Motto latino («dividi e conquista»), con cui si vuole significare che la divisione, la rivalità, la discordia dei popoli soggetti, giova a chi vuol dominarli; attribuito a Filippo il Macedone, è stato ripetuto soprattutto con allusione ai metodi politici seguiti, nel 19° sec., dalla casa d’Austria, ma anche Luigi XI di Francia usava dire diviser pour régner
Questo è un po’ quello che sta succedendo dalla nostre parti.
Un giorno si accontentano i sindaci ennesi e l’indomani quelli del nisseno.
Tutti accorsi alla corte del presidentissimo e del suo referente capo regia, chi con le catene ai polsi e chi con il cappello in mano, per evitare ulteriori disagi e proteste.
Tutto per non lasciar ancor più assetati i propri cittadini
Però per l’ennesima volta si scopre che quanto detto e ridetto in questi mesi, non ha trovato purtroppo riscontro.
Le ampie assicurazioni che appena avrebbe chiuso l’Ancipa, non avremmo avuto problemi, si son rilevate un flop comunicativo senza precedenti.
Adesso è scoppiata la guerra tra poveri, gli assetati… poveri d’acqua.
Per tre giorni i nisseni “godranno”, ovviamente non tutti, di questa gentile concessione, la riapertura dei rubinetti dell’Ancipa…e poi ?
Già il sol fatto che la comunicazione delle zone da rifornire avviene a cadenza giornaliera, dovrebbe far riflette che anche loro navigano a vista, in un banco di nebbia.
Quindi esattamente non sanno neanche loro quando i pozzi renderanno al città autonoma, né sanno la reale portata finale, visto che hanno reclutato tutti i saldatori disponibili, per saldare i tubi del nuovo collegamento tra i pozzi e il bacino di raccolta, sempre che non si scopra, appena ultimati questi lavori, che qualche altro tratto di conduttura non sarà da rifare.
Peccato che l’ultimo, il più umile e ignorante cittadino, che ipotizzava che la conduttura, già vecchia e fradicia di suo, non avrebbe retto alla forte pressione necessaria per mandare l’acqua dai 200 mt s.l.m. agli 800 per poi tornare nel nisseno, ha avuto ragione.
Ma il cittadino si sa, spesso le spara per fare terrorismo, per il piacere sadico di dire le cose e per lamentarsi, loro invece, gente “studiata” e ben pagata, commette errori su errori.
Ma si sa, la politica fa la sua parte e un giorno accontenta l’uno e domani l’altro, trovando sempre le giuste motivazioni per non dispiacere nessuno.
In mezzo a questo loro modo di fare ci sono i cittadini, che continuano a subire disagi e a vivere non sapendo quando e se potranno lavarsi o mettere in moto la lavatrice, per lavarsi mal che vada ci sono i silos, diventati necessari.
Però poi si leggono le lamentele per le continue interruzioni della fornitura, di zone nella quali saltano i turni prefissati, di erogazioni lente o notturne e di chi è costretto a rifornirsi con autobotti pagate a 15,00€ al m3, contro gli, 1,22€ di Caltaqua e di chi non la riceve completamente da mesi.
Quello che più colpisce è che ormai a lamentarsene siano in pochi, i soliti, e se qualcuno fa notare i giochetti della politica, si tenta di screditarlo.
Sono ormai pochi coloro che cercano di ribellarsi a questo andazzo, ormai la rassegnazione o altro hanno preso il sopravvento, anche perchè si ha l’impressione che, come succede quando scoppia un incendio e intervengono prontamente i pompieri per spegnere le fiamme, quando qualcuno alza i toni e si “agita” troppo, ecco che prontamente intervengono “i pompieri di noantri” per mettere tutto a tacere o calmare, rinviando e prendendo tempo, in attesa che succede qualcosa, ma cosa esattamente non è dato sapere.
Ma i “pompieri de noantri”, ormai molti li hanno sgamati e da tempo si è capito il loro gioco.
Usano, in mancanza di acqua, gli estintori, per spegnere i primi focolai e, cosa peggiore, gettare discredito su chi porta avanti la battaglia senza secondi fini o tornaconti personali, non aspirando a incarichi o future poltrone.
Ma se non li si conosce bene, si cerca di evitarli, perchè il rischio che si corre è quello di cadere nel loro tranello, perchè loro sono un “corpo speciale” utile solo a chi non va e non deve essere disturbato. Ad Maiora