Come spesso accade i social diventano il luogo dove i cittadini protestano, spesso giustamente, anche se questo a molti non fa piacere
Dopo l’approvazione del nuovo regolamento della tari del 2025, alcuni cittadini, i più attenti, hanno rilevato alcuni particolari sfuggiti ai più.
Su Facebook è passato quasi inosservato un commento in un gruppo, il tanto amato/odiato Caltanissetta 4.01, dove un commerciante del centro storico fa notare che da adesso anche i locali sfitti e chiusi devono ora pagare la tassa per la nettezza urbana, non essendo più esenti dal pagamento come lo erano prima.

L’imposizione della Tari per i locali sfitti e chiusi è prevista nel nuovo regolamento per la disciplina della tassa sui rifiuti approvato nei giorni scorsi dal consiglio comunale.
All’articolo 9, lettera F del regolamento, si legge che è previsto espressamente che “sono
tassabili, con la tariffa prevista per le autorimesse e i magazzini senza alcuna vendita diretta in quanto idonei all’utilizzo di deposito”.
Dalla lettura di questo articolo è partita la protesta di alcuni proprietari dei locali sfitti e chiusi che in città sono proprio tanti.
A protestare maggiormente sono i proprietari dei locali del centro storico, dove i locali sfitti sono
parecchi e che sino a prima dell’entrata in vigore di questo nuovo regolamento erano esonerati dal pagamento della tassa.
L’assessore all’Igiene urbana del Comune, Calogero Adornetto, ha tenuto a precisare, come si legge sulla stampa locale, che “l’imposizione della tassa è un atto dovuto perché prevista dalla legge ed è stato fatto per evitare un danno erariale e l’intervento della Corte dei Conti”.
Ed ha evidenziato che “è stato fatto comunque quello che si poteva, ed è stata prevista una agevolazione facendo pagare la tariffa più bassa, che è quella per le autorimesse e per i
magazzini”.
Viene da chiedersi allora come mai l’esenzione per le passate amministrazioni era possibile e solo oggi si parla di un possibile intervento della Corte dei Conti, qualora non si fosse intervenuti ?
Ai posteri l’ardua sentenza. Ad Maiora
