Gela alla città Metropolitana di Catania, il Comune cita la Regione davanti al Tar
Il Comune di Gela vuole lasciare il Libero Consorzio di Caltanissetta e aderire alla città Metropolitana di Catania.
Dopo aver scritto alla presidenza della Regione e all’assessorato alle Autonomie Locali, lo scorso 28 novembre, ha deciso di rivolgersi al Tar, contro il silenzio-rifiuto della Regione.
Un iter iniziato nel 2014 e promosso da alcuni comitati cittadini.
La giunta comunale, ha approvato la relativa delibera autorizzando il sindaco, Terenziano Di Stefano, a stare in giudizio.
E’ stato altresì dato mandato al settore legale del Comune, di determinare l’assunzione di un impegno spesa per coprire le spese legali che deriveranno dal procedimento.
Il primo “sì” del passaggio dal Libero Consorzio di Caltanissetta alla città Metropolitana di Catania, risale al 2015, quando il consiglio comunale votò favorevolmente con 25 “si” e 5 contrari.
La delibera è stata proposta dall’assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Filippo Franzone.
Nel 2014 il tentativo fallì e Gela restò nella provincia di Caltanissetta.
Il referendum non raggiunse il quorum del 50% +1 dei partecipanti e saltò anche la prima esperienza di partecipazione popolare a scelte di appartenenza territoriale.
Gli elettori erano chiamati a pronunciarsi con un «Si» o con un «No», sull’adesione al libero consorzio di comuni di Catania, abbandonando definitivamente la vecchia provincia di Caltanissetta.
Ma alla chiusura dei 71 seggi della città votarono solo 23.725 elettori pari al 36,14% degli aventi diritto che erano quasi 68 mila persone.
Scontato e di poco valore fu il risultato che ha sancì la vittoria dei «Sì» con il 99,9%, votarono più uomini che donne.
Assente ai tempi dalla competizione elettorale la voce dei partiti politici.
In prima linea solo movimenti estemporanei e amministratori a titolo personale.
I cittadini, disertando le urne, vanificarono la delibera con cui il consiglio comunale di Gela aveva sancito, all’unanimità, l’adesione cittadina al libero consorzio di comuni etneo.
Ma la pesante situazione economia ed occupazionale determinatasi al petrolchimico con la decisione dell’Eni di revocare gli investimenti annunciando dismissioni, distrasse i gelesi verso altre tematiche più urgenti.
Profonda delusione e amarezza tra i componenti del «Comitato per lo sviluppo dell’area gelese», diretto da Filippo Francone, che lavorava da anni a un risultato positivo, prima con la ricerca di adesioni di comuni limitrofi a una potenziale nuova provincia regionale, poi con la presentazione della prima proposta di legge su iniziativa popolare (bocciata dall’Ars in commissione), infine con gli strumenti messi a disposizione dalle recente legge regionale di riforma delle province siciliane.
Adesso ci riprovano, vedremo con quale risultato.
