L’ex centrocampista, simbolo del calcio azzurro, sostituisce Luciano Spalletti, esonerato dopo la pesante sconfitta contro la Norvegia nelle qualificazioni ai Mondiali
È Gennaro Gattuso il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio. La Federazione Italiana Giuoco Calcio comunica di aver conferito l’incarico al campione del mondo 2006. L’ex centrocampista, simbolo del calcio azzurro, sostituisce Luciano Spalletti, esonerato la scorsa settimana dopo la pesante sconfitta contro la Norvegia nelle qualificazioni ai Mondiali. La presentazione ufficiale di Gattuso è prevista per giovedì all’hotel Parco dei Principi di Roma.
“Gattuso è un simbolo del calcio italiano – ha commentato il presidente della FIGC, Gabriele Gravina – La maglia azzurra per lui è come una seconda pelle. La sua motivazione, la professionalità e l’esperienza saranno fondamentali per affrontare al meglio gli impegni futuri della Nazionale”.
Perché è stato scelto Gennaro Gattuso come ct dell’Italia
La Figc cercava un tecnico che avesse caratteristiche precise: qualcuno che a settembre, in pochi allenamenti, riuscisse a riaccendere il gruppo, far capire l’importanza e il peso della maglia azzurra e centrare, anche con un senso di appartenenza che ha sempre contraddistinto la Nazionale, la qualificazione ai Mondiali 2026. Il presidente della Federazione Gabriele Gravina ha detto che non c’è più tempo da perdere ed è obbligatoria la qualificazione: con la grinta e l’esperienza di Gattuso l’Italia ci proverà.
Gattuso, 47 anni, ha collezionato 73 presenze con la maglia azzurra ed è stato protagonista del trionfo ai Mondiali del 2006. Nelle ultime stagioni ha allenato il Hajduk Spalato, club croato con cui ha chiuso il campionato al terzo posto, prima di lasciare la società di comune accordo.
Gattuso è al 21° posto nella classifica degli Azzurri più presenti, è stato convocato 87 volte e ha giocato 73 partite, un giocatore attaccato alla maglia azzurra: ”Ho sofferto dopo essermene andato via di casa da giovane ma ogni volta che indossavo la maglia azzurra e c’era l’inno nazionale, ricordavo tutta la mia infanzia”, ha detto ‘Ringhio’ qualche tempo fa in un’intervista. Lui che ha vinto il mondiale di Germania nel 2006 ma che ha rischiato di perdere, saltando le prime due partite per infortunio.
Da calciatore ad allenatore: la storia del campione che non ha mai abbandonato il campo
Il campo non l’ha mai abbandonato. La carriera Gattuso da calciatore si chiude nel 2013 per aprire quella da allenatore. Esordisce sulla panchina del Sion, in Svizzera, ma viene sollevato dall’incarico dopo meno di tre mesi. Tornato in Italia allena Palermo in Serie B (esonerato dopo 8 gare) e Pisa in Serie C, portando i toscani in Serie B prima di una retrocessione complicata da problemi societari. Tra Sicilia e Toscana, una breve esperienza in Grecia con l’Ofi Creta (4 mesi), conclusa con le dimissioni.
Rientrato al Milan, guida la Primavera e poi la prima squadra, conquistando una finale di Coppa Italia e un posto in Europa League, chiudendo 5° in campionato nel 2018/2019. Nel dicembre 2019 diventa allenatore del Napoli, vincendo una Coppa Italia e ottenendo due piazzamenti tra il 5° e il 7° posto, senza rinnovo del contratto.
Seguono brevi esperienze all’estero: Valencia (stagione 2022/23) e Marsiglia (settembre 2023 – febbraio 2024), entrambe concluse anticipatamente. L’ultima tappa è Hajduk Spalato, dove lascia dopo 43 partite, 20 vittorie e un terzo posto in campionato, tra tensioni con la dirigenza.
Ma un conto è allenare una squadra di club e un conto è allenare una Nazionale. Lo hanno ripetuto come un mantra gli ex calciatori e allenatori italiani a proposito della scelta di affidarsi a un tecnico privo di grandi successi a livello di club, dove il Gattuso allenatore ha raccolto meno risultati positivi rispetto a quanti ne abbia raccolti da giocatore, anche perché ha avuto una carriera da grandissimo campione. Con il Milan, in cui ha registrato 468 presenze in 14 stagioni, ha vinto 10 trofei: 5 in Italia con Scudetti, 2 Supercoppe italiane e 1 Coppa Italia e 5 internazionali con 2 Champions League, 2 Supercoppe Uefa e 1 Coppa del mondo per club.
Adesso l’occasione sulla panchina azzurra dove cercherà di portare ciò che lo ha sempre contraddistinto: serietà, grinta e orgoglio, le ricette che lo hanno portato a vincere un Mondiale da giocatore, con la speranza che siano quelle giuste per riportare gli Azzurri in Coppa del Mondo.

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