Scricchiolano le fondamenta della Dc
Dopo la sospensione dei dirigenti indagati, il presidente della Regione oggi intervieneenire anche sull’assetto di governo sostituendo gli assessori in quota Democrazia Cristiana. Dura presa di distanza dall’ex leader del partito da due fedelissime
Da una parte una frangia del partito va all’attacco di Totò Cuffaro, dall’altra Renato Schifani prende provvedimenti anche in giunta.
L’inchiesta su appalti truccati, con la richiesta di arresti, tra gli altri, per l’ex presidente della Regione e leader della Democrazia cristiana e per il capogruppo del partito all’Ars Carmelo Pace, non poteva non avere conseguenze politiche.
La prima mossa del governatore è stata la sospensione dei dirigenti indagati, un primo passo giudicato soft soprattutto dall’opposizione, ma anche da parte degli alleati.
Oggi Schifani ha fatto “saltare” Andrea Messina (Enti Locali) e Nuccia Albano (Lavoro), i due assessori della Dc, così come chiedono da giorni Fratelli d’Italia e Raffaele Lombardo che si è spinto anche oltre, suggerendo al governatore l’azzeramento dell’intera giunta, una mossa estrema dettata dalla consapevolezza di un’alleanza ormai in frantumi tra Schifani e Cuffaro.
Ma una mossa così estrema come quella di cambiare l’intero assetto del suo governo non è al momento prevedibile.
Del resto anche tra i fedelissimi di Totò Cuffaro, iniziano a serpeggiare malumori e prese di distanza.
Prima è intervenuta su Repubblica Laura Abbadessa, presidente della Dc e moglie del magistrato Massimo Russo, ex assessore regionale alla Sanità nell’allora governo di Raffaele Lombardo, augurando a Cuffaro di poter chiarire la sua posizione ma sottolineando che il partito non si incarna in singole persone, ma è una comunità di persone perbene.
Successivamente, a rincarare la dose ci ha pensato la vicepresidente della Dc Francesca Donato che, nello stesso quotidiano, ha manifestato i suoi sentimenti di disgusto e dolore, ammettendo di sentirsi tradita. “La ricerca del consenso politico ed elettorale non può continuare a basarsi sui rapporti personali, sullo scambio di favori e sulla concessione di privilegi, realizzati con comportamenti illeciti, oltre che eticamente inaccettabili”, ha scritto.
La Dc in frantumi ha intanto avviato una sorta di “resistenza”.
Due esempi su tutti: in prima battuta la nota di dispiacere per le dimissioni di Cuffaro firmata sabato dai parlamentari regionali Ignazio Abbate, Salvo Giuffrida, Nuccia Albano, Carlo Auteri, Andrea Messina, Rosellina Marchetta, ma anche da Laura Abbadessa e dal segretario regionale Stefano Cirillo.
Successivamente la risposta di Cirillo a Gianfranco Micciché che aveva ipotizzato l’uscita dal governo regionale qualora la Dc restasse in giunta: “Mi permetto con umiltà, ma anche con fermezza, di ricordare a Miccichè il passo evangelico secondo cui ‘chi è senza peccato scagli la prima pietra’”, la risposta del segretario regionale della Democrazia cristiana.
La scelta della sostituzione di Albano e Messina apre adesso a scenari con ricadute e ripercussioni imprevedibili.
Vedremo se i fatti palermitani influenzeranno i rapporti anche in altre amministrazioni.
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