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Fondi europei concluso un progetto su 4, burocrati nel mirino

Last updated: 19/02/2025 6:36
By Redazione 105 Views 6 Min Read
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Schifani convoca assessori e dirigenti per l’allarme sulla spesa Dopo le dimissioni di Ricciardo, la Lega cerca un altro nome per l’Istruzione

Fondi europei, spreco senza fine nuovo allarme alla Regione.

I dati del governo: dal 2000, anno di inizio dei programmi comunitari, concluso solo un progetto su 4 Nell’attuale piano spesa al 10 per cento. Schifani apre un altro fronte contro i burocrati: oggi il vertice

Da un lato, i dirigenti che gestiscono la spesa dei fondi europei. Dall’altro, quello da scegliere per guidare il dipartimento all’Istruzione, dopo il “pasticcio” della nomina di Carmelo Ricciardo.

È la partita sempre aperta tra il presidente della Regione Renato Schifani e la burocrazia regionale. E il tema della spesa comunitaria e quello della nomina all’Istruzione non sono slegati. Basta guardare un passaggio della delibera di nomina di Ricciardo, avventura durata appena 24 ore. Si fa espressamente riferimento, infatti, alla necessità di verificare il possesso di competenze specifiche “relative all’utilizzo delle ingenti risorse comunitarie”.

Un tema, quello della spesa europea, che sta preoccupando il governatore.

Stamattina è prevista una riunione tra assessori e dirigenti incaricati proprio dell’utilizzo dei
Fondi.

Il rischio è quello di perdere risorse ingenti.

I numeri, del resto, non sono affatto positivi, come dimostra il sito “Open Coesione” che fa capo al dipartimento per il Sud. Se si prendono in esame tutti i cicli di programmazione dei fondi europei, a partire dal 2000 a oggi, i pagamenti complessivi relativi ai fondi europei e per la coesione ammontano a oltre 45 miliardi. Ma potevano essere molti di più, visto che i progetti conclusi sono meno di un quarto di quelli previsti dai vari programmi.

Anche a proposito del Fesr 2021-2027, sebbene la scadenza del Piano non sia ancora vicinissima, i numeri sono preoccupanti: i progetti conclusi sarebbero appena l’11 per cento del totale.
Insomma, adesso bisognerà correre davvero.
E anche il nuovo dirigente all’Istruzione dovrà imprimere questa accelerazione. Il nome salterà fuori oggi, in giunta, da una lista con una cinquantina di dirigenti.

Molti di questi, in realtà, sono “fuori gioco”, perché nominati in altri dipartimenti o già scartati dal governo pochi giorni fa. Parte da qui la corsa alla sostituzione di Carmelo Ricciardo, dirigente
generale all’Istruzione per appena 24 ore, dimessosi per una vicenda giudiziaria non ancora conclusa.
La scelta dovrà ricadere su chi ha risposto all’atto di interpello della Regione: 54 nomi. Molti dei
quali sono già sistemati.

È il caso di Rossana Signorino nominata alla Formazione o di Salvatore Taormina confermato alle Autonomie locali, di Giovanni Cucchiara andato alla Pesca, di Beppe Battaglia all’Ambiente, di Letizia Di Liberti alla Famiglia, di Vincenzo Falgares alla Programmazione e di Vitalba Vaccaro
al dipartimento per l’informatica.
Ci sono nell’elenco alcuni dirigenti già esclusi dalle nomine di venerdì scorso: Giovanna Segreto, Carmen Madonia, Patrizia Valenti e Carmelo Frittitta. Teoricamente, potrebbero tornare in corsa. Ma l’accantonamento di queste professionalità deciso pochi giorni fa, rende improbabile l’ipotesi. La nomina sarà essenzialmente politica: quella casella infatti spetta alla Lega.

E se appare difficile la nomina di Grazia Terranova, oggi all’Audit, nonostante sia gradita a Turano, salgono le quotazioni del dirigente Pietro Sciortino, considerato vicino all’attuale
segretario regionale della Lega Nino Germanà.

Sciortino infatti aveva guidato lo staff di Carlo Vermiglio, assessore ai Beni culturali della giunta di Crocetta, in quota Nuovo centrodestra (dove militava Germanà) e poi è stato capo di gabinetto di Edy Bandiera, assessore all’Agricoltura della giunta Musumeci, anche in quell’occasione col gradimento del segretario leghista, allora rientrato in Forza Italia.
Tutte le strade porterebbero a Sciortino, ma dopo il “caso Ricciardo” si procede con grande cautela.
Altro “papabile” è Salvo Iacono, attualmente all’Ispettorato del lavoro di Agrigento. Tra i papabili ecco anche ex dirigenti generali come Rino Giglione, Rosalia Pipia e Gaetano Chiaro.
La partita non finirà qui.

Nella riunione sui fondi europei, un focus riguarderà l’assessorato Acque, rifiuti ed Energia. La posizione di Arturo Vallone è già molto critica anche a causa del tema-dighe.

E nemmeno Calogero Burgio sembra molto saldo.
I loro contratti scadranno in estate.
Si tratta di due dei tre esterni attualmente alla Regione. Due “bonus” che il governo potrebbe ritrovarsi presto tra le mani. Riaprendo un nuovo fronte nella crociata sempre aperta di Schifani con la burocrazia.
L’ultimo scontro con il presidente del Cas che aveva pubblicamente messo in dubbio la tenuta delle autostrade siciliane rispetto ai lavori del Ponte sullo Stretto: Palazzo d’Orleans ha chiesto la sua rimozione.
Anche nella sanità il governatore è spesso intervenuto di persona, come a dicembre con i blitz a Villa Sofia che hanno provocato le dimissioni prima del direttore sanitario e poi del manager di Villa Sofia.

Da laRepubblicaPalermo

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