siamo qui grazie ad Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e siamo qui in questo Parlamento grazie a questi uomini che non possono essere insultati, derisi. Non si può fare la caricatura, è inaccettabile. Lei è il presidente e questo è un luogo sacro della democrazia siamo qui grazie a quegli uomini e a quelle donne”. A protestare anche Marco Grimaldi di Avs e Alfonso Colucci di M5s che ha sottolineato: “Vergogna, non c’è più spazio per il fascismo”. Parole che hanno fatto alzare ancora la tensione. L’acme si è però raggiunto quando Matteo Richetti ha nuovamente citato la parola fascismo e a quel punto Galeazzo Bignami dai banchi di FdI ha gridato: ‘Ma basta!!’. La seduta è stata sospesa con i parlamentari di entrambi gli schieramenti in piedi e che urlavano verso i banchi opposti. 

Nella sua replica Meloni ha commentato la conversazione telefonica tra Trump e Putin: “C’è l’ipotesi di un cessate il fuoco parziale” limitato alle infrastrutture, “si tratterebbe di un primissimo spiraglio di quanto concordato a monte, noi sosteniamo gli sforzi del presidente Trump, è un leader forte per porre le condizioni per garantire una pace giusta”.

Cos’è il Manifesto di Ventotene che ha citato Meloni, quando è nato e cosa c’entra con la nascita dell’Europa unita

È stato scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, quando erano confinati sull’isola di Ventotene durante il regime fascista.

In alcuni passaggi letti da Meloni, sembra che il Manifesto chiedesse di superare in qualche modo la democrazia e puntare su una rivoluzione socialista. Al di là del diverso contesto in cui è stato scritto, quello del fascismo, va comunque sottolineato che l’idea alla base del Manifesto di Ventotene è ben diversa.

I suoi autori auspicano la creazione di una federazione europea, su base democratica, fondata sul lavoro di un parlamento e un governo con ampi poteri. La presidente del Consiglio ha citato alcuni passaggi legati alla rivoluzione socialista che sicuramente derivano dal diverso contesto in cui il testo è stato scritto, ma che non sono comunque alla base del concetto formativo di Europa esposto dagli autori.

Come è nato il Manifesto di Ventotene

La prima cosa da valutare è il contesto. Il Manifesto nasce in piena Seconda guerra mondiale e in un trentennio caratterizzato dalla distruzione dell’Europa a causa dei conflitti. Quando è stato scritto, poi, era il periodo dei totalitarismi e dei nazionalismi europei, come il fascismo e il nazismo.

Il Manifesto è stato poi pubblicato da Eugenio Colorni che ne curò la redazione e ne scrisse la prefazione. Il testo è stato diffuso grazie all’azione di alcune donne che lo hanno portato dall’isola al continente. Inizialmente il testo era chiamato “Per un’Europa libera e unita” ma è poi diventato conosciuto come Manifesto di Ventotene ed è ritenuto uno dei principali documenti che hanno dato vita all’idea di Europa unita.

Cosa prevede il testo e quali sono i temi principali

Il Manifesto propone la creazione di una federazione europea per garantire al continente la pace e per prevenire i totalitarismi e le guerre. Nel testo viene espressa una critica ai nazionalismi e si sottolinea la necessità di un’Europa basata su principi democratici e socialisti. Proprio il nazionalismo è considerato dagli autori una delle cause principali delle guerre in Europa.

Il Manifesto ha ispirato la nascita dell’Ue, tanto che lo stesso Spinelli è stato tra i protagonisti del processo di integrazione europea. Per gli autori la federazione europea doveva nascere grazie agli Stati che avrebbero dovuto decidere di rinunciare a parte della propria sovranità a favore di un governo sovranazionale.

Solo così, a loro giudizio, era possibile evitare l’imposizione del dominio di un singolo Paese e quindi arrivare a una pace duratura. La democrazia viene considerata un valore fondamentale per il futuro dell’Europa, pur criticando il modello delle vecchie democrazie liberali che non sono riuscite a contrastare l’avanzata dei totalitarismi.

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