Circa cinquemila persone in corteo, è la risposta nella settimana del via libera del Cipess
Diversi cori contro Matteo Salvini dopo il “bacio provocatorio” di mercoledì a Torre Faro
La risposta del popolo No Ponte arriva sui titoli di coda della settimanache ha visto il parerepositivo
del Cipess al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto.
“Ma ancora è tutto da vedere, ancora può essere messo tutto in discussione”, urlano dal megafono
che anticipa il lungo striscione No Ponte che apre il corteo, partito da piazza Cairoli intorno alle 18.30 e arrivato dopo due ore a piazza Duomo.
A tenerlo ci sono tutti i rappresentanti dei Movimenti che hanno organizzato anche quest’anno
la partecipata manifestazione, con in testa l’attivista Antonio Mazzeo.
Gli slogan sono quelli annunciati, dal “Ponte di illusioni” all’acqua dal rubinetto, sino alla guerra, al cemento e alla distruzione.
Il bersaglio dei cori è il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini al quale viene rinfacciato quel bacio “provocatorio” e “gli occhi arroganti” verso i manifestanti di mercoledì a Torre Faro.
“Lo sfidiamo – urla Gianmarco – ci faccia sapere in anticipo quando verrà la prossima volta e saremo in tanti” è il messaggio a quello che viene definito il “ministro della devastazione”.
“Soprattutto adesso è importante manifestare – sottolinea Anna –perché questo Ponte non
lo vogliamo e non è vero, come dice Salvini, che la stragrande maggioranza lo vuole. Messina
sarà una vittima sacrificale”.
Il corteo è compatto e scivola via senza intoppi, il dispositivo attuato dalle forze dell’ordine
non concede nessuno spazio di manovra. Si passa da via Tommaso Cannizzaro a via Centonze,
strada stretta, sgomberata dalle auto, non proprio semplice da gestire in una situazione
del genere.
Il cordone degli agenti ha presidiato ogni singolo palazzo, poiché si voleva evitare assolutamente
che si verificassero gli episodi di vandalismo come in occasione del corteo di Carnevale.
Contesto diverso,matutto è filato liscio tranne che per qualche momento di tensione sulla via Cesare Battisti, poco prima del Santuario di Sant’Antonio.
La polizia corre in maniera repentina per sistemarsi di fronte al cantiere di un palazzo in costruzione.
Per il resto è musica, striscioni e colori. Tante bandiere, di tutti i tipi: No Ponte e No Tav, NoMuos epalestinesi.
I partecipanti arrivano da tutta la Sicilia e dalla Calabria, ma anche dal Nord.
Circa 2500 la stima delle forze dell’ordine, 10mila per gli organizzatori.
La sensazione, una volta entrati tutti a piazza Duomo, è quella di quasi 5mila presenze.
Prende il microfono Gino Sturniolo del Comitato No Ponte.
“Sapevamo che saremmo stati in tanti, ma non così tanti – ha detto – Questa manifestazione
conferma che Messina, la Sicilia e la Calabria e il Paese non vogliono il Ponte sullo Stretto. Possiamo quindi avere l’ambizione di chiudere i cantieri, di fermarli. È vero che il provvedimento
del Cipess apre la fase della realizzazione ma pensiamo che questa manifestazione abbia dimostrato che abbiamo la forza di fermare tutto ciò. Sarebbe un’emorragia di denaro e di risorse pubbliche quando abbiamo bisogno di scuole, sicurezza, ospedali”.
Per rimanere aggiornato sulle ultime notizie locali segui gratis il canale WhatsApp di Caltanissetta401.it https://whatsapp.com/channel/0029VbAkvGI77qVRlECsmk0o
Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.
